la provocazione del new york times

Migliaia in fila solo per Monna Lisa È giunta l'ora di portarla fuori

Migliaia in fila solo per Monna Lisa È giunta l'ora di portarla fuori
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«Per il Louvre è giunta l'ora di riconoscere la sua sconfitta. E per la Monna Lisa è giunta l'ora di andarsene». Così il New York Times, per mano del suo critico d’arte Jason Farago, ha sollevato un caso, che in realtà è sotto gli occhi di tutti. La gestione del più famoso quadro del mondo rischia di andare fuori controllo: ogni giorno sono oltre 30 mila le persone che si mettono in fila per vederlo per qualche secondo, giusto il tempo di farsi un frettoloso selfie (il quadro è un olio che misura 77 centimetri per 53, è chiuso in una teca e lo si può vedere da circa 3 metri e mezzo di distanza...).

Per l’anniversario leonardesco (i 500 anni dalla morte avvenuta nel 1519) il Louvre stesso ha organizzato una mostra pure presa d’assedio, ma non ha potuto esporre il suo quadro più celebre, perché sarebbe stato un problema non gestibile negli spazi della mostra. La scorsa estate per esigenze di interventi nella sala degli Stati che la ospita, la Gioconda era stata provvisoriamente spostata in un’altra ala del Museo, dove sono esposti i fiamminghi. Ebbene si era creato il caos, con frotte di turisti che vagavano per il museo alla ricerca della Monna Lisa perduta. Erano i giorni di calo tropicale e il Louvre aveva addirittura preso la decisione di restare chiuso per qualche giorno. Poi i responsabili hanno dovuto affrettare i lavori per riportare un minimo di normalità ai flussi dei visitatori. «La Gioconda aveva ridotto la collezione fiamminga a una semplice carta da parati in un recinto per bestiame, nel quale guardie visibilmente irritate cacciavano predatori di selfie sudaticci in fila da mezz'ora», ha scritto con tono caustico il critico del New York Times.

Il boom di visitatori (il Louvre quest’anno supererà i 10 milioni) è dovuto anche a da un altro fattore esterno: il video girato al Louvre da Beyonce e Jay-Z per il loro singolo Apeshit che ha avuto oltre 150milioni di visualizzazioni.

 

 

Ovviamente le due star non hanno mancato di ballare davanti alla Gioconda, cosa che ha fatto crescere ancor di più il desiderio di andare a vederla dal vero. Invano i responsabili del Louvre hanno messo nei pressi della Mona Lisa cartelli per segnalare che intorno, nella stessa sala, c’è un fior fiore di capolavori. Gli sguardi sono tutti e solo per lei.

Come affrontare un fenomeno ai limiti del parossismo come questo? La proposta del critico del New York Times, ma non solo sua, è drastica: bisogna avere il coraggio di spostare il quadro e metterlo in uno spazio, esterno a Louvre, dove le persone che vengono al museo solo per vedere la Monna Lisa, possano vedere esaudito il loro desiderio senza terremotare il grande museo, riducendone l’affollamento, tutto concentrato nelle zone limitrofe alla Sala degli Stati. La ricaduta potrebbe essere quella di crollo di ingressi nel museo maggiore: ricaduta più di immagine che di sostanza perché gli incassi comunque non diminuirebbero. D’altra parte se è vero che la Monna Lisa è l’unico obiettivo dell'80% dei visitatori del Louvre, questi però in netta maggioranza rimangono delusi dalla visione della tela. Un’indagine realizzata in Gran Bretagna l’ha persino eletta «attrazione più deludente al mondo», precedendo il Checkpoint Charlie a Berlino e Piazza di Spagna a Roma. Insomma c’è da pensare che a esternalizzare il suo quadro feticcio il Louvre avrebbe solo da guadagnarci.

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