Omicidio di Sharon

Sangare aveva già accoltellato una statua a Terno: si valuta la perizia psichiatrica

L'arrestato ha dichiarato che non c'è un movente. Oggi pomeriggio (lunedì 2 settembre) sopralluogo dei Ris nell'abitazione di Suisio

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Si era esercitato qualche giorno prima con una statua a Terno d'Isola in via Rota, prima di aggredire Sharon Verzeni quella notte in paese. Lo ha raccontato Moussa Sangare, il trentenne di Suisio arrestato per l'omicidio della giovane, nel corso dell'interrogatorio di convalida nel carcere di Bergamo, che è iniziato intorno alle 9 di oggi (lunedì 2 settembre). Nel pomeriggio, invece, i Ris hanno effettuato un sopralluogo nella casa occupata in cui il giovane viveva a Suisio.

Davanti al gip Raffaella Mascarino, alla presenza anche del pm Emanuele Marchisio, che ha coordinato le indagini per la Procura, del legale Giacomo Maj e dei carabinieri che si sono occupati del caso che ha tenuto impegnati gli investigatori per un mese, il ragazzo ha ribadito ancora una volta di aver commesso l'assassinio senza un motivo specifico.

L'esercitazione con la statua

Ha dichiarato che non c'era un movente e che non sa per quale motivo lo ha fatto: è uscito di casa con una sensazione che non sapeva spiegare, che lo spingeva a fare del male. Tra gli ulteriori dettagli che avrebbe fornito nel corso dell'udienza, ha anche raccontato di aver fatto in precedenza delle prove, una sorta di esercitazione con dei coltelli, sulla statua che si trova in via Rota a Terno, ma l'avrebbe fatta anche a casa con il cartonato che teneva nel suo appartamento. Per meglio precisare, quello che aveva occupato abusivamente, dopo essersene andato dall'abitazione familiare, denunciato per maltrattamenti.

Nel corso dell'interrogatorio, ha ammesso di fare uso di stupefacenti, ma di non averne assunti quella sera e di essere uscito dall'appartamento con un solo coltello. Ha poi confermato di aver incontrato per strada i due adolescenti - non ancora identificati e mai presentatisi in caserma -, delle altre persone e infine la vittima, ma non è stato in grado di spiegare perché avesse scelto proprio lei quella sera. Dopo aver afferrato alle spalle e colpito Sharon una prima volta, le avrebbe anche chiesto scusa per ciò che stava facendo e, pure all'interrogatorio, si è detto dispiaciuto per quanto successo.

Moussa Sangare

Si valuta la perizia psichiatrica

All'uscita dal carcere di via Gleno, poco dopo le 11, il suo avvocato ha dichiarato che Sangare «non è uscito con l’obiettivo di uccidere qualcuno, era uscito con questo “feeling” come lo chiama lui, con queste sensazioni che aveva e lo costringevano a fare del male, ma non precisamente che cosa e a chi». Per quanto riguarda l'eventuale richiesta di una perizia psichiatrica, il legale ha affermato che si tratta di un «aspetto da approfondire, va considerato. Non sono un medico, non ho competenze tecniche, ma per me ha dei problemi».

I Ris in casa dell'arrestato

Rispetto al cartonato che gli hanno sequestrato in casa, invece, Maj ha spiegato che faceva diversi sport, tra cui il tiro con l’arco, per cui lo usava per esercitarsi in quella disciplina. L'avvocato è stato presente anche oggi pomeriggio, alle 13, nel sopralluogo dei Ris nell'abitazione occupata dall'arrestato a Suisio in via San Giuliano, dopo che già stamattina carabinieri e polizia locale avevano chiuso al traffico la strada.

In un comunicato, i carabinieri hanno reso noto che gli uomini del Ris, coadiuvati dal personale del Reparto analisi criminologiche (Rac) di Roma, del Reparto crimini violenti del Ros e del Nucleo Investigativo carabinieri di Bergamo, durante il sopralluogo hanno isolato alcuni reperti giudicati d’interesse investigativo, che saranno successivamente esaminati presso i laboratori di Parma.

Commenti
sandro

Spero che questo caso porti ad una riflessione sul ripristino della pena capitale, per delitti efferati come questo. Come ha desistito davanti a due persone, con la prospettiva di una pena severa non avrebbe ucciso.

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