«Libertà per Bossetti»: è battaglia persino sul Facebook di Obama

La morte di Yara Gambirasio, sin da quella terribile notte del 26 novembre 2010 quando della giovane si persero le tracce fuori dal centro sportivo di Brembate Sopra, è presto diventato un caso mediatico. Puntate e puntate di talk show si sono susseguite, negli anni, cercando di fare luce sull'uccisione della 13enne. La svolta è arrivata nel giugno 2014, quando sono scattate le manette per Massimo Bossetti, carpentiere di Mapello accusato di essere l'assassino di Yara. A incastrarlo, secondo gli inquirenti, le tracce del suo Dna rinvenute sul cadavere della ragazzina.
Il 3 luglio 2015 ha preso il via il processo di primo grado nei confronti di Bossetti. A distanza di quasi un anno dalla prima udienza, siamo alle battute finali. La sentenza della Corte d'Assise presieduta dal giudice Antonella Bertoja è attesa per la metà di giugno. Ma i dubbi sono ancora molti. L'intero processo, infatti, è stato un lungo braccio di ferro tra le convinzioni della Procura, rappresentata dal pm Letizia Ruggeri, e le tesi della difesa, con gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini a sostenere la debolezza delle prove nei confronti del loro assistito. E l'Italia si è divisa in due, come spesso accade in questi casi: da una parte i colpevolisti, dall'altra gli innocentisti. Questi secondi hanno trovato sui social l'habitat perfetto in cui condividere i loro dubbi e, soprattutto, portare avanti quella che loro stessi definiscono «una battaglia per la verità». Che presuppone l'innocenza del carpentiere di Mapello.
Il profilo Facebook dell'avvocato Salvagni, molto attivo sui social, è presto diventato luogo di confronto e scontro. Attorno alla figura del legale dell'imputato (e in particolare alla sua pagina del diario virtuale) si sono ritrovate numerose persone convinte dell'innocenza di Bossetti. Ogni giorno gli internauti postano sul profilo di Salvagni articoli e post che mettono in dubbio il lavoro svolto negli anni dalla Procura, chiedendo chiarezza sui tanti punti ancora oscuri delle indagini (perché è innegabile che ce ne siano) e intavolando discussioni, talvolta anche molto accese (ma Salvagni ha il merito di tentare di riportare sempre la tranquillità), riguardanti il processo. Navigando per Facebook si trovano anche diverse pagine e gruppi a sostegno di Bossetti: da "Forza banda Bossetti: siamo con voi" a "JE SUIS BOSSETTI iniziative private per la famiglia di Bossetti", passando per "massimo bossetti innocente" a "Giustizia e verità: no all'accanimento mediatico contro Massimo Bossetti". Negli ultimi giorni, però, questo movimento a favore del carpentiere di Mapello ha valicato i confini nazionali e ha chiamato in causa niente meno che Barack Obama, il presidente degli Stati Uniti d'America.
Alcuni italiani, infatti, hanno iniziato a commentare i post della pagina Facebook ufficiale di Obama chiedendo «libertà per Bossetti» e «verità sulla morte di Yara». Silvana Nardi scrive nei commenti all'ultimo post pubblicato sulla pagina del presidente USA (relativa alla nomina dei giudici della Corte Suprema): «Bossetti free. Innocent prisoner for two years in Bergamo to him were harmed human rights. Bossetti Bossetti free». Santino Giarratana, invece, commentando un post del 21 maggio (relativo alle azioni della Casa Bianca a favore dei lavoratori), ha scritto: «ITALY - BERGAMO - Bossetti is charged for yara gambirasio s murder and risks life imprisonment. BUT Defensors were not allowed to attend the comparation of DNA when Bossetti was arrested. Now the Court doesn t allow an expertise by thirds and the sentence is to be pronounced». Aisa Rossi aggiunge: «This is what happens in Italy human rights violated!! Massimo Bossetti did not murder Yara Gambirasio!! Free Bossetti!». Ile Meloni, invece, preferisce esprimersi in italiano: «Italy...Massimo Bossetti è innocente...Verità x Yara...VERITA' x coloro che vengono sbattuti in carcere INNOCENTI....il processo INDIZIARIO è una farsa in tutto il mondo....i diritti dei malcapitati di turno vengono CALPESTATI..... È ora di mettere la parola "FINE" A CERTI SCEMPI....!!!!». Quando si dice un processo mediatico.