i mezzi pesanti vengono dirottati sulla milano-genova

Liguria quasi isolata. Chiusa l'A26 non rimane che il vecchio Turchino

Liguria quasi isolata. Chiusa l'A26 non rimane che il vecchio Turchino
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Meno male che c’è il Turchino: un nome che gli appassionati di ciclismo ben conoscono, perché è uno dei passaggi chiave della Milano-Sanremo, la classicissima di Primavera. Il Turchino è un passo che collega Piemonte e Liguria. Un passo dalle caratteristiche provvidenziali perché tra i più bassi della catena appenninica, con i suoi 588 metri sul livello del mare. Ed è ancor più provvidenziale dalle 21,30 di ieri quando Autostrade per l’Italia ha deciso di chiudere l’A26 allo svincolo di Masone: due viadotti di quell’arteria fondamentale per i collegamenti tra la Liguria e il Nord sono stati infatti messi nel mirino dalla Procura genovese. Il viadotto Fado era stato toccato marginalmente nell’inchiesta scaturita dopo il crollo del Ponte Morandi. L’altro viadotto, il Pecetti, invece, è stato il primo viadotto sui cui i militari del nucleo metropolitano della guardia di Finanza, diretti dai colonnelli Ivan Bixio e Giampaolo Lo Turco, hanno puntato i fari. Era emerso che erano stati alterati i rapporti di sicurezza per permettere di far passare un trasporto eccezionale.
Così ieri sera, a freddo è arrivato il comunicato della società: «La Direzione di Tronco di Genova di Autostrade per l’Italia comunica che a partire dalle ore 21:30 di oggi, lunedì 25 novembre, sarà chiusa al traffico in entrambe le direzioni la tratta dell’autostrada A26 compresa tra l’allacciamento con l’autostrada A10 e lo svincolo di Masone».
Il giorno prima era stata chiusa la A 26 Savona- Torino, in seguito al crollo del viadotto Madonna del Ponte, investito da una frana a causa delle piogge eccezionali. In sostanza la Liguria è quasi tagliata fuori dal Nord. Resta aperta infatti solo la vecchia A7, la Milano- Genova che però è contingentata al traffico pesante sopra le 7,5 tonnellate perché anche qui c’è un ponte a rischio, quello delle Coppette.

 

Non resta dunque che il vecchio Turchino che negli anni 30 era la via dei milanesi verso il mare. Allora c’era sotto il passo una vecchia galleria percorribile a senso unico alternato. Per fortuna nel 2010 sono stati avviati i lavori per un nuovo traforo con carreggiata da 3,5 metri, inaugurato nel 2016. Oggi è un’ancora di salvezza, anche se pullman e camion con stazza superiore alle 7,5 tonnellate non possono passare da qui ma devono per forza dirottarsi sulla trafficatissima A7, il cui tratto in andata è ancora quello costruito sotto il fascismo e che a quei tempi era stato non a caso ribattezzato «la camionale Genova Valle del Po». Negli anni 50 venne raddoppiata con la corsia molto più moderna oggi usata per il ritorno dalla Liguria. Questo significa che il traffico da Nord in direzione di Genova in questo momento è tornato alla situazione degli anni 30, come ha evidenziato il governatore Giovanni Toti.
Una situazione evidentemente insostenibile, tanto che questa mattina Autostrade per l’Italia ha deciso la parziale riapertura della A26, con marcia contingentata su una corsia sui viadotti sotto osservazione. Genova resta legata al Nord da quell’esile filo...

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