Troppi casi

Morti sul lavoro raddoppiati in Bergamasca: sta diventando una tragica abitudine

Nei primi sei mesi dell'anno 14 decessi. A cui vanno aggiunte le recenti tragedie di Romano e Lallio. Si potevano evitare?

Morti sul lavoro raddoppiati in Bergamasca: sta diventando una tragica abitudine
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di Marta Belotti

Aveva fatto la pausa caffè nel capannone vicino e stava tornando al lavoro sfruttando i camminamenti pedonali, quando un tir lo ha travolto. Quella avvenuta nella storica azienda Zanetti Formaggi di Lallio martedì 8 agosto e che ha visto vittima Andrea Menegoi, 49enne con disabilità del quartiere Loreto, è l’ennesima morte sul lavoro che ha sconvolto la Bergamasca in un 2023 nero da questo punto di vista.

A fine giugno, l’Inail (Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) è arrivata a contare quattordici infortuni mortali in provincia, un numero ben più alto dei sei riscontrati nello stesso periodo del 2022.

A memoria, se si aggiungono le morti di Giacomo Chiapparini, 74enne travolto domenica 6 agosto da oltre quindicimila forme di Grana Padano in un magazzino della sua azienda a Romano di Lombardia, e quella di Menegoi si arriva a sedici. Il numero, tuttavia, potrebbe salire quando arriveranno i dati Inail ufficiali che comprendono anche i fatti di luglio.

Andrea Menegoi è solo l’ultimo

Andrea Menegoi è stato descritto come un uomo «dallo sguardo gentile» dal Comune di Curno in un post pubblicato nella mattina di mercoledì 9 agosto sulla propria pagina Facebook. L’uomo, infatti (...)

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