Da Norcia a Camerino

Le chiese che non ci sono più Triste bilancio del terremoto

Le chiese che non ci sono più Triste bilancio del terremoto
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Solo in diocesi di Camerino sono 454. Neanche l'arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro ha potuto vederle, tutte quelle chiese che stanno sotto il suo "governo". Ma di quei 454 edifici sacri, dopo la sequenza dei terremoti da agosto ad oggi, ben 222 sono inagibili.

A Camerino. Questo il conto fatto prima delle ultime scosse del 26 ottobre: ora il numero è certamente peggiore. Ad esempio è crollato il campanile di Santa Maria in Via, a Camerino, cadendo su una palazzina abitata da studenti che frequentano la locale università. Per fortuna la scossa di avvertimento delle 19 di quella sera li aveva fatti allontanare. Anche la Cattedrale di Camerino «è ferita», come dice monsignor Brugnaro. Parte del campanile rischia di staccarsi dal corpo della chiesa. Dovesse cadere bloccherebbe l'accesso alla città. Non va meglio al palazzo vescovile, che è disastrato. Nella chiesa di San Filippo, che custodisce un bellissimo quadro di Tiepolo, è venuto giù un pezzo di tetto. Anche la grande basilica patronale di San Venanzio, che accoglie la bellissima arca del santo, è a rischio e quindi inagibile.

 

La chiesa di San Sebastiano a Castelsantangelo sul Nera.

 

A Castelsantangelo sul Nera. Se si esce da Camerino la situazione è ancora più drammatica. Nel comune di Castelsantangelo, epicentro dell'ultima grande scossa, ci sono 21 chiese: gli abitanti sono circa 200. Se si fa la media, ce n'è una ogni 10 abitanti. Una cifra davvero record, che testimonia quanto siano ricchi di storia questi paesi immersi nella solitudine degli Appennini. Prima del 26 ottobre una sola era agibile, quella del cimitero. Ora anche quella è chiusa e sbarrata. In cima al paese c'è la chiesa di Santo Stefano. Ha il campanile che si regge sì e no. Impressiona vedere la campana appesa un po' per miracolo. Dovesse cadere prima che i soccorsi riescano a intervenire, finirebbe per precipitare sulla chiesina.

 

La chiesa di Borgo Sant'Antonio, Visso.

 

A Visso e Ussita. Anche a Visso, altro paese tra i più colpiti dall'ultima scossa, il referto sulle chiese è drammatico: la bellissima Collegiata è assolutamente inagibile e a rischio crollo. Nella chiesa di San Francesco che custodisce affreschi grotteschi, sono cadute le vele e una parte del tetto. A Ussita la facciata della chiesa di Santa Maria Assunta è venuta giù di schianto.

A Norcia. Colpito anche uno dei luoghi simbolo della storia italiana: Norcia, la città natale di San Benedetto. Alcune chiese già inagibili dal 24 agosto sono state ridotte in macerie. Basti pensare al crollo della chiesa di San Salvatore a Campi di Norcia, all’abbazia benedettina di Sant’Eutizio di Preci con lo splendido rosone distrutto insieme alla parte superiore della facciata, e la chiesa della Madonna delle Grazie. Il caso che ha destato più impressione è quello di San Salvatore, un gioiello che si trovava a Campi, una frazione di montagna: è crollata "in diretta" davanti ad una telecamera che ne ha ripreso il dramma.

 

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La chiesa di San Salvatore a Campi, frazione di Norcia.

 

Ad Acquasanta Terme. Ad Acquasanta Terme, in diocesi di Ascoli, invece i carabinieri la mattina del 26 ottobre hanno fatto in tempo a concludere un’attività di recupero di opere d'arte all'interno della chiesa Madonna della Misericordia nella frazione di Tallacano. La sera la grande scossa ha travolto l'edificio... era un piccolo scrigno. Almeno i suoi tesori sono salvi.

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