Morto dopo speronamento a Montello, l'imputato: «Avevo paura, Monguzzi mi prese a calci l'auto»
V.B., magazziniere di Montello, ha respinto l'accusa di omicidio volontario aggravato raccontando la sua versione dei fatti
Nuovi risvolti nel caso culminato con la morte di Walter Monguzzi, 55enne di Osio Sotto, per una banale lite stradale. A parlare, di fronte al pm Letizia Aloisio e alla Corte d'Assise, è V.B., cinquant'anni e magazziniere di Montello, che oggi - lunedì 16 ottobre - ha respinto l'accusa di omicidio volontario aggravato da futili motivi e dalla guida sotto l'effetto di cocaina, raccontando la sua versione dei fatti.
Due cose, come riportato da Corriere Bergamo, il cinquantenne avrebbe ammesso: che cercava di spingere Monguzzi e che, con la coda dell'occhio, lo ha visto cadere, prima di andarsene con la sua auto senza fermarsi. Stando a quanto raccontato dall'imputato, quel giorno stava andando a caccia; erano circa le 12.30 quando sarebbe iniziata la discussione con il motociclista, a cui l'uomo era convinto di non aver dato la precedenza.
Calci contro la portiera o speronamento?
Monguzzi, secondo l'imputato, fermo al semaforo rosso avrebbe battuto contro il vetro della sua automobile, urlando. L'uomo, stando ai racconti, lo avrebbe abbassato soltanto di poco per paura. È nei cinque secondi che succedono il verde, non ripresi dalle telecamere di videosorveglianza causa problema tecnico, che si intreccia il nodo: secondo l'accusa, V.B. avrebbe speronato il cinquantacinquenne di Osio Sotto spingendolo fuori strada, fino a farlo cadere.
Secondo quanto raccontato dall'accusato, invece, sarebbe stato Monguzzi a dare calci alla sua auto. Mentre l'automobilista si avvicinava a chiedere spiegazioni, come raccontato in aula, il motociclista avrebbe invece perso l'equilibrio nel tentativo di colpire nuovamente a calci la vettura. «Forse - ha ammesso - eravamo troppo vicini e ci siamo toccati». La vittima, a terra, viene colpita alla testa da un'automobile che procedeva dalla direzione opposta, una Bmw.
«Non avevo visto l'altra automobile»
V.B., nel frattempo, avrebbe proseguito dritto perché «spaventato» e intimorito dalla possibilità che ci fosse un gruppo di motociclisti (oltre a Monguzzi pare ci fosse anche un altro uomo in sella a una Vespa). Ha anche affermato di non aver notato la Bmw che arrivava dalla corsia opposta. Di quest'ultima è stata appurata anche la velocità, poiché ancora non è chiaro se fosse in grado di evitare o meno l'uomo a terra. Stando ai calcoli effettuati, sembra che andasse a 85 chilometri orari.
Sul fatto che Monguzzi possa aver calciato la portiera della Panda guidata dall'imputato, ci sono due fronti: da un lato gli ingegneri Paolo Panzeri e Andrea Camera per la parte civile, che escludono la presenza di segni; dall'altro l'avvocato dell'imputato, Andrea Pezzotta, che ne avrebbe invece testimoniato l'esistenza sia dalle fotografie scattate dai Carabinieri che dalle testimonianze.