Capitale della cultura

Matera ha rispettato le promesse

Matera ha rispettato le promesse
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Avrebbe potuto essere Bergamo e invece com’è ben noto sarà Matera. Ma come si era detto al momento della scelta è bello perdere quando in campo c’è una città fuori dall’ordinario come la città dei Sassi. Ora mancano pochi mesi all’inizio dell’anno come Capitale europea della Cultura e c’è da verificare a che punto sta Matera.

Cautela. Per chi la conosceva da qualche visita fatta negli anni passati fatica a riconoscere la stessa città. È una città che non ha cambiato sostanza ma ha cambiato pelle. L’aspetto immediatamente percepibile è che non sono stati fatti interventi fuori scala, secondo quella disgraziata abitudine italiana di cavalcare gli eventi per disseminare le città di strutture poi inutilizzabili. Matera si è mossa con molta cautela, secondo una filosofa che ha decisamente puntato sul riuso di strutture esistenti. La città è passata così attraverso un restyling che l’ha resa straordinariamente attrattiva: girare la sera d’estate tra le strade vuol dire imbattersi in una folla di giovani che convergono qui dal territorio e dalle località di mare, peraltro non vicinissime. È una sorta di movida lucana, che si muove su strade tutte recuperate con il loro elegante selciato in pietra.

 

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Rinnovamento. Quello che colpisce è un’operazione di netto rinnovamento operato in ogni dettaglio ma stando dentro gli spazi che la città metteva disposizione. Per fare un esempio: colpisce la qualità grafica e negli allestimenti dei locali, che si sono fatti trovare pronti a decine, o meglio a centinaia, per l’appuntamento. Qui si vede l’effetto dell’intelligente scelta di aver aperto a Matera una scuola di design alla cui direzione è stato chiamato Joseph Grima, Design francese ma da molti anni di casa a Genova. Ovviamente la scuola non è finalizzata al 2019, ma si offre come opportunità per il futuro, scoprendo quella che può diventare una vocazione per questa magica città.

Anche la parte più celebre di Matera, i Sassi, sta vivendo un cambiamento all’insegna dei rammendi architettonici. È certamente terreno per un’esperienza da gentrification: arrivano abitanti nuovi, che poco hanno a che fare con la storia dei Sassi ma che con la loro venuta garantiscono una riqualificazione che si spera resti sempre rispettosa dell’esistente.

 

 

Giovinezza. Si respira eccitazione in una città che vede le strutture ricettive quasi sempre al completo: come per un domino anche tante cittadine nei dintorni stanno subendo una trasformazione per venire incontro alla domanda di posti letto: non alberghi ma decine e decina di bed and breakfast ricavati da case per l’occasione ristrutturate in contesti quasi sempre storici.

L’altro sforzo che si intravvede è quello di non fare di Matera semplicemente un nuovo gioiello turistico da aggiungere all’immensa offerta di cui l’Italia dispone. Lo sforzo è di attivare nuove filiere produttive e creative che si siano anche opportunità per un ringiovanimento della popolazione. Matera in effetti già ora ha la fisionomia di una città di giovani.

Unico neo, per ora, i trasporti. La superstrada per Bari non è ancora conclusa nel tratto lucano. E anche il treno è in ritardo: i cantieri della Ferrovia Apulo Lucana sono ancora nel pieno dei lavori, con poche speranze di arrivare pronti per il primo gennaio 2019.

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