Lituania, la bestia nera azzurra Qui dove il basket è una religione

C’è sempre un alter ego da affrontare, un cattivo, il più duro dei duri da provare battere. Sotto a chi tocca. Ma ci doveva toccare proprio la Lituania? Aaaargh! Rabbia. Criptonite azzurra. L’ultima volta abbiamo perso maluccio. Altri Europei, 2013, Slovenia. Ferite che ti restano dentro. Ma quest’Italbasket non si volta mica, tira dritto, guarda al futuro, pensa in grande, e non vuole fallire la qualificazione alle semifinali che possono valere la storia. Pianigiani qualcosa si dovrà inventare per battere i giganti lituani, come no. Una squadra con pochi leader ma moltissimi muscoli, grinta e voglia di arrivare. Una nazione con il basket dentro può fare la differenza. Persino la Lonely Planet spiega: «La pallacanestro in Lituania è considerata una sorta di religione». Gloria dall’alto dei centimetri.
Il 90 percento della popolazione ama il basket. Le scuole di pallacanestro non si contano. Alcune sono davvero molto prestigiose perché fondate da ex Nba come Arvydas Sabonis e Sarunas Marciulionis. Lo sport fu importato negli Anni Venti da un aviatore statunitense, Steponas Darius, e da allora il movimento è cresciuto in fretta. Ma perché, qual è il motivo? Appartenenza. La nascita dell'Urss limitò la visibilità del basket lituano, e allora divenne una questione politica. Nel 1988 l'Urss conquistò la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Seoul, il gruppo lituano di quella nazionale pensò bene di farsi fotografare sotto la scritta «Better dead than red», meglio morti che rossi. Politica, dentro lo sport. La Lituania fu la prima a ribellarsi all'Unione Sovietica. C'è qualcosa nella memoria collettiva che rende la Lituania una nazione dedita al basket. Con un culmine: 1992, Olimpiadi di Barcellona. In finale per il terzo-quarto posto incontrarono la Squadra Unificata (l'ex Urss, in pratica). Vinse la Lituania 82-78.
Non sarà semplice, ma questo lo sapevamo anche prima. L’uomo in più è Jonas Valanciunas, centro dei Toronto Raptors, occhio della trigre. Ha una media di 15.4 punti, prende i rimbalzi con le ventose (8 a partita) e stoppa con l’eleganza di camionista arrabbiato (1.4). In pratica: una furia. Di lui dovremo preoccuparci. Non solo di lui: il roster lituano è puntellato di giocatori più o meno validi. Un altro che può far male è Jonas Maciulis, l’ala del Real Madrid, ex Milano e Siena, che contro la Georgia agli ottavi ha fatto il diavolo a quattro. Mettici anche Paulius Jankunas, terzo per punti segnati (11.5 di media), e la squadra è fatta. In panchina le soluzioni sono tante, e se l’Italia vuole avere delle chance deve necessariamente migliorare ancora un po’ la difesa. È lì che ci giochiamo l’Europeo.
Media punti segnati (74.2) non altissima, quinta per rimbalzi catturati (37.5), i lituani concedono parecchio al tiro. Su questo Bellinelli&co. dovranno lavorare, perché le possibilità di accedere alla penultima partita ci sono eccome. Certo i precedenti non ci aiutano: su 27 partite giocate gli azzurri ne hanno vinte 10, e agli Europei le sconfitte azzurre sono 7 su 7. Ma poi a fare i pignoli ci si ricorda del bel successo ai Giochi di Atene del 2004, quando gli azzurri sbriciolarono la nazionale lituana e andarono a giocare la finale (poi quelle Olimpiadi ci valsero l’argento e la semi-eterna gloria). Oltretutto, la Lituania arriva a questo quarto di finale con poco ossigeno. I ragazzi di Kazlauskas sono arrivati primi, sì, ma faticando un po’. Hanno perso con il Belgio (74-76), vinto con Estonia, Repubblica Ceca, Ucraina e Lettonia. Agli ottavi hanno battuto la Georgia.
#FORZAITALBASKET
L’hastag lo lanciamo noi, #forzaItalbasket, perché l’unione fa la forza e un unione di tweet fa un cinguettio italiano. In dubbio Bargnani. Di lui Pianigiani ha già chiarito: «Dipende da lui». Tradotto: se ce la fa, gioca. Occhio ai duelli. C’è quello tra Gentile e Maciulis (fuochi d’artificio) e quello tra Cinciarini e Kalnietis. I due si erano già tagliati a fette due anni fa, ma questa volta la storia potrebbe girare in un altro modo visto che il Cincia ha uno come Hackett vicino. La partita è alle 21, a Lille. Diretta Sky (canale 201). Telecronaca: Flavio Tranquillo. Dài, dài Italia.