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I massacri dei cristiani nel mondo La Annunziata: «Sinistra, dove sei?»

I massacri dei cristiani nel mondo La Annunziata: «Sinistra, dove sei?»
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Il giorno di Pasqua, durante il Regina Coeli in Piazza San Pietro, il Papa ha rivolto un appello alla comunità internazionale affinché non si giri dall'altra parte ignorando il massacro di cristiani che, quotidianamente, va in scena nel mondo. Solo tre giorni prima c'era stata l'esecuzione di 148 studenti nell'università di Garissa in Kenya, perseguitati per la loro fede. Nel nostro Paese una delle poche voci che si sono alzate in risposta al grido del pontefice è stata quella di Lucia Annunziata, che sul sito Huffington Post, di cui è direttore, ha scritto un articolo dal titolo: "La solitudine di Francesco, il silenzio della sinistra sui cristiani". Lo riproponiamo perché pone domande che interpellano tutti.

Sinistra dove sei? No, non intendo parlare delle polemiche sull'Italicum, non faccio riferimento a nessuna minoranza, e non sto chiedendo conto delle varie denominazioni pro e contro Renzi.

Mi chiedo dove sia la Sinistra, con la S maiuscola, quell'ampio schieramento sociale che è tale perché ha una storia e dei principi, perché è fuori dalle gabbie e dalle beghe delle quotidianità, che ama se stesso perché ama il suo senso della giustizia. Dov'è in questo momento di fronte al più terribile dei crimini perpetrati oggi contro i deboli?

Parlo, si, delle stragi di cristiani che bagnano di sangue tante terre del mondo. Perché non ricevo appelli da firmare (eppure me ne inviano di ogni tipo)? Perché nessuno promuove non dico una manifestazione ma un sit-in, o una qualunque riunione? Non all'uditorium, non all'Ambra Jovinelli, ma nemmeno in un padiglione qualunque di periferia, o in una piazza storica occupata dalla Cgil o dalla Fiom. Nulla. Non sento slogan, non arrivano documenti, né appelli, né proposte di sottoscrizione.

Non se ne parla nei talk show, non parliamo dei talent o di Amici. La Tv è altrove, lo sappiamo, soprattutto noi che ci lavoriamo. Ma nemmeno c'è la fila, qui, dentro questo ufficio dell'HuffPost, di giovani e ambiziosi giornalisti che vogliono "dare voce", come si ama dire, a questi nuovi deboli e indifesi.

Se guardo alla cronaca di questi ultimi mesi la Sinistra si è accollata una quantità enorme di cause - quelle delle donne, del femminicidio, degli operai, della disoccupazione giovanile, dei matrimoni fra cittadini dello stesso sesso, di tagli agli sprechi della politica, di riforme delle istituzioni, di cambio della forma partito, della libertà su internet o delle tasse a Google, della privacy, della innovazione, di rottamazione, di povertà e austerità, ma anche di chilometro zero, di talento e di diete giuste, di arte e corpo, di corpo e tatuaggi, di Isis e Guerra, di Europa e Guerra, di Putin, di Obama e di Charlie Hebdo e del Museo del Bardo.

Ma, eccezion fatta per pochi, mai una volta, in tutte queste passioni si sono inseriti la pena o l'orrore per la morte di uomini e donne a causa della loro fede. La morte cioè come violazione finale del diritto più importante della libertà personale. Fede che, per altro, è quella della maggioranza del nostro paese, ed è anche la base della definizione (volerlo o meno) della storia e della cultura del continente in cui viviamo.

No, non sono cattolica, e nemmeno una neoconvertita. Sono atea e intendo rimanere tale. E no, non ho scritto una sola riga sull'attuale Papa, non sono andata a Messa dalle nuove gerarchie religiose e ancor meno mi sono spinta a dire che questo Papa sta facendo una rivoluzione ed è il vero leader della sinistra.

Sono però una giornalista e credo di riuscire ancora a capire cosa è una notizia. E la notizia di questi giorni è la solitudine in cui è stato lasciato proprio questo popolarissimo Papa, da mesi voce unica nel denunciare le stragi dei fedeli e oggi unico capo di stato a puntare il dito contro l'immobilismo delle Nazioni Occidentali su questi eccidi. L'esatto contrario di Charlie Hebdo, insomma.

Le ragioni di tanto silenzio e imbarazzo degli Stati Occidentali si conoscono molto bene...

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