Strangolato con una fascetta elettrica

Le ultime notizie sul caso del bimbo ucciso a Ragusa/2

Le ultime notizie sul caso del bimbo ucciso a Ragusa/2
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La Procura di Ragusa ha reso noto un nuovo dettaglio a proposito delle circostanze che hanno portato alla morte di Loris Stival: secondo i risultati delle ultime analisi mediche effettuate sul corpo del bimbo, è emerso come la causa del decesso non sia stato uno strangolamento a mani nude (come sembrava dovesse essere in seguito all'autopsia) bensì uno strozzamento compiuto con una fascetta da elettricista, di considerevole larghezza. Si spiegherebbero così i graffi rinvenuti sul volto e sul collo del piccolo. Un ulteriore particolare, dunque, su cui gli inquirenti dovranno far luce, dopo gli scenari aperti dalle nuove registrazioni video pervenute nelle ultime ore alla Polizia, che gettano diverse ombre sulle dichiarazioni finora effettuate dalla madre di Loris.

Il piccolo Loris non sarebbe sceso dall’auto della mamma davanti alla scuola di Santa Croce Camerina, ma sarebbe tornato a casa con lei dopo circa un quarto d’ora. È il colpo di scena avvenuto mercoledì nel giallo di Ragusa, grazie a un video arrivato agli investigatori dopo l’appello della Procura a collaborare. La versione della madre, Veronica Stival, di 25 anni, sarebbe dunque smentita.

Le immagini, secondo fonti investigative, racconterebbero un’altra verità rispetto a quella fornita finora da Veronica Panarello. Attorno alle 8 la mamma, Loris e l’altro figlio della donna, usciti da casa, sarebbero saliti in auto per andare a scuola. Ma circa un quarto d’ora dopo dall’auto, inquadrata di nuovo sotto l’abitazione in via Garibaldi, sarebbe sceso Loris, dirigendosi da solo verso casa. A quel punto la macchina sarebbe ripartita verso la ludoteca per lasciare il figlio piccolo. Dopo un altro quarto d’ora le immagini la riprendono mentre rientra nel garage sotto l’abitazione di Loris.

La donna non è indagata, ma dopo l’analisi dei filmati polizia e carabinieri sono entrati nell’abitazione per una perquisizione autorizzata dalla procura di Ragusa. La madre di Loris era stata ascoltata per quasi tre ore come persona informata sui fatti una seconda volta martedì sera in Questura. Dall’interrogatorio è emerso che la donna non ha riconosciuto gli slip ritrovati nella tarda mattinata a ridosso dell’ingresso della scuola «Falcone Borsellino». In un primo tempo si era ritenuto che gli slip, per taglia e caratteristiche, potessero appartenere a Loris. La notizia è particolarmente rilevante, poiché Loris venne ritrovato nel canale senza indumenti intimi, cosa che ha portato gli inquirenti a ritenere possibile l’ipotesi di abusi sessuali.

La madre, dopo averli visionati, ha negato che quegli slip fossero gli stessi che quel giorno Loris indossava; rimangono certo diverse perplessità circa il ritrovamento di questo indumento: com’è possibile che, dopo quattro giorni di accurate ricerche da parte di professionisti specializzati in tutta la zona dell’istituto elementare, solo martedì sia stato rinvenuto un elemento così importante, nonché vistoso? È una domanda che non può essere accantonata con noncuranza, e la Procura di Ragusa infatti tiene aperta la possibilità che quegli slip siano stati portati e abbandonati di fronte alla scuola solo nelle ore precedenti al ritrovamento.

Le prove scientifiche, comunque, dovrebbero fornire alcune, importanti risposte: innanzitutto, grazie all’esame del Dna, sarà possibile capire con certezza se queste mutandine siano o meno appartenute a Loris; in secondo luogo, l’analisi delle registrazioni video di una telecamera orientata esattamente sul punto di ritrovamento degli slip offrirà indicazioni su come questi siano arrivati in quel punto.

Santa Croce Camerina, grazie ad un programma di sicurezza europeo, è costellata di telecamere in ogni angolo, senza considerare quelle private o delle banche: la Polizia, quindi, fin dall’inizio, sta scandagliando con attenzione ogni frazione di secondo di tutti i nastri, alla ricerca di elementi significativi. È proprio grazie alle registrazioni che è stato possibile ripercorrere pressoché l’intero tragitto dell’automobile guidata da Veronica Stival, la mattina del 29 novembre, dalla propria abitazione fino alla scuola di Loris; e da questa analisi è emerso il dettaglio, se così si può definire, molto importante che il piccolo non sarebbe sceso dall’auto al momento del passaggio della vettura di fronte all’istituto.

Questo elemento apre numerose ipotesi. Ma rispetto a queste supposizioni, non si può non tener conto della testimonianza di una compagna di suola di Loris, rilasciata dopo la scomparsa di Loris, nella quale dichiarava di aver visto il bimbo di fronte alla scuola quella mattina, mentre si recava a comprare un panino ad un chiosco. Elementi discordanti e oscuri, che hanno portato gli inquirenti a prendere in seria considerazione la pista famigliare.

L'unico indagato "come atto duvuto" per la morte di Loris resta per ora Orazio Fidone, il pensionato ex cacciatore che ha ritrovato il corpo del bambino in un canale a circa quattro chilometri dal Paese. Anche rispetto a lui martedì è emersa un’importante novità: tre ragazzini, nel pomeriggio, si sono recati presso la Procura di Ragusa per testimoniare di aver visto un’automobile, intorno alle 15 di sabato 29 novembre, parcheggiata nei pressi del luogo in cui è stato ritrovato Loris, ma la descrizione del mezzo non corrisponde affatto alla vettura di Fidone.

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