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Lutto nel mondo del basket: è morta a 105 anni Annamaria Giotto, campionessa europea nel '38

Indossando i colori della Nazionale femminile, a 23 anni, chiuse il Campionato Europeo di Roma del 1938 segnando 30 punti in quattro gare

Lutto nel mondo del basket: è morta a 105 anni Annamaria Giotto, campionessa europea nel '38
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Giocò e vinse indossando i colori della Nazionale femminile di basket il primo Campionato Europeo del 1938 a Roma, chiudendo la competizione da capo cannoniere all’età di 23 anni, segnando 30 punti in quattro gare disputate contro Francia, Svizzera, Lituania e Polonia. È lutto nel mondo cestistico bergamasco: come riportano i colleghi di PrimaTreviglio, è deceduta all’età di 105 anni Annamaria Giotto.

Nata a Mestre il 4 settembre 1915, Annamaria Giotto si era da tempo trasferita a Bergamo e a cavallo degli anni Trenta aveva scritto pagine che resteranno negli annali del basket italiano.

«Era una giocatrice dotata di grande talento e velocità – si legge in un breve comunicato pubblicato sul sito della Federazione italiana pallacanestro -. Aveva guidato l'Audax Venezia in serie A e poi la convocazione in Nazionale di cui fu protagonista. Alle figlie Marcella ed Adriana, alle famiglie Giotto-Montini l'affettuoso abbraccio e le condoglianze del presidente Fip Giovanni Petrucci a titolo personale e a nome della pallacanestro italiana».

Dopo l’esordio a 16 anni a Venezia, nella squadra allestita dall’allora fidanzato Anniro Montini, diventato poi suo marito, nel 1937 portò l’Audax in Serie A segnando 171 punti in 12 partite, prima di essere convocata in Nazionale. Nel 1939, mentre esplodeva il Secondo conflitto mondiale, si ritirò dalla scena sportiva.

«Annamaria non solo segnava – aggiunge la Fip -, ma si distingueva per l’entusiasmo e l’opera di proselitismo nel diffondere la pallacanestro, dal reclutamento delle giocatrici, alla realizzazione del campo sterrato della scuola Priuli in calle del Megio».

«Vogliamo salutare e ringraziare con tutto il nostro affetto Annamaria, la capocannoniera, come venne chiamata alla fine dell’Europeo – conclude la Federazione - e rendere omaggio a lei, alle sue compagne di squadra e allo staff. Riuscirono a compiere “l’incantesimo” e diventare prime in Europa. Bravissime, oggi come allora».

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