Le indagini e il mistero

L'inquietante ritorno di Ignoto 1 Da Yara all'omicidio Del Gaudio

L'inquietante ritorno di Ignoto 1 Da Yara all'omicidio Del Gaudio
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Pare il titolo di un giallo, ma purtroppo stiamo parlando del mondo reale. Dopo che Ignoto 1 è stato a lungo il famigerato protagonista delle indagini sul terribile omicidio di Yara Gambirasio, quello stesso codice identificativo è stato dato a colui che si pensa possa essere l'omicidio di Gianna Del Gaudio, l'ex professoressa di 63 anni uccisa alle 00.43 del 27 agosto nella sua villetta in via Madonna delle Nevi a Seriate con un taglio netto alla gola. Il Dna che è stato infatti ritrovato sui guanti in lattice che erano nello stesso sacchetto in cui è stata trovata anche l'arma del delitto, apparterrebbe a un soggetto misterioso, ancora non identificato dalle forze dell'ordine.

 

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Gli esiti definitivi degli esami dei Ris di Parma ancora non sono arrivati, ma sono già trapelate le prima indiscrezioni secondo cui il frammento genetico e i campioni di saliva prelevati dal marito della vittima, Antonio Tizzani (che resta l'unico indagato, sebbene a piede libero), e a una settantina di persone tra parenti, amici, conoscenti e abitanti della zona, non ha dato alcun esito positivo. In altre parole, gli inquirenti si trovano al cospetto di un nuovo Ignoto 1. Resta il giallo, dunque. Questo Dna è infatti l'unico rinvenuto dagli inquirenti nel sacchetto contenente guanti in lattice e cutter, cioè l'arma del delitto, il 6 ottobre scorso in una siepe di un'abitazione distante circa 400 metri dalla villetta in cui si è consumato l'omicidio. Sul taglierino, intriso di sangue, l'unico Dna presente è quello della vittima. Sul sacchetto, invece, né frammenti genetici né impronte.

A distanza di due mesi e mezzo dall'omicidio, l'impressione è che gli inquirenti stiano ancora brancolando nel buio. La speranza è che l'analisi dei reperti rinvenuti nell'abitazione duranti gli ultimi sopralluoghi possano fornire risposte o quantomeno nuove piste d'indagine da seguire. Al momento restano infatti due le ipotesi al vaglio delle forze dell'ordine: quella che sia stato Tizzani a uccidere la moglie, e quella che sia invece stato il misterioso uomo incappucciato di cui, sin dall'inizio, racconta Tizzani stesso. Sebbene quest'ultima pista non abbia mai pienamente convinto gli inquirenti (il procuratore capo di Bergamo, Walter Mapelli, ha definito il racconto dell'uomo «inverosimile»), in particolare perché non è mai stato trovato alcun riscontro circa la veridicità della testimonianza del marito della vittima, le novità paiono tutte indicare questa direzione.

 

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Nonostante ciò, la Procura non sembra ancora convinta della versione fornita da Tizzani. Durante uno dei primi interrogatori, infatti, il marito della vittima aveva dichiarato di aver notato le mani abbronzate del presunto omicida. Eppure gli ultimi risvolti dimostrano che l’assassino indossava dei guanti. Così come sembra assurdo che il ladro, colto sul fatto da Tizzani e dopo aver ucciso la Del Gaudio, si sia premurato di mettere arma e guanti in un sacchetto (per di più prelevato nella stessa abitazione da cui stava fuggendo in fretta e furia), per poi nascondere il tutto in una siepe distante soltanto 400 metri dall’abitazione del delitto piuttosto che a chilometri e chilometri di distanza. Da una parte, dunque, ci sono delle prove che allontano ogni sospetto da Tizzani, dall’altra il convincimento di chi indaga che qualcosa non torna nella versione che l’uomo ha sempre fornito. Ma, come è già successo per le indagini sull'omicidio di Yara, il vero ago della bilancia, alla fine, sarà Ignoto 1.

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