Due mozioni differenti

Cosa ne pensa il governo italiano di uno Stato sovrano di Palestina

Cosa ne pensa il governo italiano di uno Stato sovrano di Palestina
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Nel pomeriggio di venerdì 27 febbraio, il Parlamento italiano ha approvato due mozioni riguardanti lo Stato della Palestina. Si tratta di un impegno politico che la maggior parte dei Paesi europei si è preso da un paio di mesi a questa parte, da quando a dicembre il Parlamento Ue ha stabilito, attraverso una propria mozione, il riconoscimento «in linea di principio» della Palestina, sulla base dei confini stabiliti nel 1967. Occorre sottolineare come non si tratti di deliberazioni vincolanti, ma di pareri (naturalmente molto indicativi) di cui il Governo, il quale è il vero soggetto a cui spetta prendere la decisione finale circa il riconoscimento, deve tener conto.

Sono state dunque approvate due mozioni, una da parte del Pd e una di Area Popolare e Scelta Civica, entrambi favorevoli a che lo Stato della Palestina ottenga un riconoscimento territoriale internazionale, ma con alcune differenti sfumature.

La mozione del Pd. Il Partito democratico si è dichiarato favorevole al sostenimento, in ogni sede, dell’obiettivo del riconoscimento della Palestina, la quale deve avere la possibilità di poter coesistere, in pace e sicurezza, al fianco dello Stato di Israele, sulla base di un reciproco rispetto dei confini territoriali (quelli stabiliti nel 1967). Viene inoltre sottolineata la necessità di negoziati diretti fra i due Paesi al fine di promuovere il processo di pace. Il Pd fonda la propria mozione sul diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato che possa convivere pacificamente con Israele, nonché sul quasi univoco indirizzo da parte di tutti i Paesi europei in tal senso. Fa inoltre riferimento alla caotica e drammatica situazione in Medio Oriente, causata dalla nascita e dall’azione dello Stato islamico, e sottolinea come una maggior certezza delle sovranità e un’auspicabile fine delle guerre e del terrorismo fra Palestina e Israele possano portare evidenti vantaggi. La maggioranza parlamentare, dunque, si dichiara favorevole alla nascita ufficiale della Palestina, in linea peraltro con precedenti pareri dati dallo stesso Parlamento italiano negli anni passati.

La mozione di Ap-Sc. Pressappoco della stessa opinione la seconda mozione approvata dal Parlamento, quella proposta dai centristi. Fatte una serie di premesse sostanzialmente analoghe a quelle dei colleghi democratici, viene chiesta la tempestiva ripresa dei negoziati fra le due parti in gioco, Israele e Palestina, al fine di determinare le condizioni che possano portare al riconoscimento di uno Stato palestinese. Viene inoltre caldeggiata la promozione di un’intesa politica fra Hamas e Al-Fatah, i due movimenti palestinesi che, in lotta fra loro da decenni, sono una delle principali cause delle difficoltà diplomatiche fra Palestina e Israele; quest’ultimo aspetto viene considerato primario dall’area popolare, nonché elemento imprescindibile per tentare di arrivare ad un accordo.

La differenza tra le due mozioni. Emerge dunque come ci sia sì un comune intento fra le due mozioni, quello di giungere al riconoscimento della Palestina, ma secondo vie differenti: per il Pd, il quadro auspicato è l’obiettivo principale, a prescindere da qualsiasi altro aspetto, mentre per i popolari è necessario anzitutto arrivare ad un accordo fra le forze interne palestinesi (Hamas e Al-Fatah) circa il riconoscimento di Israele e una non belligeranza reciproca, e solo in seconda battuta pervenire ad un accordo circa il riconoscimento della Palestina.

È una differenza sottile, che però dispiega due scenari di azione diversi: da un lato l’immediata diplomazia con Israele, dall’altro il riordino del caotico universo politico palestinese e solo successivamente il dialogo con Gerusalemme. Fra i popolari, quindi, il ragionamento è inverso: prima che sia Israele a riconoscere la Palestina, occorre che sia quest’ultima a riconoscere Israele. È una situazione che mette non poco in difficoltà il Governo, nei prossimi tempi chiamato a prendere una decisione definitiva sulla base di due mozioni che celano peculiarità differenti tutt’altro che insignificanti.

La reazione di Israele. Gerusalemme, che a quanto pare ha deciso di dar maggior credito alla mozione di Ap-Sc, ha accolto positivamente la risoluzione del Parlamento italiano di «non riconoscere lo Stato palestinese e di aver preferito sostenere il negoziato diretto fra Israele e i palestinesi, sulla base del principio dei due Stati, come giusta via per conseguire la pace». Regna dunque una certa confusione, che toccherà al Governo sbrogliare con la decisione definitiva sulla posizione dell’Italia.

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