Moussa Sangare ritratta sull'omicidio di Sharon Verzeni: «Non sono stato io»
Lo ha detto ieri, 18 marzo, in aula, dopo la nomina del perito che stabilirà se l'uomo fosse in grado di intendere e di volere

Ritratta, Moussa Sangare: reo confesso dell'omicidio di Sharon Verzeni, avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d'Isola, il 31enne ha dichiarato: «Non è vero, non sono stato io». Lo ha detto al termine dell'udienza di ieri, 18 marzo, in cui è stato nominato il perito che dovrà stabilire se fosse capace di intendere e di volere al momento del delitto.
Sangare cambia versione e si dichiara innocente
Il processo, come riportano i colleghi di PrimaMerate, è iniziato lo scorso 25 febbraio, a Bergamo. Durante la prima udienza, la Corte d'Assise aveva accolto la richiesta della difesa di Sangare: una doppia perizia psichiatrica. L'uomo, in aula, aveva bofonchiato di essere innocente.
Anche ieri ha ribadito di non essere lui l'assassino di Sharon. Il coltello, si è giustificato, lo avrebbe nascosto all'Adda per utilizzarlo per un barbecue. Riguardo ai vestiti che, dopo l'omicidio, si era tolto, ha spiegato di averlo fatto per non essere riconosciuto dall'assassino.
La notte dell'omicidio aveva quattro coltelli
Sharon Verzeni, 33 anni, è stata uccisa nella notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d'Isola: era uscita di casa per una passeggiata, quando è stata accoltellata al petto e alla schiena. È riuscita a chiamare il 112, ma le ferite inflitte erano troppo gravi ed è spirata poco più tardi.
Moussa Sangare, in un primo momento, ha confessato di aver ucciso Sharon, spiegando di averlo fatto in preda a un raptus. Quella notte, aveva con sé quattro coltelli: per questo motivo gli viene contestata dal pm Emanuele Marchisio la premeditazione, oltre ai futili motivi e alla minorata difesa.
A processo anche per maltrattamenti
Ieri, Sangare ha cambiato la propria versione dei fatti. Il pm si è opposto, come le parti civili, alla perizia psichiatrica, che tuttavia è stata concessa dalla Corte d'Assise. Il perito inizierà il proprio lavoro il prossimo 1° aprile e avrà 90 giorni di tempo per depositare la perizia. L'elaborato sarà poi discusso il 22 settembre con i consulenti delle parti, nominati dal difensore di Sangare e dei famigliari di Sharon.
Nel frattempo, il 31enne dovrà tornare in aula: è infatti accusato anche di maltrattamenti nei confronti della madre e della sorella, che abitano a Suisio. Ha chiesto rito abbreviato, che ha ottenuto ma condizionato alla perizia psichiatrica.
La legge del taglione, punto!
Che marcisca in galera x il resto dei suoi giorni.
Mi immagino i parenti della povera Sharon presenti in aula, sentire le falsità di questo ignobile, per non dire di peggio, individuo. Mi chiedo se è farina del suo sacco o gli è stato consigliato di negare tutto dopo aver confessato l'omicidio.
1. Che coraggio l'avvocato che ha dato questi consigli? 2. Quanto costeranno al contribuente processi, perizie...