Love contracts, cioè sposiamoci ma prima organizziamo il divorzio
L’amore è eterno finché dura e, purtroppo, sempre più spesso, non dura. Ed è in quel momento che le coppie, anche quelle una volta affiatatissime, si trovano a fare i conti con spiacevoli situazioni riguardo la spartizione del servizio di piatti di Capodimonte o l’assegnazione dell’LCD da 50 pollici di ultima generazione. E il regalo di nozze della suocera (che a nessuno dei due piaceva davvero) diventa addirittura la goccia capace di far traboccare il vaso. Poi si finisce in Tribunale a rinfacciarsi, dinnanzi a sconosciuti, chi ha fatto cosa o, più spesso, chi non abbia fatto cosa.
Cosa sono gli accordi prematrimoniali. Proprio per evitare tutto questo, nei Paesi anglosassoni esistono, ormai da diversi decenni, i cosiddetti accordi prematrimoniali (o love contracts), ossia delle statuizioni che regolano, a priori, le possibili crisi matrimoniali, definendo, ad esempio, a chi spetterà la casa familiare, l’affidamento dei figli o l’ammontare dell’assegno di mantenimento.
Divorzi e scenari italiani. Se consideriamo che, dalle ultime stime, in Italia si contano una media di 174 divorzi ogni 1000 matrimoni e circa 350 separazioni, si può capire che potenzialmente un accordo prematrimoniale farebbe comodo a una coppia su tre/quattro. Purtroppo, nel nostro ordinamento, tale istituto è stato fortemente osteggiato e, di fatto, bandito negli anni Ottanta, dove diverse pronunce di merito ne hanno sancito la nullità per illiceità della causa.
Una nuova proposta di legge. Ma tutto questo potrebbe presto cambiare. Infatti è di questi giorni la proposta di legge (a firma dell’onorevole Alessia Morani, avvocato civilista del Pd, e del deputato di centrodestra Luca D’Alessandro, braccio destro di Denis Verdini) volta a modificare l’articolo 162 del Codice civile, con l’inserimento di un articolo 162-bis, nel quale si prevede che «i futuri coniugi, prima di contrarre matrimonio, possono stipulare accordi prematrimoniali volti a disciplinare i rapporti dipendenti dall’eventuale separazione personale e dall’eventuale scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio». La proposta, a sentire i promotori, non solo renderebbe più snella la procedura post-rottura del matrimonio, ma addirittura riavvicinerebbe molti italiani all’istituto del matrimonio rendendolo più “appetibile”.
Ispiratevi alle star. Quindi, tra non molto, anche da noi le coppie, prima di scegliere le bomboniere, potranno sbizzarrirsi sulla definizione delle clausole più fantasiose e glamour, magari prendendo spunto dalle star di Hollywood, come ad esempio Robbie Williams (ex Take That) che pare abbia firmato un contratto prematrimoniale che garantisce alla consorte 2 milioni di sterline per ogni anno passato assieme, in caso di rottura del rapporto a lui imputabile. O quella imposta da Priscilla - moglie del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg - che prevede che il marito debba, almeno una volta a settimana, giacere con lei nel loro talamo nuziale.
Se invece la vostra preoccupazione sono i figli, potrete ispirarvi ad Angelina Jolie, che al marito Brad pare non aver chiesto altro che l’affidamento di tutta la loro prole. Invece, se pensate che vostra moglie o marito siano interessati solo ai vostri soldi chiedete copia del contratto prematrimoniale firmato da Liz Taylor, che le ha concesso di divorziare dal marito muratore senza dargli nemmeno un penny.
Infine, per i più pignoli ed esigenti, potrete copiare (modulandolo con le esigenze del caso) il contratto stipulato da Nicole Kidman e il cantante country Keith Urban, che hanno firmato un accordo prematrimoniale in due punti, sulla base del quale, se fosse lei a tradire, dovrebbe versare a lui 640mila dollari per ogni anno di matrimonio e, di contro, se Urban dovesse torna a far uso di droghe, non gli spetterebbe un dollaro dei 150 milioni del patrimonio Kidman. Insomma, se è vero che il diavolo sta nei dettagli, ci sarà da divertirsi.