L'inchiesta sulla sanità lombarda e chi è coinvolto nella Bergamasca

La mattina di martedì 16 febbraio, i Carabinieri del Comando provinciale di Milano hanno eseguito 21 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Monza su richiesta della locale Procura. L’operazione, rinominata “Smile”, è condotta dal procuratore Luisa Zanetti e dal sostituto Manuela Massens e riguarda un giro di mazzette e meccanismi per turbare appalti pubblici e gare bandite dalle aziende ospedaliere per la gestione, affidata a società esterne, di servizi odontoiatrici. Da qui il particolare nome dato all’inchiesta. Delle 21 persone iscritte al registro degli indagati, 9 sono finite in carcere, 7 ai domiciliari e 5 sono state invece sottoposte all’obbligo di firma. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta e riciclaggio. Tra questi ben 11 sono funzionari pubblici, il più noto dei quali è Fabio Rizzi, 49enne medico-anestesista di Varese, ex senatore della Lega oggi plenipotenziario del governatore Maroni per la sanità, “assessore ombra” (ufficialmente presidente di commissione) dopo l’inchiesta dei mesi scorsi che ha travolto Mario Mantovani e ideatore della recente riforma della sanità lombarda. Un nuovo scandalo che si abbatte, dunque, sulla Regione Lombardia.
[Fabio Rizzi, a sinistra, vicino a Roberto Maroni, a destra]
I particolari dell'inchiesta. L’operazione “Smile” è iniziata con un blitz in Regione, dove era in corso la commemorazione delle vittime delle forze dell'ordine. I Carabinieri, armati di mandato, si sono diretti all’ufficio di Rizzi e hanno iniziato la perquisizione. Nei guai è finita anche la moglie di Rizzi, finita ai domiciliari. L’accusa è, per entrambi, associazione per delinquere. Stando a quanto riportato da La Stampa, nel corso delle indagini sono stati ricostruiti episodi di corruzione nei confronti di 10 funzionari pubblici, condizionamenti nell’aggiudicazione e nello svolgimento di appalti indetti da aziende ospedaliere della Lombardia e ingerenze nelle procedure di contrattazione con importanti strutture sanitarie private accreditate con il sistema sanitario nazionale. Al centro dell'operazione c’è un gruppo imprenditoriale accusato di aver turbato in proprio favore l’aggiudicazione di una serie di appalti pubblici banditi da varie aziende ospedaliere per la gestione, in outsourcing, di servizi odontoiatrici, corrompendo i funzionari preposti alla gestione delle gare. Secondo Repubblica, è stato il componente di un collegio sindacale di un’azienda ospedaliera a far partire le indagini. Il comandante provinciale dei Carabinieri di Milano, il colonnello Canio Giuseppe La Gala, ha spiegato che «sono quattro gli imprenditori che si sono aggiudicati importanti gare d’appalto per la gestione dei servizi odontoiatrici nel territorio lombardo, su cui ha indagato il Nucleo Investigativo di Milano. Le gare di appalto pubbliche venivano vinte illecitamente da questo gruppo con la complicità di undici funzionari pubblici. Gli arresti sono stati eseguiti prevalentemente nelle province di Milano, Monza, Como, Bergamo e Varese».
[L'ospedale Bolognini di Seriate]
Gli arresti a Bergamo e le ombre sull'ospedale di Seriate. Sul territorio orobico a ricevere la visita degli inquirenti sono stati Giancarlo Marchetti e Giuseppe “Nuccio” Nachiero. Entrambi imprenditori, il primo (45 anni) è originario di Calcinate ma residente in città, mentre il secondo (48 anni) è originario e residente a Ponte San Pietro. Per tutti e due l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta e alla corruzione, ma mentre a Marchetti sono stati concessi gli arresti domiciliari, Nachiero è invece finito in carcere. Il 45enne è un commercialista e risulta socio della società Elledent srl con Maria Paola Canegrati, anche lei indagata e al centro di alcuni accertamenti degli inquirenti. Il 48enne, invece, è consigliere d’amministrazione della stessa azienda. Secondo l’accusa la loro società avrebbe approfittato di condizioni di favore, atti corruttivi o appalti turbati, per aggiudicarsi le gare in alcune aziende ospedaliere. Secondo quanto riferito dal Corriere della Sera Bergamo, tra le aziende coinvolte nell’inchiesta c’è anche la Servicedent, che avrebbe gestito il servizio odontoiatrico all’ospedale Bolognini di Seriate. Le indagini, avviate nel 2013, vertono su un giro d’affari per oltre 400 milioni di euro e riguardano, oltre alla struttura sanitaria bergamasca, l’azienda sanitaria di Desio e Vimercate, l’ospedale Maggiore di Milano, l’ospedale di Busto Arsizio (Varese) e quello di Melegnano.
Il ruolo dell'imprenditrice Canegrati. Il Fatto Quotidiano ha in parte ricostruito la fitta ragnatela di contatti che si cela dietro la vicenda. Il sodalizio di imprenditori sarebbe stato guidato dall’imprenditrice Maria Paola Canegrati, che ha assicurato appalti milionari al proprio gruppo Odonto Quality. La Canegrati, con le imprese del suo gruppo, si è aggiudicata diversi appalti nel settore della sanità, i quali, secondo gli investigatori, sono stati truccati con la collaborazione di diversi funzionari pubblici. Tutto questo sarebbe stato reso possibile grazie alle influenze politiche di Rizzi e al suo factotum Mario Valentino Longo (odontoiatra) che hanno fatto in modo che gli appalti per i servizi odontoiatrici venissero vinti sempre dalla Canegrati. Le mogli di Rizzi e Longo (anche quest’ultima indagata) erano entrate con delle quote in società partecipate per metà da loro e per metà dalla Canegrati. Il sistema, secondo l'accusa, era semplice: una volta vinta la gara d’appalto, il privato si inseriva nella struttura ospedaliera allestendo un vero e proprio reparto, gestendo tutto, in un regime di sostanziale monopolio del settore odontoiatrico in Lombardia e spingendo così gli utenti, tramite l'allungamento delle lista d’attesa, a servirsi dei servizi a pagamento.