«Non ci sto che Pierino Persico venga dipinto come un bugiardo. "Report" ha sbagliato»
Silvia Bergamelli, una lettrice della Val Seriana, ci ha scritto per difendere l'imprenditore, accusato anche dal programma di Rai3 di aver fatto pressioni per non imporre la zona rossa tra Alzano e Nembro
A maggior ragione dopo le assurde dichiarazioni rilasciate dal presidente di Confindustria Lombardia, è ancora più forte nell'opinione pubblica bergamasca la convinzione che siano state le pressioni del mondo industriale a portare alla non imposizione della zona rossa in Val Seriana, con le tragiche conseguenze che tutti noi purtroppo stiamo vedendo e affrontando. Anche il programma Report, lunedì 6 aprile, s'è occupato della questione. E nella sua inchiesta ha lasciato intendere che tra gli industriali che maggiormente si sarebbero opposti a delle limitazioni sul territorio c'è Pierino Persico, titolare dell'omonima azienda di Nembro.
Nonostante la smentita dell'imprenditore stesso proprio sulle nostre pagine e le dichiarazioni del sindaco cittadino Giorgio Gori in difesa di Persico dopo il servizio del programma di Rai3, diverse sono gli attacchi mossi all'azienda di Nembro, soprattutto sui social. Ma c'è anche chi non è d'accordo. Come una nostra lettrice, Silvia Bergamelli, che con una lettera a noi indirizzata ha voluto dire la sua al riguardo e prendere le difese dell'imprenditore seriano.
Gentile redazione di "PrimaBergamo"
mi piacerebbe poter condividere alcune riflessioni in merito a un servizio giornalistico del programma “Report”, che da sempre racconta spaccati di realtà in modo veritiero e onesto. Nella puntata di lunedì 6 aprile 2020 si parlava di coronavirus e di guerra dei tamponi: un viaggio nell'Italia colpita da Covid-19 dal nord fino in Sicilia. Si parlava di controlli sulle zone più esposte e di dati sui contagi: le telecamere sono arrivate anche a Bergamo, la provincia con il più alto numero di morti e di contagiati in Italia, chiedendosi se, forse, la pandemia potesse essere contenuta o anche solo rallentata.
Si è parlato dei vari imprenditori presenti sul nostro territorio, in particolare in quello della Val Seriana, fra i quali del signor Pierino Persico, imprenditore albinese che ha fondato, a Nembro, una multinazionale impegnata nel settore automobilistico, industriale e marittimo. Al sig. Persico è stato attribuito un ruolo poco chiaro e poco onesto circa la non-creazione della ormai famosa zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano Lombardo. E qui... io non ci sto!
Si è parlato di telefonate che lui avrebbe fatto ai sindaci di Nembro e di Bergamo, concludendo il servizio televisivo in modo deplorevole, a mio avviso, facendo passare un imprenditore per un bugiardo. No, io non ci sto nel far passare il sig. Persico come una persona poco corretta che avrebbe ostacolato il formarsi della cosiddetta zona rossa. È molto facile additare una persona, in questo caso un imprenditore, per una responsabilità di questo genere solo per il ruolo che ricopre o perché possiede una grande multinazionale, che, peraltro, si è costruito dal nulla con infiniti sacrifici. Non ci sto nello spendere ingiuste parole nei confronti di chi ha sempre avuto cura dei propri dipendenti, sapendo che facendo così loro si sarebbero presi cura dell’azienda. Non ci sto nel dare la colpa a un uomo che si è sempre dimostrato come un datore di lavoro attento non solo al fattore economico, ma anche umano della propria azienda. Non ci sto nell’immagine del sig. Persico come uomo poco sincero. Nel paese dove abito e dove lui risiede, il sig. Persico ha vissuto sempre aiutando chi era in difficoltà e senza farsi pubblicità gratuita. Non ci sto nell’accettare che "Report", uno fra i miei programmi televisivi preferiti, sempre attento alla ricerca della verità e a difesa dei più fragili, concluda il proprio servizio giornalistico senza dare la possibilità al sig. Persico di replicare.
No, questa volta io non ci sto!