Nonno Gelo porterà pochi regali

La crisi russa è feroce e Putin cancella le vacanze ai ministri

La crisi russa è feroce e Putin cancella le vacanze ai ministri
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Niente ferie, siamo russi. Il presidente russo Vladimir Putin, complice la feroce crisi che sta attanagliando il paese, ha deciso di tagliare le vacanze ai suoi ministri, che saranno quindi al lavoro anche tra Capodanno e Natale. In Russia, infatti, secondo la tradizione ortodossa, il Natale si celebra il 7 gennaio e le vacanze natalizie vanno dall’1 al 12. La festa più sentita è il Capodanno, quando “Nonno Gelo” (Ded Moroz in russo), un arzillo vecchietto dalla lunga barba bianca tutto vestito di bianco con gli abiti decorati di cristalli di ghiaccio e fiocchi di neve, porta i doni ai bambini aiutato dalla nipote Sneguročka. Si racconta infatti che sia esistito da sempre e che sia il padrone del gelo, della neve, della grandine, della pioggia e di qualunque maltempo porti con sè l'inverno. Quest’anno, però, Nonno Gelo porterà pochi regali. Il rublo, che venerdì è stato scambiato a 53,9 dollari, sebbene in leggera ripresa dal picco di 80 dollari toccati nelle scorse settimane, è ancora pesantemente svalutato, lontano dallo scambio a 30-35 dollari di 12 mesi orsono. Questo implica che i russi, se compreranno regali, lo faranno all’ultimo minuto, con i saldi al 50%, oppure li confezioneranno in casa.

Nonno Gelo e la recessione. Ma soprattutto, Nonno Gelo, potrebbe portare un regalo molto brutto: la recessione. La Russia, dopo sei anni, dovrebbe rientrare in recessione a gennaio e il premier Dimitry Medvedev ha detto ai ministri del governo che si aspetta che tengano la situazione sotto controllo anche durante le vacanze. Perché quindi, deve aver pensato Putin, non dare il buon esempio cancellando le vacanze ai ministri? Detto fatto: durante una riunione del governo trasmessa in tv, il presidente russo ha dichiarato che i ministri «non possono permettersi» di andare in vacanza. Un gesto simbolico, che probabilmente non risanerà le sorti dell’economia russa, ma che di certo dà un segnale importante di vicinanza alle difficoltà della popolazione. Anche perché, oltre alla recessione, l’economia russa secondo le previsioni del ministro delle finanze dovrebbe subire un’ulteriore contrazione del 4% e un deficit di bilancio pari al 3% del Pil. Il motivo è il calo del prezzo del petrolio, che dovrebbe assestarsi sui 60 dollari al barile, mentre l’equilibrio di bilancio si potrebbe avere solo se il greggio non scendesse sotto i 70 dollari al barile. A causa del prezzo del petrolio la Russia sta perdendo dai 90 ai 100 miliardi di dollari all’anno. Il Servizio Federale di Statistica ha accertato che dall’inizio dell’anno l’inflazione in Russia è cresciuta del 10,4% e che l’inflazione settimanale ha raggiunto lo 0,9%, e ha previsto un ulteriore peggioramento, che per il 2015 si attesterà all’11,5%, con un picco alla fine del primo trimestre dell’anno.

Economia al collasso. Un’economia che sta rallentando a vista d’occhio, quella russa, anche a causa delle sanzioni che l’occidente ha inflitto alla Russia per la crisi ucraina. Di qui la fuga di capitali stranieri e il freno agli investimenti. Finora il governo ha adottato misure per sostenere le banche principali e affrontare la profonda crisi valutaria: si prevede che il Fondo di Salute pubblica versi 100 miliardi di rubli (1,9 miliardi di dollari) entro la fine dell'anno alla banca Vtb e altri 150 miliardi di rubli nel 2015, mentre la banca Gazprobank riceverà 70 miliardi di rubli entro quest'anno o il prossimo.

Il governo ha anche attuato un forte e inaspettato aumento del tasso di interesse, che è schizzato dal 6,5% al 17%, ma nonostante tutto ciò gli analisti sono pessimisti sulle prospettive sia per l'economia sia per il rublo. Ai ministri di Putin spetta quindi un periodo di superlavoro, anche nel periodo natalizio, per poter guidare la Russia verso la ripresa. La banca centrale russa ha annunciato, proprio il giorno del “nostro” Natale, che le riserve monetarie del Paese sono scese per la prima volta dall’agosto 2009 sotto i 400 miliardi di dollari, poiché le autorità sono intervenute vendendo rubli sul mercato per fermarne la caduta.

Per effetto delle sanzioni, che finora stanno facendo perdere 40 miliardi di dollari all’anno, poi, in Crimea società come Visa e Mastercard hanno deciso di sospendere i loro servizi, e non è quindi più possibile pagare con carte di credito aderenti a questi due circuiti. Motivo per cui la gente inizia a essere seriamente preoccupata, soprattutto teme che i salari e le pensioni non bastino più per vivere e per comprare quanto serve. Potrà sembrare bizzarro, ma i russi amano consumare vodka in grandi quantità in questo periodo, molto più che negli altri periodo dell’anno. Putin ha chiesto al governo di mettere un freno all’incremento del prezzo del superalcolico, che in un anno è aumentato del 30%. Con un rublo così svalutato e un’inflazione così alta Putin teme il rischio dell’aumento del consumo di prodotti di contrabbando e di scarsa qualità, che metterebbero a rischio la salute della popolazione.

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