Una città allo sbaraglio

L'inarrestabile debacle di Roma

L'inarrestabile debacle di Roma
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Ci mancava solo questa, la zanzara tigre che trasmette la chikungunya, una malattia virale che dà sintomi simili a quelli dell’influenza, in alcuni casi con forti dolori articolari e altre complicazioni. Per rendere l’idea, chikungunya è parola che usata da popolazioni che abitano nel sud-est della Tanzania e nel nord del Mozambico, e letteralmente significa “che piega” o “che contorce”. Nella zona Sud di Roma sono stati accertati 17 casi. Per questo è stato deciso il blocco delle donazioni di sangue ed emocomponenti nella Asl 2 del comune di Roma. Una misura che tocca 1,3 milioni di abitanti. Una misura che potrebbe avere drammatiche ripercussioni per gli ospedali della capitali, creando un fabbisogno a cui solo l’arrivo di unità di sangue da altre regioni potrà sopperire.

 

 

Gli allagamenti. Per Roma è l’ultima sventura di una serie infinita che ormai da tempo si sta accanendo su una città che sembra, ogni giorno che passa, andare sempre più alla deriva. Il nubifragio di domenica aveva piegato le gambe al traffico e lasciato intere zone senza corrente per tante ore. La povera Virginia Raggi, che quando era all’opposizione si faceva beffe dell’allora sindaco Marino, con un tweet che era diventato virale («Roma: domani piove. Gonfiate i gommoni!»), se le è visto ritornare come un boomerang.

Il disastro Atac. C’è purtroppo poco da ridere per chi Roma deve affrontarla nella quotidianità. Una città in cui muoversi è diventato un incubo. A proposito di trasporti, nei mesi scorsi era esploso il caso dell’Atac, la municipalizzata che controlla i trasporti pubblici che il suo miliardo virgola tre di debito accumulato è una società tecnicamente fallita. Le analisi impietose ci dicono il parco autobus è vecchissimo e che i mezzi che vanno in riparazione per il 55 per cento dei casi escono dalle officine con problemi ancora irrisolti. Per questo su 2500 mezzi a disposizione, la metà sono in realtà inutilizzabili. L’Atac ha anche il record di assenteismo tra i suoi dipendenti: sfiora il 13 per cento. Per avere un metro di paragone, la municipalizzata romana ha un tasso che è meno della metà.

 

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Il problema della metro. Anche la metropolitana ha i suoi bei problemi, esplosi a luglio, quando una persona restò impigliata in una porta chiusa e venne trascinata per qualche decina di metri. Il conducente in cabina probabilmente stava mangiando: ma il problema è a monte. In certe ore salire sui vagoni della metropolitana è un’impresa e a volte si corre il rischio di restare mezzi dentro e mezzi fuori. E poi, le linee della metro sono due, cosa che fa di Roma la Cenerentola delle capitali d’Europa. Una terza è in costruzione da tempo immemorabile e con il suo cantiere sconvolge alcune zone del centro, come l’ultimo tratto dei Fori Imperiali. Ne è stato aperto un tratto per consolazione. Ma non è collegato a nessuna altra linea. Un moncherino di metropolitana.

 

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L'eterno dilemma dei rifiuti. C’è poi l’eterno dilemma dei rifiuti, problema mai risolto che periodicamente torna a galla per problemi che sono strutturali. A Ostia (che è comune di Roma) ad agosto c’è stata una rivolta degli abitanti: le strade erano diventate impraticabili perché da giorni l’Ama non passava più con i suoi camion. Altrove, per affrontare l’emergenza, l’Ama ha di fatto rinunciato alla raccolta differenziata. Per la giunta grillina che aveva fatto del tema rifiuti il proprio tema forte in campagna elettorale è stato un vero smacco.

E 16 assessori cambiati. A proposito di giunta, quella di Virginia Raggi sembra una lunga agonia: in un anno di governo ha toccato il record di ben 16 assessori cambiati.

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