Parigi, a fornire le armi ai terroristi fu un ex-militante di estrema destra

Martedì 15 dicembre la polizia francese ha arrestato il militante di estrema destra Claude Hermant e la moglie nell’ambito delle indagini sugli attentati di gennaio a Parigi. L’accusa è di avere fornito le armi a Amédy Coulibaly, responsabile dell’attacco all’Hyper Cacher: si tratta di un fucile d'assalto kalashnikov e quattro pistole semi automatiche Tokarev ritrovate nel negozio di alimentari kosher. Come precisato da Le Monde secondo documenti di Europol e Interpol, queste armi sarebbero state acquistate in Slovacchia tra luglio e novembre 2014, fino ad arrivare alla società gestita da un compagno di Hermant, a sua volta incriminato per questo traffico.
Diceva di essere infiltrato. Hermant era finito a inizio anno nel mirino degli investigatori, salvo poi essere rilasciato sulla base delle sue dichiarazioni: diceva di essere sì responsabile del traffico di armi, ma nella veste di infiltrato, per incastrare i criminali. In breve tempo la polizia si era vista così messa alle corde dal segreto di Stato, proprio quando le indagini stavano approfondendo la questione. L’uomo, noto anche per essere un informatore degli agenti, avrebbe importato oltre un centinaio di armi da fuoco disattivate, per poi renderle utilizzabili e rivenderle a delinquenti locali. In questo genere di traffico spesso ci sono più intermediari, la destinazione finale delle armi talvolta non è nota ed esiste notevole permeabilità tra ambienti islamici e criminalità.
La storia di Hermant. Dichiaratosi guardiano notturno, Claude Hermant, 52 anni, affiliato storico del Front National di Marine Le Pen, ha un passato alquanto movimentato: nasce a Bruay-la-Buissière, Nord della Francia nei pressi di Lille, da padre minatore vicino al partito comunista e madre casalinga. È stato sergente paracadutista fino al 1982, poi mercenario nella legione croata durante la guerra in Jugoslavia, quindi agente segreto in Congo a fine anni Novanta con una sosta di otto mesi nelle carceri del Congo-Brazzaville con l’accusa di cospirazione. Tra il 1994 e il 1999 è stato membro del Dipartimento Protezione e Sicurezza (DPS) del Front National. Nel 1997, presso la sede del partito, ha affermato di essere stato "addestrato" da ex funzionari dell’intelligence per infiltrasi nella folla e manipolare le manifestazioni. Nel 2001 aveva dichiarato di operare per i fantômes o groupe de choc composti da ex militari. Il ruolo di questo gruppo è infiltrarsi in associazioni ed effettuare spedizioni punitive nelle banlieue: vere e proprie organizzazioni paramilitari finalizzate alla destabilizzazione delle periferie autofinanziate con operazioni mercenarie internazionali.
Le indagini su di lui. Lo sviluppo del caso avviene a due giorni dalla chiusura delle urne. Gli attentati di Parigi del 13 novembre hanno scosso notevolmente l’opinione pubblica e il senso di sicurezza dei cittadini. Questo è stato un vantaggio per il Front National, da sempre concentrato sulla sicurezza nazionale e sul contrasto all’immigrazione. Le elezioni regionali hanno visto una notevole crescita del FN in particolare nelle regioni del Nord, tra cui Nord-Pas-de-Calais da dove appunto proviene Hermant. Solo la concentrazione dei voti di destra e sinistra ha permesso di arginare l’avanzata del partito di Marine Le Pen, che non si è aggiudicata nessuna regione ma ha raggiunto 6,7 milioni di voti, triplicando il numero di consiglieri dai 118 del 2010 ai 358 attuali. La vicenda getta delle ombre inquietanti sul coinvolgimento di membri del Front National sugli attentati di gennaio: Coulibaly, autore dei quattro omicidi al negozio kosher, è stato armato più o meno consapevolmente da un personaggio alquanto controverso che negli ultimi vent’anni ha gravitato tra militanza violenta, attività paramilitari e un presunto addestramento da parte dell'intelligence francese. Il segreto di Stato posto sulle sue indagini a inizio anno conferma questi dubbi. Lasciando aperti molti punti interrogativi.