Bergamo, via Pitentino

Multata ingiustamente, il vigile non ammette l'errore: «Ora tocca a me farmi il mazzo»

L'agente non aveva capito che l'auto è elettrica e che poteva sostare lì: «Quando gliel'ho fatto notare mi ha risposto: "Ah sì?". Poi se ne è andato»

Multata ingiustamente, il vigile non ammette l'errore: «Ora tocca a me farmi il mazzo»
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Hai voglia a parlare di mobilità sostenibile se poi i primi a non "capirla" e sostenerla sono i vigili... È un caso che ha dell'assurdo quello che ci ha segnalato una lettrice, avvenuto la sera di ieri (15 marzo) a Bergamo.

La colonnina per la ricarica a ridosso dei due posti auto di via Pitentino

La donna si trovava in via Pitentino. La sua auto è una Smart elettrica e, giunta in loco per una cena, ha parcheggiato in uno dei posti destinati proprio ai mezzi elettrici, con tanto di colonnina A2a a disposizione dell'utenza. Finito di ricaricare la vettura, spiega la lettrice, ha messo il disco orario (come prevedono le norme). «Poco dopo, mi sono accorta di qualcosa - racconta -. Sono uscita e ho visto che un vigile mi aveva fatto la multa. Motivo? Avevo parcheggiato in un posto destinato ai mezzi elettrici. Incredula, ho fatto notare che la mia vettura è elettrica e la risposta è stata: "Ah sì? Pensi che avevo chiamato il carroattrezzi per rimuoverla..."».

Nel vicino posto auto era inoltre parcheggiata un'altra vettura elettrica, anch'essa non in ricarica in quel momento. Il vigile non aveva però emesso alcuna sanzione, probabilmente poiché era scritto in modo più chiaro che si trattava di un'auto elettrica. Alla fine, la Smart non è stata portata via, ma la multa è rimasta. «Nonostante abbia insistito per fare comprendere l'assurdità della situazione - continua la lettrice -, il vigile non ha annullato la sanzione. Ha finito la sigaretta che stava fumando e se ne è andato».

La mattina seguente (cioè oggi), la donna si è quindi recata al comando di via Coghetti per capire come muoversi. «Non è tanto la cifra, parliamo di sessanta euro, ma trovo veramente incredibile e vergognosa l'intera vicenda». L'addetto, dopo aver ascoltato l'intera vicenda, ha risposto che lui non poteva fare nulla. «Mi ha detto che devo fare ricorso al giudice di pace. Cosa che costa 50 euro. Io dovrei pagare questa cifra e farmi il mazzo con tutta la burocrazia per un loro evidente errore e per non pagare sessanta euro di multa. Assurdo».

Dopo una - comunque educata - discussione, la donna è riuscita a strappare quantomeno la promessa che le verrà fissato un appuntamento con un responsabile della Polizia locale per fare presente il fatto e provare a ottenere lo stralcio della sanzione. «Adesso attendo - conclude la donna -. Vediamo se e quando mi fisseranno un appuntamento. Intanto, però, se non pago la multa entro cinque giorni la cifra raddoppierà».

La vettura multata, dove si vede chiaramente la dicitura "EQ" sopra la targa

Osservando le immagini dell'auto che è stata multata, appare veramente incredibile che una persona non si accorga che sia elettrica, dato che c'è la chiara dicitura, proprio sopra la targa posteriore, "EQ", denominazione elettrica della Smart. Passi che un normale cittadino non lo sappia (non è tenuto), ma un vigile, a maggior ragione nel momento in cui si mette a fare le multe, dovrebbe saperlo. Anzi, deve saperlo. Ed è sconcertante che a pagare, alla fine, debba essere una cittadina, costretta a spendere soldi ed energie per rimediare a un errore altrui.

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