Dopo i lavori di quest'estate

Lo stadio è in vendita, parte l'iter Il Comune spara alto: 30-35 milioni

Lo stadio è in vendita, parte l'iter Il Comune spara alto: 30-35 milioni
Pubblicato:
Aggiornato:

Lo stadio Comunale di Bergamo è in vendita, e costa «tra i 30 e i 35 milioni». Nel pomeriggio di oggi, 13 novembre, si è svolta la conferenza stampa a Pala Frizzoni con cui il sindaco Gori e l'assessore Valesini hanno spiegato la delibera di indirizzo che ha avviato il procedimento per la vendita dell'immobile. L'amministrazione ha dato incarico agli uffici di selezionare un soggetto per svolgere la perizia che definirà il valore del bene in questione.

Variante urbanistica. In parallelo una seconda delibera bloccherà l'iter di variante urbanistica che il pgt prevedeva, anzitempo, per la superficie dell'impianto. Perché, come spiega l'assessore Francesco Valesini, «ad oggi per l'area dello stadio è prevista una destinazione diversa, di tipo residenziale e terziario, in concomitanza con lo spostamento dell'impianto fuori dalla città previsto dalla passata amministrazione». Il progetto, tuttavia, è già stato messo da parte: a parere della giunta Gori non ci sono le condizioni, meglio quindi prestare orecchio ai progetti relativi al rifacimento dello stadio e continuare a destinare l'area ad uso sportivo. Nel perimetro è compreso anche il Bocciodromo, la cui questione verrà quindi ripresa in considerazione, ma presumibilmente non inserita nello stesso bando dello stadio.

Riqualificazione e aree commerciali. L'amministrazione intende concentrarsi sul Comunale per avviare un processo di riqualificazione dell'impianto e delle aree limitrofe (quelle in prossimità delle curve), che gioveranno quindi anche al quartiere intorno. Ad esempio, si potrebbero realizzare delle barriere mobili da utilizzare durante le partite e da rimuovere al termine, in modo da rendere più vivibile e piacevole l'area, che ad oggi «non è una meraviglia». Si prevede inoltre la destinazione commerciale di una parte della struttura, entro superfici comunque contenute e interne all'attuale perimetro; quindi negozi tematici e ristorazione, che garantirebbero una maggiore fruizione dell'impianto durante i giorni feriali. L'Atalanta ha già approntato delle opere di riqualificazione nella scorsa estate, le restanti verranno effettuate dopo la cessione.

S
Foto 1 di 12

Presentazione del nuovo stadio Atalanta

S
Foto 2 di 12

Presentazione del nuovo stadio Atalanta

S
Foto 3 di 12

Presentazione del nuovo stadio Atalanta

S
Foto 4 di 12

Presentazione del nuovo stadio Atalanta

S
Foto 5 di 12

Presentazione del nuovo stadio Atalanta

S
Foto 6 di 12

Presentazione del nuovo stadio Atalanta

S
Foto 7 di 12

Presentazione del nuovo stadio Atalanta

S
Foto 8 di 12

Presentazione del nuovo stadio Atalanta

S
Foto 9 di 12

Presentazione del nuovo stadio Atalanta

S
Foto 10 di 12

Presentazione del nuovo stadio Atalanta

S
Foto 11 di 12

Presentazione del nuovo stadio Atalanta

S
Foto 12 di 12

Presentazione del nuovo stadio Atalanta

Maggiore qualità e sicurezza. L'obbiettivo quindi è quello di dare ai cittadini bergamaschi un impianto di assoluta qualità, sulla scia delle iniziative prese dalla Juventus e dall'Udinese. Bergamo vuole inserirsi tra le prime città con stadio di proprietà, e i lavori che la società nerazzurra si è accollata quest'estate puntano diretti verso quell'obbiettivo. È possibile anche una certa riduzione della capienza, in sintonia con la scelta di mantenere la struttura nel quartiere e non portarla fuori. Anche i posti a sedere saranno sicuramente numerati e con nominativo, al fine di garantire maggior controllo e sicurezza. Tra le iniziative che l'amministrazione vanta in questo senso c'è la ZTL intorno allo stadio durante le partite, per alleggerire la pressione sul quartiere.

I tempi e le cifre. Ci vorrà qualche mese per organizzare il bando, ma i tempi sono anche condizionati dalle osservazioni che arriveranno all'amministrazione: difficile che tutto riesca a concretizzarsi prima della primavera 2016. L'interlocutore privilegiato è ovvio, ossia l'Atalanta, ma anche l'Albinoleffe gioca al Comunale e quindi bisognerà vedere l'interesse di entrambe le società. L'investimento si prevede intorno ai 30/35 milioni di euro, ma come spiega Valesini «è difficile avere un metro di paragone su una struttura così particolare. Stiamo parlando di un bene molto atipico. Non nascondiamo che nel giorno in cui Atalanta e Albinoleffe vadano a giocare da un'altra parte ci troveremmo con una struttura dai costi alti di manutenzione e poco valore». La perizia terrà comunque conto della spesa fatta pochi mesi fa dall'Atalanta: se poi l'impianto sarà assegnato alla società orobica quest'ultima verrà decurtata dal prezzo.

Il progetto dell'architetto. L'architetto Mauro Piantelli ha invece riflettuto sul rapporto che si è evoluto negli anni tra stadio e città: molti edifici dell'area sono sorti negli anni Trenta come strutture civiche, legate non soltanto allo sport, ma anche ad altre attività e riti collettivi. Nel corso dei decenni però la dimensione sportiva ha prevalso sulle altre, portando, per i Mondiali del '90, ad interventi di ristrutturazione che non tenevano più conto della natura originaria di tale strutture. L'armonia col tessuto urbano è stata spesso tradita, eliminando ogni rapporto organico con la città intorno. «L'intervento di quest'estate sulla Tribuna d’Onore dello Stadio “Atleti Azzurri d’Italia” ridisegna il rapporto Stadio-Lazzaretto (1504) e ricolloca lo stadio nel suo “paesaggio”, in diretta relazione con la Città Alta ed i Colli», ha spiegato l'architetto. «È un intervento di restauro, trattandosi di un Bene collettivo, o meglio è un progetto-restauro: la preesistenza diviene parte integrante del nuovo progetto attraverso una proposta evolutiva. La riapertura delle finestre dell’ultimo livello, coerentemente con l’intento originario del progetto, permette di leggere chiaramente la nervatura strutturale ed allo stesso tempo consente al paesaggio di attraversare l’edificio, di penetrarlo. Dalla corte del Lazzaretto il rapporto tra i due edifici è di nuovo chiaro, equilibrato. Sono entrambi spazi collettivi, dove le persone s’incontrano in un luogo ibrido tra interno ed esterno. Le nuove superfici vetrate dissolvono la transizione tra aperto e coperto; l’annullamento delle barriere tra il pubblico e gli atleti non è solo un fatto fisico, è prima di tutto una questione di educazione allo spazio, è una questione di paesaggio».

 

Seguici sui nostri canali