Lega e Pd allo scontro dopo le critiche di Gori al sistema sanitario regionale
A scatenare la polemica un'intervista rilasciata dal primo cittadino al Messaggero. Ribolla: «Il sindaco abbia il pudore di tacere». La risposta di Peluffo e Pizzul: «Giù le mani da Bergamo e dal suo primo cittadino!»

«Le dichiarazioni di Gori sulla sanità lombarda sono inaccettabili. Il suo attacco è il classico esempio di cecità politica e disonestà intellettuale». A scatenare le ire del deputato e consigliere comunale bergamasco della Lega Alberto Ribolla è stato un passaggio di un'intervista rilasciata dal sindaco Giorgio Gori a Il Messaggero. Nel numero odierno del quotidiano (mercoledì 25 marzo) il primo cittadino, nel sottolineare l’azione di coordinamento tra sindaci e Regione Lombardia, ha evidenziato come la sanità lombarda stia mostrando alcune criticità.
«I limiti maggiori emergono nella sanità di territorio, che in Lombardia, nonostante gli sforzi che tutti stiamo facendo, non è solida come quella di Veneto ed Emilia Romagna. Purtroppo ora ne abbiamo la prova – ha dichiarato il primo cittadino a Il Messaggero -. La rete dei medici di medicina generale, che è il primo baluardo contro il contagio, è falcidiata dalla malattia, qui da noi 140 medici su 800. Troppe persone arrivano in ospedale tardi e in pessime condizioni, devono essere intubate in terapia intensiva. Molte in ospedale non riescono proprio ad arrivare e muoiono a casa: sono quasi tutti anziani con la polmonite, casi di Covid-19 non censiti, che sfuggono ai radar. Si fa fatica a dare assistenza con l'ossigeno, a intercettare per tempo queste persone, e in ospedale non c'è posto per tutti. Servirebbe una rete territoriale più forte, adesso c'è una corsa a potenziarla».
«Tutti i medici e il personale sanitario, gli infermieri della nostra Regione stanno facendo il possibile e l’impossibile per salvare vite umane e lui dal suo divano sparla senza conoscere i fatti - prosegue Ribolla -. Lui che è stato tra quelli a dire che il Coronavirus non doveva preoccupare. Abbia almeno il pudore di tacere e non infangare la Regione Lombardia che da sempre rappresenta un modello».
Alle critiche mosse da ribolla si sono uniti anche i parlamentari leghisti Simona Pergreffi e Daniele Belotti che contestano al sindaco di aver lanciato «messaggi schizofrenici» che hanno creato solo «confusione e inutili polemiche. Il 27 febbraio, tre giorni dopo il primo decreto della Regione con le limitazioni a bar, musei e impianti sportivi Gori, insieme a Beppe Sala e a tutto il Pd, invitava ad uscire, andare al ristorante e nei musei, offrendo pure il biglietto dell'autobus. Il 5 marzo, con il contagio crescente, insisteva frenando così la percezione della gravità della situazione. Il 9 marzo altro dietrofront di Gori che gridava "State a casa, fermiamo tutto” e il giorno dopo (10 marzo) altro messaggio devastante: "I pazienti sono lasciati morire". Una dichiarazione che ha creato allarme e tensione nei confronti delle strutture ospedaliere; quindi, l'ennesimo dietrofront con le scuse. Ora questo attacco ai medici di base e alla sanità lombarda. Ricordiamo che nella Bergamasca un medico di famiglia su quattro è positivo, senza contare quelli che, purtroppo, sono rimasti vittime di questa terribile epidemia. Prima è andato a pranzo dai cinesi “perché il virus non fa paura”, poi ha mandato al massacro i bergamaschi al grido “non fermiamoci”, adesso infanga Regione Lombardia e i medici. Non è questo il momento né di aprire commissioni d’inchiesta verso gli ospedali e nemmeno degli attacchi alla sanità lombarda: ora bisogna pensare solo a superare questa drammatica emergenza».
In difesa del primo cittadino si sono mossi il segretario regionale del Pd, Vinicio Peluffo, e il capogruppo dem in Regione, Fabio Pizzul. «Giù le mani da Bergamo e dal sindaco Gori! La Lega non sa fare altro che sollevare polemiche e alzare il dito, e oggi lo fa anche contro un primo cittadino che vive nell’epicentro del contagio e che lavora unicamente nell’interesse dei suoi concittadini. La Lega non accetta le critiche di Gori? Sono le stesse che tanti medici avanzano da giorni e che autorevoli epidemiologi stanno sollevando. Sono problemi concreti che vanno affrontati con determinazione, per la salute di tutti i lombardi. Da questa crisi si esce insieme con proposte, segnalazioni e sollecitazione che non possono essere interpretate come un delitto di lesa maestà. L'impegno e il coraggio del sindaco di Bergamo dovrebbero essere un esempio e non un bersaglio di critiche ingiuste».
Secca anche la replica del segretario provinciale del Pd Davide Casati. «E' squallido chi in queste ore sta diffondendo false dichiarazioni, che Gori non ha mai rilasciato, per infangare il sindaco e coprire le proprie responsabilità su quanto sta accadendo il Lombardia. Gori non ha mai attaccato i medici di base, bensì ha sollevato una questione fondamentale, ovvero che la nostra è l'unica Regione dove il sistema sanitario è al collasso perchè sono stati fatti errori politici nella gestione dell'emergenza e in generale nell'impostazione della sanità in questi anni, toccando evidentemente un nervo scoperto della Lega. Che, in assenza di argomentazioni, attacca come meglio sa fare, ovvero diffondendo fake news»
«In Veneto e in Emilia ad oggi stanno curando tutti, qui no - conclude la responsabile sanità del Pd Matilde Tura -. In Lombardia non c’è stata una strategia di mappatura e contenimento dell’emergenza, ma pensando di essere i più bravi abbiamo iper-ospedalizzato l’emergenza sanitaria. Risultato: siamo arrivati al picco con un terzo del personale sanitario contagiato, a sua volta vero e proprio "focolaio diffuso” di contagio, con le terapie intensive più che sature e con le persone che muoiono in casa, sole, senza neanche la possibilità di accedere agli ospedali».