Uno studio britannico

L'uomo in rosso è aggressivo (mentre la donna, si sa...)

L'uomo in rosso è aggressivo (mentre la donna, si sa...)
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The men in red, l’uomo in rosso, non ha proprio nulla a che fare con Kelly LeBroke, la signora in rosso, femme fatale, protagonista e icona sexy dell’omonimo film diretto nel 1984 da Gene Wilder, che ha tormentato i pensieri e le notti di moltissimi uomini. Italiani compresi. E non ci riferiamo certo alla differenza biologica bensì alla sua bontà, intesa nella doppia valenza del termine di bello e b(u)ono. L’uomo in rosso è esattamente il contrario: cattivo, aggressivo, e intimidatorio. Almeno stando ai risultati di uno studio inglese della Durham University, pubblicato sulla rivista della Royal Society, Biology Letters.

 

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Il rosso in natura e non solo. Lo studio è davvero originale, perché si occupa di un’associazione del colore – in questo caso il rosso - a una percezione o a uno stato d’animo. Si può pensare infatti che tragga ispirazione dalla natura, dalla fauna in particolare, dove questo colore rappresenta la supremazia maschile, il dominio territoriale, la conquista della compagna e il testosterone. Veicolandosi quindi a un concetto di aggressività e potere. Ripreso sotto un’altra luce anche dallo sport, perché indossare in campo una maglia rossasembra aumentare le probabilità di vittoria. Darebbe cioè un vantaggio psicologico sull’avversario.

Lo studio. Forti di questa premessa, i ricercatori inglesi hanno osservato le reazioni emozionali di un piccolo gruppo di volontari, 50 uomini e 50 donne, di fronte a delle immagini di uno stesso maschio che indossava la medesima t-shirt, ma di colori diversi, rossa giustappunto, blu e grigia. È stato sorprendente osservare non solo i differenti stati d’animo suscitati dai vari colori – perché, mentre il rosso veniva associato all’immagine di un uomo dominante e aggressivo, il blu si abbinava invece a un’idea di  maschio felice e  il grigio a una figura rassicurante o al più inespressiva – ma anche come queste percezioni variassero tra i due sessi. Infatti un uomo in rosso, agli occhi del maschio, appare in tutta la sua forza, mentre a quelli di una donna pericoloso. Se però a vestirsi di rosso è una donna, le cose cambiano: lì non si discute, per l’universo maschile questo colore al femminile è seduzione, legato all’istinto primario del sesso, al fascino e a tutto ciò che ruota attorno ad esso.

 

 

Sottile (ma non proprio) psicologia. Allora, forse non è stato proprio un caso sela famiglia Obama, la vittoriosa notte delle elezioni del 2008, fece la sua comparsa pubblica per prendere applausi e consensi vestita di rosso e poi replicò all’Inauguration Ball del 2013, dopo la seconda vittoria elettorale, con una Michelle Obama in abito lungo, rigorosamente rosso. Lo stesso fece il democratico Andrew Cuomo, che, eletto governatore dello Stato di New York nel 2010, decise di indossare durante il discorso della vittoria una cravatta rossa, accompagnata da una delle figlie vestite in cremisi. Dunque anche gli opinion leader dicono sì al rosso.

Per i comuni mortali. Ovvero per tutti quelli che non sono il Presidente degli States o governatori americani, invece, l’indicazione è fare attenzione all’abbigliamento rosso. Perché, visto l’effetto per lo più aggressivo che il rosso gioca sul cervello umano, può essere un vantaggio indossarlo in alcune circostanze e poco propizio in altre.

Ad esempio, meglio evitare camice, cravatte, pochette da taschino, pantalone, maglietta rosso fuoco a un colloquio di lavoro, per non dare l’impressione di essere troppo leader; in una trattativa di affari e di negoziazione, perché questo darebbe l’idea che non ci possa essere margine di intesa, o in occasioni in cui lo spirito di squadra e l’affidabilità possono esser importanti, perché il rosso potrebbe dare l’impressione di essere dei tipi poco collaborativi. A buon intenditore di colori, poche parole.

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