L'inchiesta "Fuorigioco", spiegata. Marino: ci contestano 10mila euro
Il calcio si sveglia con un nuovo presunto scandalo, che coinvolge pure l'Atalanta. Che si difende: «Confermiamo la regolarità del nostro operato».
Puntuale come poche altre cose sanno essere, ecco un nuovo scandalo che coinvolge il mondo del calcio italiano. Questa volta si tratta di una lunga serie di reati tributari, che coinvolgerebbero, per il momento, una sessantina di persone e 35 società. L'indagine, ribattezzata “Fuorigioco”, è gestita dalla Procura di Napoli, e pare abbia preso avvio già nel 2012. Nel mirino degli inquirenti ci sono dirigenti, procuratori e calciatori: coinvolte un po' tutte le componenti, insomma, per un'inchiesta che non è ancora chiaro quali conseguenze possa avere sul pallone nostrano.
Il coinvolgimento dell'Atalanta. E la presenza del nome di Antonio e Luca Percassi tra i 64 indagati ha un po’ agitato i pensieri e le preoccupazioni dei tifosi atalantini. Oltre a loro figurano anche i calciatori Denis e Paletta, e il dg Umbero Marino. Tuttavia, a margine della conferenza stampa di presentazione del nuovo acquisto Gakpé sono stati svelati dettagli molto importanti dal direttore generale: «Nel pomeriggio uscirà un comunicato della società, abbiamo piena fiducia nella magistratura ma posso anticipare che la contestazione per l’Atalanta è relativa ad un importo decisamente marginale, circa 10mila euro. Confermiamo e ribadiamo l’assoluta regolarità del nostro operato. Personalmente, sono coinvolto in quanto dirigente che ha firmato i contratti insieme a Garrone per il periodo in cui ero alla Sampdoria, qui si parla di 15mila euro. Nel mio periodo a Genova tutto è sempre stato improntato alla massima trasparenza e con linee guida molto chiare nel rispetto delle leggi e delle norme».
Le parole di Marino. Per capire al meglio l’entità di quanto si sta parlando è bene confrontare l’evasione contestata di 10mila euro con, ad esempio, il monte ingaggi annuale dell’Atalanta. I nerazzurri, nel bilancio, hanno qualcosa come 26 milioni di euro lordi all’anno di stipendi pagati a calciatori e staff. Di questi, le tasse ammontano circa alla metà e dunque si contesta un ammanco di 10mila euro su circa 12-13 milioni di euro. Lo stesso direttore generale, pur confermando il grande rispetto della magistratura ha confermato anche come le contestazioni, da ormai alcuni mesi, sono state sanate da una legge dello stato. «Dobbiamo ancora leggere tutte le carte – ha concluso il direttore generale - ma ci tenevo a tranquillizzare l’opinione pubblica. Parliamo di un fenomeno veramente marginale che è stato già sanato con la Legge di Stabilità dell’aprile 2015 e con il nuovo regolamento degli Agenti: da quasi un anno c’è dunque la possibilità di intervenire direttamente sull’agente del calciatore».
I capi d'accusa. Così, non resta che analizzare quanto emerso fin qui. La Guardia di Finanza, dietro delega della Procura di Napoli, ha effettuato una serie di perquisizioni nelle sedi di alcune società calcistiche di Serie A e Serie B, decretando 58 sequestri per un ammontare totale di 12 milioni di euro. Le accuse mosse dagli inquirenti campani sono tutte di carattere tributario, e riguardano reati che sarebbero stati commessi fra il 2009 e il 2013 in sede di compravendita di calciatori. Dagli elementi finora disponibili risulta che sarebbe venuto alla luce un meccanismo di frode consistente nel «sottrarre materiale imponibile alle casse dello Stato» attraverso una fatturazione fittizia, da parte dei procuratori, delle proprie prestazioni alle sole società di calcio, simulando che il proprio lavoro fosse compiuto nel solo interesse dei club, mentre di fatto venivano tutelati gli affari dei giocatori assistiti da quegli stessi agenti.
L'inchiesta sul caso Lavezzi. Per capire meglio la dinamica, occorre tornare al 2012, quando la Guardia di Finanza si recò presso le sedi del Napoli e della Figc per acquisire i contratti di Ezequiel Lavezzi, nel frattempo ceduto dai partenopei ai francesi del Paris Saint-Germain, e del certo non memorabile attaccante argentino Cristian Chavez, passato da Napoli per alcuni mesi fra il 2011 e il 2012. La decisione era stata dettata da alcune intercettazione che gli inquirenti avevano ottenuto in quel periodo in seguito ad indagini relative a diversi furti che i calciatori del Napoli avevano subito. Dalle telefonate ascoltate, in particolare da quelle di Lavezzi, emergevano alcuni dialoghi poco limpidi fra il “Pocho” e il suo agente, Alejandro Mazzoni, in cui discutevano di aperture e chiusure di conti in Svizzera intestati allo stesso Ezequiel e a Chavez. Partendo dai contratti dei due, nove mesi dopo i finanzieri si sono recati nelle sedi di altre 41 club per acquisire ulteriore materiale, poiché erano emersi alcuni aspetti legati agli accordi fra società e professionisti che non tornavano.
Le indagini. Nello specifico, dai contratti di alcuni atleti figuravano diverse voci legate a benefit per gli stessi giocatori ma che non risultavano poi dichiarate dai club in sede di pagamento delle tasse. Si ipotizza che le sempre crescenti pretese dei procuratori, in termini di vantaggi per i propri assistiti, abbiano spinto le società a compensare queste ingenti uscite con l'evasione fiscale. Le indagini sono stata estese a diversi ambiti dell'amministrazione societaria dei club coinvolti, toccando modalità di trasferimento dei tesserati, gestione di diritti d'immagine e televisivi, compensi per attività di scouting e così via, aprendo ulteriori punti di domanda rispetto alle corrette dichiarazioni delle società al momento del pagamento delle imposte dovute.
Gli indagati. Sul registro degli indagati fra le mani dei pm Danilo Di Stefano, Stefano Capuano,Vincenzo Ranieri e del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, oltre agli atalantini, figurano 9 procuratori sportivi: Alessandro Moggi, Marco Sommella, Vincenzo Leonardi, Riccardo Calleri, Umberto Calaiò, Adrian Leonardo Rodriguez, Fernand Osvaldo Hidalgo, Inev Alejandro Mazzoni, Edoardo Luis Rossetto; 37 dirigenti: Antonio e Luca Percassi, Claudio Garzelli, Giorgio Perinetti, Luigi Corioni, Gianluca Nani, Sergio Gasparin, Pietro Lo Monaco, Igor Campedelli, Maurizio Zamparini, Rino Foschi, Daniele Sebastiani, Andrea Della Valle, Pantaleo Corvino, Alessandro Zarbano, Enrico Preziosi, Luciano Cafaro, Jean Claude Blanc, Alessio Secco, Claudio Lotito, Marco Moschini, Renato Cipollini, Aldo Spinelli, Adriano Galliani, Aurelio De Laurentiis, Tommaso Ghirardi, Pietro Leonardi, Pasquale Foti, Edoardo Garrone, Umberto Marino, Massimo Mezzaroma, Roberto Zanzi, Francesco Zanotti, Sergio Cassingena, Dario Cassingena, Massimo Masolo; e 17 calciatori: Gustavo German Denis, Juan Ferbando Quintero Paniaugua, Adrian Mutu, Ciro Immobile, Matteo Paro, Hernan Crespo, Pasquale Foggia, Antonio Nocerino, Marek Jankoulovsky, Cristian Gabriel Chavez, Ignacio Fideleff, Ivan Ezequiel Lavezzi, Gabriel Paletta, Emanuele Calaiò, Cristian Molinaro, Pabon Rios, Diego Milito.