UNA SITUAZIONE PREOCCUPANTE

Mai così pochi neonati in Italia

Mai così pochi neonati in Italia
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Il 2013 è l’anno in cui si sono fatti meno figli da quando esiste l’Italia. Meno nati rispetto agli anni delle due grandi guerre. Sembra che la crisi, quindi, mieta nuove vittime: i neonati. Infatti, dall’inizio della crisi a oggi sono più di 62.000 all'anno i neonati in meno  nel nostro paese. Nell’ultimo anno le nascite in Italia sono crollate del 3,7%, e il tasso di natalità nel nostro paese è pari a 8,5 nati per mille abitanti. In particolare, sono i giovani quelli che meno se la sentono di mettere al mondo dei figli. Il 90% dei ragazzi fino ai 34 anni non ha figli, e non ha intenzione di farne. Sono dati che non confortano quelli del Censis e del suo rapporto “Diventare genitori oggi”. Una fotografia dello stato di salute della società alle prese con anni difficili, di una crisi economica che ha come principale conseguenza la preoccupazione per il futuro e una scarsa fiducia nelle istituzioni che dovrebbero tutelare la genitorialità. Dal rapporto emerge infatti che il 61% degli italiani è convinto che  le coppie sarebbero più propense ad avere figli se lo stato intervenisse con politiche mirate a sostegno della famiglia, come sgravi fiscali, potenziamento degli asili nido, aiuti pubblici per sostenere i costi per l’educazione dei figli.

Tutto questo accade nonostante l’aspettativa di vita si sia allungata, la scienza medica abbia fatto progressi, la popolazione sia progressivamente aumentata e il massiccio arrivo di immigrati abbia comunque contribuito a innalzare il tasso di natalità. Siamo passati dai 576.659 del 2008, ai 514.308 del 2013.

Il boom degli anni ’50 e ’60. È curioso notare come negli anni ‘50 e ‘60, quando l’Italia vide il miracolo economico, dopo essere uscita dagli anni bui delle guerre, nel paese ci fu un sensibile incremento di nascite, che ha raggiunto il culmine nel 1964, con oltre un milione di nuovi nati. Esattamente 50 anni dopo, la situazione si ribalta e l’Italia diventa un paese sempre più vecchio. Il Censis fotografa anche uno spaccato di Italia che è mutato negli anni. Se un tempo la famiglia tradizionale era l’unico modello, oggi non è più così. Per molti è diventato normale avere figli anche al di fuori della coppia eterosessuale tradizionale. Per il 46% dei single e per il 29% delle coppie omosessuali è legittimo.

Single, omosessuali e fecondazione eterologa. L’Italia è tradizionalmente un paese cattolico, dove la cultura e la tradizione religiosa hanno avuto un peso determinante nelle scelte dei singoli. Il modo di vivere la fede e le convinzioni a essa legate, oggi, pare influenzino meno queste scelte. Tra gli intervistati cattolici praticanti emerge che il 46% di loro è d’accordo con il fatto che anche i single possano diventare genitori, mentre solo il 23% ammette di essere favorevole alla genitorialità delle coppie omosessuali. Elementi strettamente legati alla questione della fecondazione eterologa. Il 40% degli italiani è favorevole, tra i cattolici praticanti la percentuale scende al 30%, mentre sale al 65% tra i non credenti. C’è disinformazione: solo l’11% degli intervistati è a conoscenza del fatto che in Italia vi sia una legge che regola la materia, la contestatissima Legge 40, che viene giudicata – da chi ne è a conoscenza – inadeguata e da modificare per la sua applicazione sul territorio nazionale. Il 35% degli italiani, in fatto di fecondazione eterologa, è favorevole alla diagnosi pre-impianto (il 29% tra i cattolici praticanti), ma solo il 14% concorda con la possibilità di ricorrere al cosiddetto "utero in affitto". C’è una piccola fetta di persone, il 9,5%, che ritiene sia giusto poter scegliere in anticipo il sesso del proprio figlio.

La situazione in Europa. L’Italia è ben consapevole del problema della denatalità: l’88% degli italiani sa che si fanno pochi figli e l’83% di loro attribuisce la colpa alla crisi. Ma non siamo l’unico paese a aver subito questo drastico crollo delle nascite. In generale il tasso di natalità nell'Unione europea (a 28 Paesi) è sceso dai 10,9 nati per mille abitanti del 2008 a 10,4 nel 2012. L’Italia è uno dei paesi che ha visto uno dei trend più negativi, insieme a Portogallo, Spagna, Irlanda ed Estonia. Nel Regno Unito e in Svezia il tasso di natalità non ha subito variazioni nel corso degli ultimi anni. Unico caso positivo è la Lituania, dove nascono. In cima alla classifica dei più fertili resta l'Irlanda, nonostante il calo di circa un punto percentuale in 5 anni, con 15,7 nati su mille abitanti nel 2012, seguita dal Regno Unito con 12,8 nati.

 

 

 

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