Pandemia

Covid a Bergamo: nessuno in terapia intensiva e un solo ricovero in due mesi

Al Papa Giovanni XXIII sono stati ricoverati 11 contagiati, accertati però per altre ragioni (fratture, operazioni o visite di controllo). Da giugno un calo dei positivi di circa l'80 per cento

Covid a Bergamo: nessuno in terapia intensiva e un solo ricovero in due mesi
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Nel corso dell’ultima settimana il numero di nuovi positivi è aumentato in tutta Italia, ma qual’è lo stato dell’evoluzione dell’epidemia in Bergamasca? Secondo quanto riporta l’Eco di Bergamo i dati sono più che positivi, nonostante l’andamento costante di nuovi casi, rilevati quotidianamente: da giugno non vi è stato alcun ricovero nei reparti di terapia intensiva degli ospedali della provincia e soltanto un uomo è stato ricoverato nei reparti ordinari di Romano di Lombardia dopo aver contratto il Covid.

All’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, invece, sono si trovano 11 malati positivi, che però sono arrivati nella struttura sanitaria per altre ragioni (fratture, incidenti, operazioni chirurgiche o visite di routine) e per i quali il contagio è stato scoperto soltanto grazie ai tamponi di controllo che vengono effettuati in via preventiva.

I motivi alla base della minor pressione ospedaliera sono molteplici. Tra tutti però va considerato che l’età mediana delle persone attualmente positive è bassa, intorno ai 30 anni; i giovani hanno maggiori difese immunitarie e ciò consente loro di combattere meglio la malattia. Va poi tenuto presente che il morbo ha già colpito il 24 per cento dei bergamaschi (anche se la percentuale è fin troppo bassa per poter pensare di parlare della cosiddetta immunità di gregge).

Inoltre, i positivi degli ultimi due mesi (tutti pressoché “debolmente positivi”) vengono monitorati: secondo i dati dell’Ats di Bergamo si tratta di 254 cittadini; il 24 giugno, le persone seguite da Ats erano 2.257. In due mesi è stato registrato un calo del 76 per cento. Tuttavia è ancora presto per dire se il monitoraggio con i tamponi, anche dei casi di rientro dalle ferie all’estero, stia intercettando tutti i positivi oppure no.

A fronte di numeri più che positivi, soprattutto se paragonati a quelli di marzo e aprile, è bene però tenere a mente quanto dichiarato da Stefano Fagiuoli, direttore del Dipartimento di Medicina dell’ospedale Papa Giovanni XXIII a BergamoTV. Il calo dei malati negli ospedali è un dato statistico, quindi non deve passare il messaggio che se contagiati non si rischia nulla. Il rischio clinico esiste. È fondamentale, quindi, continuare a rispettare le prescrizioni di sicurezza che abbiamo imparato a conoscere in questi sei mesi: uso delle mascherine, distanziamento e lavaggio frequente delle mani. In parole povere, serve il buon senso da parte di tutti.

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