Lo scivolone di Promoberg sull'ospedale alla Fiera (che alla fine è stato requisito)
Per riaprire il presidio sanitario è stato chiesto un indennizzo, ma la Regione, che già versa 84 mila euro a Bergamo Fiera Nuova, ha detto no. E la prefettura, su indicazione del commissario Arcuri, ha fatto scattare la requisizione
di Bruno Silini
Per riattivare l’ospedale alla Fiera di Bergamo, il 2 novembre, è stato necessario l’intervento del prefetto Enrico Ricci. Su richiesta del commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, la prefettura ha emesso un provvedimento di requisizione dell’immobile della Fiera di Bergamo per poter continuare ad accogliere e curare i malati di coronavirus. Un atto che si è reso necessario in quanto Promoberg (gestore in affitto della Fiera) avrebbe chiesto 150 mila euro di risarcimento per mancata attività che si sarebbero aggiunti all'indennizzo di 84 mila euro al mese (previsto dal Decreto Cura Italia) riconosciuto al proprietario della struttura di via Lunga, ovvero Bergamo Fiera Nuova, società pubblica all’82 per cento del capitale. Regione Lombardia non ha accettato le condizioni poste da Promoberg chiedendo al commissario Arcuri di intervenire in maniera coercitiva e abbandonare la strada privatistica di un convenzione. In un momento tanto grave per l’intensificarsi della pandemia, pretendere un risarcimento per poter garantire un presidio sanitario pubblico di estrema utilità per i bergamaschi, ma non solo, potrebbe apparire come un maldestro tentativo ricattatorio del quale si sarebbe fatto volentieri a meno.
La conferma della requisizione arriva dallo stesso prefetto Ricci. «La requisizione l’ha chiesta la Regione Lombardia al commissario straordinario Arcuri il quale ha disposto che la prefettura di Bergamo procedesse. Si è arrivati a questo evidentemente perché non c’è stato un accordo bonario tra le parti. Regione e Promoberg si sono trovate disallineate sulla determinazione del danno che Promoberg subisce per non effettuare le fiere. Il nostro provvedimento - continua il prefetto - determina l’indennità di requisizione nella stessa misura precedente (84 mila euro al mese). Però, su indicazione del commissario Arcuri, resta la possibilità di rideterminarne il valore se dovessero riprendere le fiere. È bene precisare che noi siamo esecutori di indicazioni che vengono dal commissario che si è mosso su richiesta di Regione Lombardia così come siamo stati esecutori della prima requisizione (dal 2 aprile al 2 ottobre) indicata all’epoca dal Dipartimento della Protezione civile con il parere favorevole del commissario, sempre su richiesta di Regione Lombardia».
All’ospedale Papa Giovanni non entrano nel merito delle cause che hanno portato al provvedimento emanato dalla prefettura, anche se ne evidenziano l'estremo bisogno. «L'ospedale in Fiera - fa sapere in una nota il Papa Giovanni - è stato inserito da Regione Lombardia nel piano ospedaliero varato a giugno per la lotta al Covid 19 e approvato dal ministero della Salute, nell'ambito di uno stato di emergenza, ancora vigente, che autorizza l'utilizzo di ospedali temporanei in caso di recrudescenza del virus. È nell'egida di tale fondamentale premessa che si colloca il decreto di requisizione disposto dalla prefettura a favore della Asst Papa Giovanni per la riattivazione del presidio medico avanzato alla Fiera di Bergamo.