Ex terrorista rosso

No all'estradizione di Narciso Manenti: la Procura francese ricorre in Cassazione

La decisione riapre la partita. Le proteste dell’avvocato degli ex terroristi e la soddisfazione della politica bergamasca

No all'estradizione di Narciso Manenti: la Procura francese ricorre in Cassazione
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Partita ancora aperta per l’estradizione dei dieci ex terroristi degli Anni di Piombo, tra cui anche il bergamasco Narciso Manenti: la Procura francese ha infatti deciso ieri (lunedì 4 luglio) di impugnare in Cassazione la sentenza della Corte d’Appello di Parigi, che aveva negato il trasferimento nel nostro Paese per scontare la pena, con la motivazione che gli imputati avevano subito un processo in contumacia e non si erano potuti difendere.

Il contenuto del ricorso non si conosce ancora al momento, dato che la Procura ha tempo un mese per presentare il testo e, dall’esame fino alla sentenza, potrebbero passare dai 3 ai 6 mesi. La decisione dei magistrati francesi di portare avanti l’azione è arrivata dopo che il presidente Emmanuel Macron, qualche giorno fa, si era espresso per un possibile riesame sulla possibilità di concedere l’estradizione per i condannati dai tribunali italiani. Tra di loro c’è appunto anche Manenti, originario di Telgate, che il 13 marzo del 1979 uccise in città Alta l’appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri, per poi fuggire nel 1981 in Francia e rifarsi una vita.

Contro il ricorso si è pronunciata Irène Terrel, che da anni ricopre il ruolo di legale di molti degli ex terroristi: «Non ho parole, quello che succede è scandaloso - ha dichiarato l’avvocato -. Tutte queste persone hanno chiesto asilo in Francia in nome di quella dottrina che li proteggeva. È incredibile che un presidente, che dovrebbe essere garante dell’indipendenza della magistratura, dei grandi principi costituzionali, dell’indipendenza dei poteri, faccia delle dichiarazioni a caldo su sentenze di cui non erano ancora state depositate le motivazioni».

Accolto con favore il possibile riesame dell’estradizione da parte della Procura di Bergamo, che in passato aveva spiccato diversi mandati di cattura internazionali per Manenti: «C’è una certa soddisfazione nel vedere che in Francia possano valutare come non sia vero il fatto che Manenti in Italia non è stato messo in condizioni di difendersi», ha dichiarato il procuratore capo Antonio Chiappani oggi (martedì 5 luglio) a L’Eco di Bergamo. Sulla vicenda è tornato anche il deputato bergamasco della Lega, Daniele Belotti: «Ora, fortunatamente, la Procura generale di Parigi ha fatto ricorso. Alla prossima udienza saremo ancora davanti alla Court d’Appel. Noi non molliamo. Lo dobbiamo ai familiari delle vittime e a tutti gli italiani».

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