Come ai tempi della Guerra Fredda

L'orologio dell'Apocalisse annuncia che mancano tre minuti alla fine

L'orologio dell'Apocalisse annuncia che mancano tre minuti alla fine
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Sono solo tre i minuti a separarci dalla fine del mondo. A darci questa notizia poco allegra è l’orologio dell’Apocalisse, le cui lancette segneranno le 23.57 per tutto il 2016. Sarebbe rassicurante credere che dietro agli ingranaggi di questo timer sconosciuto e dal nome tanto oscuro si celi un crocchio di ciarlatani, ma, al contrario, i suoi meccanismi sono regolati dal nutrito team di scienziati del Bulletin of Atomic Scientists.

 

 

Il Bullettin of Atomic ScientistisSi tratta di una rivista che fa capo all’Università di Chicago e che, a testimonianza della sua autorevolezza, conta oggi tra i suoi sponsor ufficiali ben dodici premi Nobel nel regno delle scienze: medicina, chimica ma, soprattutto, fisica. Il Bulletin vide la luce nel 1947, con lo scopo di informare i suoi lettori sui pericoli legati alla diffusione e all’eventuale impiego di armi atomiche, cioè su quelle minacce alla sicurezza globale nate con la contrapposizione ideologica e politica tra Stati Uniti e blocco comunista, cui seguì la rispettiva corsa agli armamenti nucleari, altrimenti detta Guerra Fredda. 

Un orologio simbolico. Una volta che il timore dell’Armageddon, cioè che la fine del mondo, potesse verificarsi concretamente, iniziò a serpeggiare fra gli scienziati del Bulletin, venne creata l’icona tanto capace di evocare il pericolo del nucleare: l’Orologio dell’Apocalisse. Metaforico, quindi, il suo significato: la mezzanotte simboleggia la fine del mondo, i minuti che la precedono la distanza dalla distruzione finale. Dalla sua prima comparsa nel 1947, non mancò mai d’essere raffigurato sulla copertina della rivista, a testimonianza dell’impegno dei membri del comitato della pubblicazione nei confronti della sicurezza del mondo.

 

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21 spostamenti di lancette. Quando l’orologio dell’Apocalisse fece la sua prima comparsa, sette erano i minuti a separare il pianeta dai dodici rintocchi fatali. Da allora le lancette conobbero 21 spostamenti: a causa dei test termonucleari condotti da Russia e Stati Uniti, la distanza minima fu toccata nel 1953 e venne mantenuta inalterata per i sette anni successivi; la massima distanza, invece, corrispondente a 17 minuti, coprì l’intervallo di tempo che va dal 1991 al 1995, grazie alla sigla dei trattati START, accordi volti alla limitazione della produzione di armi di distruzione di massa. Da allora la situazione vide un inesorabile peggioramento causato, da una parte, del venir meno di una reale disponibilità al disarmo da parte di Usa e Russia; dall’altro, dall’inizio di test nucleari in Paesi come l’India, il Pakistan (1998) e la Corea del Nord (2007), nonché dal timore che l’Iran potesse dotarsi di armi atomiche. A partire dagli attentati di New York si aggiunse la minaccia del terrorismo e, come se non bastasse, nel 2007, anche i pericoli climatici iniziarono comprensibilmente ad essere inseriti nel novero delle minacce al pianeta.

Insomma, arrivati al 2015 c’è poco da scherzare: le lancette si avvicinano così pericolosamente alla mezzanotte da toccare le 23.57. Questo testimonia le preoccupazioni del Bulletin of Atomic Scientists sia verso l’aggravarsi della situazione climatica che verso la modernizzazione e la proliferazione degli armamenti nucleari.

 

 

Ultimo bollettino. Lo scorso 26 gennaio il comitato annuncia la decisione di mantenere inalterata la disposizione delle lancette e non si tratta di una buona notizia. A spiegare questa è Lawrence M. Krauss, fisico teorico di fama internazionale e dirigente del Bulletin of the Atomic Scientists: «È un’espressione di grave preoccupazione per come la situazione globale rimanga in gran parte la stessa. L’ultima volta che l’orologio è stato così vicino alla mezzanotte è successo nel 1983, 33 anni fa, nel pieno della Guerra Fredda (…). Ci sono state alcune notizie positive come l’accordo nucleare iraniano e l’accordo sul clima di Parigi. Allo stesso tempo, le tensioni nucleari tra USA e Russia sono cresciute, la situazione in Corea del Nord è diventata più acuta con il Paese che afferma di aver testato una bomba all’idrogeno, le tensioni tra Pakistan e India rimangono elevate, ed entrambi questi Paesi stanno aumentando i loro arsenali nucleari, e i programmi di modernizzazione delle armi degli USA e della Russia continuano a violare lo spirito di non proliferazione nucleare. Nonostante l’accordo di Parigi, la lotta contro il cambiamento climatico è soltanto appena iniziata, e non è chiaro se le nazioni del mondo siano tutte pronte a fare scelte difficili, ma necessarie, per stabilizzare il clima e scongiurare possibili disastri ambientali. In breve, le principali sfide disposte dal Bollettino per i governi un anno fa non sono state affrontate, nonostante le minacce globali che abbiamo di fronte sono diventate più urgenti».

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