L'ex farmacista di Vilminore ha patteggiato, ma adesso che si fa con il servizio?
Numero sospetto di medicinali per trapiantati ordinato in pochi mesi. L'attività potrebbe essere riassegnata con un bando, Ats al lavoro
La quantità degli ordini aveva destato non poche perplessità all'azienda farmaceutica: del resto, com'era possibile che in un piccolo paesino di montagna ci fosse bisogno di tutti quei farmaci per trapiantati, tra l'altro nel giro di pochi mesi? Si è così arrivati all'epilogo di ieri (giovedì 6 luglio), dove in tribunale a Bergamo E. P., l'ex farmacista di Vilminore di Scalve, finita a processo per truffa al Sistema sanitario nazionale, ha patteggiato due anni di reclusione, con pena sospesa e la confisca di ottocentomila euro, sequestrati nell'aprile 2021, quando era agli arresti domiciliari.
Troppi ordini di medicinali particolari
Il reato che le viene imputato, come riportato oggi (venerdì 7 luglio) dal Corriere Bergamo, sarebbe stato commesso tra il gennaio e l'agosto 2020, un periodo in cui c'era stato di mezzo anche il Covid. In pratica, l'accusa ritiene che la 46enne, che adesso non esercita più l'attività, avesse falsificato le ricette di alcuni medici, nelle quali si prescrivevano medicinali per trapiantati di fegato, con quantità maggiorate fino a cinque confezioni in più. Si tratta di prodotti che oscillano tra i 1.840 e i 540 euro, costosissimi e rimborsati appunto dal Sistema sanitario nazionale, ovvero dallo Stato.
I dubbi sono venuti all'inizio proprio alla società che li produce, la Biotest Pharma, dalla quale era partita una segnalazione ai carabinieri dei Nas, che avevano poi avviato le indagini. Non si capiva infatti come potesse esserci una richiesta del genere per un centro abitato di circa 1.430 abitanti (anche ammettendo clienti dalle zone limitrofe), dove però nel giro di pochi mesi erano arrivate 312 confezioni: l'anno prima erano state zero e, comunque, costituivano il triplo della domanda in tutto il resto della Bergamasca.
Il sequestro e le accuse dei pm
Nella farmacia incriminata erano state in seguito sequestrate 272 scatole di questi medicinali, per un valore complessivo di 217 mila euro, oltre a delle ricette contraffatte. Alcune erano state gettate tra i rifiuti ed erano senza bollino ottico, obbligatorio e non rimovibile se non dopo la vendita al cliente. Ormai erano peraltro inutilizzabili, perché non erano stati conservati a temperatura controllata. Dopo la scoperta, la donna era stata accusata di truffa aggravata, falsità materiale commessa da un incaricato di pubblico servizio e detenzione di medicinali guasti.
La vicenda non si è conclusa lì, dato che l'ex farmacista dopo l'intervento dei militari, non sospettando che il telefono fosse intercettato, aveva avuto una serie di conversazioni con la madre: «Soldi facili, soldi facili...» aveva detto al genitore. In un altro momento, aveva invece dichiarato di «voler aumentare il fatturato della farmacia».
Vilminore potrebbe rimanere senza farmacia
Ats Bergamo, che si era costituita parte civile, con il patteggiamento non riceverà alcun risarcimento, mentre per l'imputata potrebbe ora configurarsi la sospensione o la radiazione dall'Ordine. Adesso la farmacia potrebbe esserle confiscata, ma se così fosse andrà garantito il servizio nel comune della Val di Scalve, forse con un bando. Ats, a tal proposito, senza anticipare niente a fatto sapere di essere già al lavoro.