Sono tante e spesso usate a sproposito

Non è vero che l’ha detto lui Antologia di citazioni errate

Non è vero che l’ha detto lui Antologia di citazioni errate
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Negli anni c’è un escamotage oratorio che ha preso piede, teso a dare forza ad una propria affermazione sfruttando la credibilità altrui. Null’altro è che la citazione. Ebbene sì: citare, durante un discorso o una qualsiasi forma di eloquio, un’affermazione di una personalità famosa del passato non fa altro che rendere più credibile e incisivo il nostro punto di vista. Del resto ci sono frasi divenute celebri con il passare degli anni, talmente celebri da aver perso la contestualizzazione ed essere divenute semplici modi di dire, alla mercé di tutti, di ogni discorso. L’avvento di internet, inoltre, è stato un proliferare incontrollato di citazioni, con sempre più persone (o utenti è il caso di dire, visto il contesto di specie) che sfruttano le affermazioni altrui per descrivere un proprio stato d’animo o supportare una propria tesi davanti al grande pubblico del web. Peccato che non sempre le citazioni siano vere. O meglio, magari sono anche vere, sono frasi realmente pronunciate, ma che non hanno mai detto le persone a cui, comunemente, sono attribuite.

Wikiquote, cioè la branca di Wikipedia dedicata alla raccolta di citazioni degne di nota, ha creato un’apposita pagina, assai nutrita, appositamente dedicata alle “Citazioni errate”, ovvero a quelle frasi divenute celebri che, però, o non sono mai state pronunciate (o forse sì, ma non esistono prove) oppure non sono state dette da chi si pensa abitualmente che le abbia affermate. Per fare un po’ di chiarezza abbiamo pensato di proporvene alcune, almeno le più famose.

 

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«Eppur si muove!»

Per chiunque, questa celebre frase fu pronunciata da Galileo Galilei al Tribunale dell'Inquisizione al termine dell'abiura dell'eliocentrismo. Eppure nessun documento risalente a quegli anni (XVII secolo) la riporta. Il primo ad affibbiarla al fisico, filosofo, matematico e astronomo italiano è stato il cronista Giuseppe Baretti nell’antologia Italian Library, pubblicata a Londra nel 1757 e tesa a narrare alcuni dei principali passaggi della storia scientifica italiana al pubblico londinese.

 

«Ahi ahi ahi signora Longari, mi è caduta sull’uccello»

Il salto da Galilei a Mike Bongiorno è decisamente ardito, eppure anche questa frase è oramai leggendaria e nessuno ne ha mai messo in discussione la paternità. Basta chiedere a qualche nonno e la sua memoria tornerà sempre a quella storica puntata del quiz Rischiatutto che vedeva come partecipante Giuliana Longari. In realtà, però, questa frase Bongiorno non l’avrebbe mai detta. Sia il conduttore che la Longari hanno sempre smentito e registrazioni della frase in questione non esistono.

 

«Colpite tutto ciò che si muove a pelo d’erba. Se è il pallone, meglio»

Non poteva mancare il calcio. Questa frase, divenuta celebre quando si parla di un gioco particolarmente maschio sul campo, è stata attribuita a Nereo Rocco, allenatore del grande Milan degli anni di Rivera e indimenticato personaggio del calcio nostrano. Eppure nessuno l’ha mai sentita. Anzi, proprio Rivera, che in Rocco ha sempre visto un padre putativo, ha dichiarato che «una frase come questa, Rocco non l’avrebbe detta neppure da ubriaco». Tesi confermata anche da Aurelio Scagnellato, ex capitano del Padova.

 

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«È meglio tacere ed essere considerati imbecilli piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio»

È una delle citazioni la cui paternità è tra le più dubbie. Va per la maggiore che l’abbia pronunciata Abramo Lincoln, ma negli anni è stata attribuita anche a Mark Twain, Confucio e Maynard Keynes. In realtà la frase non sarebbe stata pronunciata da nessuno di questi, bensì da tal Maurice Switzer, scrittore quasi sconosciuto ma autore del libro Mrs. Goose, Her book del 1907, dove compare per la prima volta. Certo, attribuirla a lui fa un po’ meno effetto.

 

«Elementare Watson!»

Chi non ha mai usato questa citazione per farsi beffa di qualcuno, attribuendola a Sherlock Holmes, il grande investigatore nato dalla fantasia di Sir Arthur Conan Doyle e che con queste due semplici parole sbeffeggiava bonariamente l’ignoranza dell’amico Watson? Eppure, nelle opere dello scrittore scozzese, non è presente. Non c’è, non esiste insomma.

 

«Hai una pistola in tasca o sei semplicemente felice di vedermi?»

È una delle battute ironiche più inflazionate al mondo e fa sempre la sua bella figura. Si ritiene che a pensarla e dirla per la prima volta fu l’attrice comica Mae West nel 1933, nel film Lady You – La donna fatale. Peccato che questa battuta, in quella pellicola, non esista. È vero però che piacque molto alla West, talmente tanto che in una commedia teatrale del 1944 la usò realmente, sostituendo però la pistola con una spada. Solo in un film del 1978 la West pronunciò realmente questa frase, ma la leggenda era nata da tempo. Seppur non si sappia ancora oggi il perché.

 

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«Houston, abbiamo un problema»

Storia vuole che a pronunciare questa frase fu Jim Lovell, comandante della missione spaziale Apollo 13. A confermarlo anche il film Apollo 13, in cui la frase veniva pronunciata da Tom Hanks, che interpretava proprio Lovell. Le registrazioni della missione, però, raccontano un’altra verità: la frase pronunciata era leggermente diversa («Okay, Houston, we've had a problem here»), ma soprattutto non la disse Lovell, bensì l’altro astronauta, Jack Swigert. Eppure tutti si ricordano solo di Lovell. Che ingiustizia.

 

«Il golf è il modo di rovinare una bella passeggiata»

Negli ultimi anni, il golf è uno sport tornato di moda. E, contestualmente, è successo lo stesso a questo aforisma, attribuito, in rigoroso ordine cronologico, a Mark Twain, Goerge Bernand Shaw e Winston Churchill. In realtà la frase è da attribuire ad un anonimo “odiatore” di questa disciplina, che la scrisse senza firmarsi su di un giornale statunitense nel 1913. Dispiace per lui, sarebbe passato alla storia, nel suo piccolo, se l'avesse firmata.

 

«L’importante non è vincere, ma partecipare»

È diventato lo slogan ufficiale dei Giochi Olimpici dopo che la pronunciò Pierre de Coubertin. Peccato che, in realtà, la frase non sia sua. E lo disse apertamente il pedagogista e storico francese: lui stesso, infatti, attribuì la massima a un vescovo della Pennsylvania, Ethelbert Talbot.

 

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«Lazzaro, alzati e cammina!»

Ebbene sì: anche Gesù Cristo non passa indenne il controllo sulla veridicità delle citazioni. Questa battuta, infatti, non l’ha mai pronunciata. Gesù, nell'episodio di Lazzaro, morto e sepolto in una grotta, pronuncia queste parole: «Lazzaro, vieni fuori!», come spiega il Vangelo secondo Giovanni. La frase viene spesso confusa con: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina», una frase pronunciata da Gesù a un uomo malato.

 

«Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo»

Più che una frase, un manifesto: quello del pensiero del grande scrittore e filosofo Voltaire. Ma è solo uno scritto della saggista Evelyn Beatrice Hall, conosciuta con lo pseudonimo di Stephen G. Tallentyre, che attribuì, nel 1906, la frase a Voltaire. Il quale, in realtà, non l’avrebbe mai pronunciata o scritta. Anche se non mettiamo in dubbio il fatto che fosse realmente una cosa che pensava.

 

«Se non hanno pane, che mangino brioches!»

Tradizionalmente si pensa che sia stata Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena a pronunciare questa celebre frase davanti alle ire del popolo francese affamato. Ma è impossibile: la frase venne infatti scritta per la prima volta da Jean-Jacques Rousseau in un’opera (Confessioni) datata 1741, quando Maria Antonietta non era ancora nata.

 

«Vivi come se tu dovessi morire subito. Pensa come se tu non dovessi morire mai»

Chiudiamo con una delle più belle frasi che siano mai state pronunciate sulla vita. Già, ma da chi? Per alcuni il primo a usarla fu Giorgio Almirante, che addirittura la fece stampare su di un poster che appese poi nella sede dell’MSI. Per altri, invece, la reale paternità dell’aforisma è da attribuire a Moana Pozzi, che amava realmente usare questa frase. In realtà, però, a pronunciarla per primo fu Julius Evola, pseudonimo di Giulio Cesare Andrea Evola, filosofo e pittore italiano della prima metà del ‘900.

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