Mattiello e gli altri infortuni choc Storie di quelli tornati più forti

Federico Mattiello era andato a Verona, sponda Chievo, per trovare un po’ più spazio in una realtà di provincia che aveva bisogno di giocatori freschi e determinati a dimostrare il loro valore. Già alla Juve si erano accorti delle doti di questo giovane, tanto da volerlo quotidianamente monitorare, ma la grande concorrenza sulle fasce aveva portato la società bianconera a prestarlo alla squadra del presidente Campedelli. Entrato in punta di piedi nello spogliatoio di mister Maran, il tornante diciannovenne era riuscito a conquistarsi un posto nell’11 clivense dopo le buone prestazioni con Sampdoria e Milan. La grande occasione per affermarsi in pianta stabile tra i titolari è contro la Roma, la rivale della “sua” Juve, ma va in frantumi assieme alla tibia e al perone del numero 7 gialloblù, in seguito ad uno scontro con il belga Nainggolan. La diagnosi è impietosa: stop di almeno 7 mesi, nei quali il laterale di Lucca rientrerà alla Juve per iniziare la riabilitazione. Immediati i messaggi di solidarietà di tutto il mondo sportivo e non, accompagnati dall’hastagh #ForzaFederico. L’augurio fatto a Mattiello è quello di rientrare in campo per poter confermare quanto di buono visto in queste prime apparizioni, ed il nostro in bocca al lupo parte da delle storie di calcio ed infortuni “positive”.
http://youtu.be/iyX182eHsGM
Il caparbio Djbril. Nel 2004 un giovane 23enne francese è pronto per il grande salto in una nobile squadra britannica come il Liverpool: si chiama Djbril Cissè e nelle stagioni precedenti ha trascinato l’Auxerre a vincere una Coppa di Francia e ad assestarsi tra le grandi transalpine. Il francese bagna l’esordio ad Anfield con una rete ed il pubblico della Kop spera di aver trovato il nuovo Robbie Fowler. Il 30 ottobre però, durante il match contro il Blackburn Rovers, Cissè si procura la rottura della tibia e del perone in uno scontro con il difensore, rischiando di perdere la parte della gamba sotto il ginocchio, cosa scongiurata grazie all’immediatezza dei soccorsi. Rientra 6 mesi dopo e riesce a rendersi protagonista nella vittoria della Champions League per i Reds, segnando in finale uno dei rigori. Il riscatto di Djbril è definitivo quando nella Finale di Supercoppa Europea realizza due gol e un assist permettendo al Liverpool di conquistare il trofeo.
Infortuni “mondiali”. 24 settembre 1983: il Barcellona sta vincendo per 4-0 sull’Athletic Bilbao, trascinato dal suo fuoriclasse Diego Armando Maradona. A risultato ormai acquisito, il difensore basco Andoni Goikoetxea Olaskoaga, con un’entrata killer, molesta la caviglia sinistra del numero 10 argentino, che è costretto a fermarsi per 6 mesi, perdendo il 30% della funzionalità dell’articolazione. Da quel giorno Goikoetxea è per tutti il “macellaio di Bilbao”, Maradona invece riuscirà a vincere da solo due scudetti a Napoli ed una coppa del mondo con l’Argentina.
Il Fenomeno. Tutto il mondo non può dimenticare invece l’urlo, intriso di lacrime, del Fenomeno Ronaldo, accasciato a terra con il ginocchio tra le mani il 12 aprile 2000 durante la finale di Coppa Italia tra Lazio e Inter. Dura solo 6 minuti il rientro del campione brasiliano: dopo una progressione palla al piede il tendine operato si lacera completamente e drammaticamente cede. È di oltre un anno la durata del calvario del numero 9 che riuscirà a riprendersi ed a trascinare il Brasile alla vittoria del mondiale nippo-coreano del 2002 a suon di reti.
Totti: infortunio e Mondiale. Richard Vanigli è invece il difensore dell’Empoli che, il 19 febbraio 2006, attenta alle gambe ed alla carriera di Francesco Totti. Il fallo sulla gamba destra del Pupone è gravissimo, ma il numero 10 giallorosso non demorde, ed in tempo record si dichiara arruolabile per il mondiale tedesco del 2006, vinto dagli azzurri grazia anche al rigore di Francesco contro l’Australia.
http://youtu.be/Tawk5ArMyqM
Questione di testa. Sono solo 16 i secondi trascorsi in un pomeriggio britannico quando, durante una partita tra Reading e Chelsea, il portiere del Blues Petr Cech si scontra in uscita contro l’avversario Stephen Hunt, riportando una gravissima frattura del cranio. La partita sembra maledetta, tanto che anche il secondo di Cech, l’italiano Carlo Cudicini, subisce un infortunio alla testa. Tre mesi dopo l’estremo difensore ceco rientra tra i pali con uno speciale caschetto protettivo, che diverrà il suo marchio di fabbrica per tutta la carriera. Nel 2012 a Monaco di Baviera Cech vincerà la Champions League con il Chelsea, risultando decisivo nel parare nei tempi supplementare un calcio di rigore all’olandese Robben. Simil sorte a quella di Cech per Cristian Chivu. Il difensore rumeno dell’Inter di Mourinho subì la frattura del cranio in un durissimo scontro di gioco avvenuto il 6 gennaio 2010 contro l’avanti del Chievo Sergio Pellissier. Portato in terapia intensiva, riuscì a rientrare in campo dopo 2 mesi e mezzo, utilizzando anch’egli un casco di protezione, e giocò da protagonista le sfide contro Barcellona e Bayern Monaco che portarono i nerazzurri a vincere la Coppa dei Campioni nella finale di Madrid.
L'intramontabile Larsson. Lo svedese Henrik Larsson nel 1999 è già da un paio di stagioni l’idolo dei tifosi del Celtic Glasgow con cui segna gol a raffica. In Coppa UEFA contro il Lione però succede il fattaccio: in uno scontro con un difensore francese “Henke” riporta la rottura di tibia e perone che lo costringono ai box per tutta la stagione. L’annata successiva lo svedese sembra quasi “rigenerato” dall’infortunio e vince la Scarpa d’Oro 2001 con 53 gol in 50 partite; nel 2005-2006 con il Barcellona riuscirà anche a vincere anche la Champions League.