Continuano le indagini

Morte in carcere di Oumar, 21enne bergamasco: il giallo delle telecamere spente

La sera in cui il giovane è stato male a Opera, la videosorveglianza pare non funzionasse. Nuova interrogazione parlamentare di Devis Dori

Morte in carcere di Oumar, 21enne bergamasco: il giallo delle telecamere spente
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di Camilla Amendola

Oumar Dia, 21 anni e originario del Senegal ma cresciuto a Fiorano al Serio, è morto il 26 ottobre scorso in circostanze che non sono state ancora chiarite del tutto. Il 19 ottobre era stato trasportato d’urgenza nell’ospedale di Rozzano dal carcere di Opera a Milano, in cui rinchiuso in isolamento da circa una settimana e dove era stato trasferito dopo aver aggredito una guardia nel carcere di Bergamo.

Oumar Dia

La prima interrogazione

Oumar era stato arrestato una prima volta l’8 agosto del 2020 a seguito del furto di un telefonino e una seconda volta il 7 luglio 2023 in circostanze inizialmente non del tutto chiare, ma successivamente spiegate dal sottosegretario al Ministero della Giustizia Andrea Delmastro il 15 novembre in risposta a un’interrogazione parlamentare presentata dal deputato bergamasco Devis Dori, di Alleanza Verdi e Sinistra.

È così stato reso noto che la seconda carcerazione sia dipesa da altri presunti furti commessi dal giovane e dal fatto che non siano stati rispettati i domiciliari. Parallelamente, però, non sono ancora chiare le circostanze del decesso del 21enne e parenti e amici chiedono da mesi verità e giustizia.

Secondo le prime informazioni, Oumar sarebbe morto per un'anossia seguita a un tentativo di impiccagione avvenuto in cella. Stando alla ricostruzione fornita dalle autorità, le guardie, appena si sono rese conto dell’accaduto, hanno chiamato un’ambulanza.

Le telecamere spente e la seconda interrogazione

Pochi giorni fa, per la precisione il 9 gennaio, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha però fatto sapere che non ci sono prove video di quanto accadute a Opera in quei concitati momenti, dato che alcune telecamere del carcere erano disattivate nel giorno del presunto suicidio di Oumar.

Devis Dori ha quindi deciso di chiedere ulteriori spiegazioni al Ministero presentando una seconda interrogazione parlamentare: «È emersa la notizia che quel 19 ottobre, alle ore 23.50, quando fu ritrovato Oumar in fin di vita nella sua cella, le telecamere interne sarebbero state disattivate. Chiediamo pertanto che il Ministero possa confermare o smentire tale circostanza».

Se la risposta alla domanda dovesse essere affermativa, sorgerebbero altri dubbi: perché le telecamere erano spente? Guasto oppure una disattivazione? E lo stop ai video riguardò tutto il carcere o solo alcune aree? Per quanto tempo le telecamere restarono spente? La speranza è che presto arrivi una nuova risposta, mentre la Procura di Milano sta proseguendo con le indagini per fare luce sulla morte del 21enne.

Commenti
Andrea72

Per RT: e allora cosa significa ? Che siccome non era uno stinco di santo non bisogna fare chiarezza su quello che è successo ?

RT

..............solo il fatto che era in carcere un motivo ben preciso esisteva. Non penso che l'abbiano portato cosi per caso.......

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