Madre con i due figli investiti (il bimbo è gravissimo): falsa la storia dell'auto pirata
Mentre il bambino di 7 anni si trova ricoverato in prognosi riservata al Papa Giovanni, le forze dell'ordine accusano un 37enne presente sul posto e che ha raccontato la sua versione dei fatti di essere in realtà lui l'investitore
Colpo di scena nelle indagini relative al drammatico incidente andato in scena il pomeriggio di ieri (6 maggio) a Merate, dove una donna con i suoi due figli sono stati investiti: come riportato da PrimaMerate, pare che non ci sia stato alcun pirata della strada.
A travolgere la famiglia sembra che sia stato, infatti, il 37enne pakistano che durante le operazioni di soccorso aveva fatto da testimone raccontando di essere stato a sua volta urtato dalla presunta vettura datasi poi alla fuga e le cui ricerche erano state attivate anche in provincia di Bergamo. Intanto, restano purtroppo gravissime le condizioni di uno dei due figli investiti, un bambino di 7 anni, ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Papa Giovanni.
L’ipotesi dell’auto pirata
L’episodio è accaduto ieri, giovedì 6 maggio, poco prima delle 16.30 in via degli Alpini a Merate, esattamente di fronte alla caserma dei Vigili del fuoco. Una famiglia composta dalla mamma di 38 anni, dalla figlia di 12 e dal figlioletto di 7, residente a Cernusco Lombardone, è stata travolta mentre passeggiava sul marciapiede. In un primo momento, stando al racconto di un cittadino pakistano di 37 anni residente a Carate Brianza, aveva preso corpo l’ipotesi dell’auto pirata: il testimone aveva infatti raccontato di una vettura di colore scuro che, dopo aver urtato la sua Fiat Punto vecchio modello, avrebbe travolto la famigliola, dandosi poi alla fuga.
Un racconto lacunoso
Un racconto che presentava diverse lacune e che evidentemente, alla fine, non ha convinto Carabinieri e Polizia Locale, intervenuti sul posto per rilevare la dinamica dei fatti e pronti a visionare le telecamere. Le forze dell'ordine, che hanno ricostruito i fatti nella serata, si sono convinti che, in realtà, l’investitore sia proprio il pakistano. Non sono noti, al momento, provvedimenti nei suoi confronti.