27MILA i desaparecidos

Messico, altra strage di ragazzi

Messico, altra strage di ragazzi
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Un’altra strage di ragazzi flagella il Messico. Dopo la sparizione dei 43 studenti a Iguala, le autorità messicane hanno trovato i resti di altri 11 corpi. Sono stati decapitati, quindi bruciati e crivellati da colpi d'arma da fuoco. È successo ad Ayahualulco, piccola località del comune di Chilapa, stato di Guerrero, a un’ora di macchina dalla scuola rurale di Ayotzinapa, dove studiavano i 43 ragazzi spariti il 26 settembre scorso. Accanto ai loro resti è stato rinvenuto un biglietto con un messaggio diretto alla banda dei "Los Ardillos" ("gli scoiattoli") con la scritta, «ecco qui la vostra immondizia», una prassi comune all’interno delle lotte del narcotraffico. Ad avvertire le autorità sarebbe stata una telefonata anonima, e i corpi sarebbero stati abbandonati vicino a un commissariato, sul ciglio di una strada. All’arrivo delle forze dell’ordine, l’incendio era ancora in corso. I militari non hanno potuto far altro che spegnere l’incendio e cominciare le operazioni di identificazione dei cadaveri, che si ritiene appartengano a persone di età compresa tra i 20 e i 25 anni.

Mobilitazioni generali, anche in Italia. Di fronte a questa situazione di violenza dilagante l’intero paese ha più volte manifestato per chiedere giustizia e che venga messa la parola fine alle atrocità dei cartelli del narcotraffico. Al grido «vivi li hanno presi, vivi li rivogliamo», migliaia e migliaia di persone si sono riversate nelle strade e nelle piazze messicane. Sono oltre 27.000 gli uomini e le donne fatti sparire in Messico negli ultimi anni, e di questi nessuno è stato mai ritrovato. Una protesta, quella dei messicani che è uscita dai confini e si è espansa un po’ in tutto il mondo. Anche l’Italia si è unita alla società civile messicana che da settimane sta chiedendo verità e giustizia per i 43 studenti e per tutti gli altri desaparecidos. Il 26 novembre scorso, a due mesi esatti dalla strage di Iguala, mentre a Città del Messico oltre 150mila persone hanno sfilato nel centro per cinque ore, in dieci città italiane si sono svolti sit-in e manifestazioni per chiedere al governo messicano chiarezza e trasparenza sul caso di Iguala e per l’istituzione di una Commissione Indipendente per il Messico che ottenga verità e giustizia per tutti quei messicani di cui si sono perse le tracce.

Il presidente messicano annuncia riforme. Non potendo ignorare una mobilitazione di così ampia portata, il presidente messicano, Enrique Pena Nieto, ha parlato alla nazione. Ha annunciato un piano speciale di 10 riforme per cambiare la strategia dello Stato in materia di legalità e giustizia. Le polizie municipali verranno abolite perché accusate di collusioni con le gang del narcotraffico: al loro posto ci saranno corpi di sicurezza statali e nazionali, meglio addestrati e pagati. Il governo centrale avrà anche l'autorità di intervenire nelle amministrazioni locali e di scioglierle di fronte a prove di una collusione con il crimine organizzato. Riforme che, data la natura federale del Messico, richiedono modifiche costituzionali, che la prossima settimana verranno presentate al Congresso. In sintesi, nel suo discorso, Pena Nieto ha detto che si tratta di sciogliere i 1.800 gruppi di polizia locale presenti nel paese e di lasciare operativi solo 32 gruppi a livello nazionale e sotto il controllo statale; di avere un solo numero d’emergenza attivo a livello nazionale e di assegnare numeri d’identità e documenti nazionali a tutti i messicani. Inoltre bisogna inviare più agenti federali a Guerrero, Michoacan, Jalisco e Tamaulipas, luoghi caldi per le guerre del narcotraffico

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