Cinque notizie che non lo erano C'entrano pure i tifosi del Feyenoord

1. Gli negano la patente perché è omosessuale
Un giovane residente a Pavia si sarebbe visto negare la richiesta di rinnovo della patente dalla Prefettura di Milano, la motivazione sarebbe che il ragazzo si è dichiarato omosessuale e il medico preposto alla visita avrebbe considerato questa circostanza sufficiente a far decadere i requisiti psicofisici richiesti. Quasi tutte le più grandi testate hanno riferito poi del conseguente ricorso al giudice di pace di Pavia, e addirittura di un'interrogazione parlamentare presentata dal deputato del PD Alessandro Zan al Ministero dei trasporti e della salute.
La notizia ha fatto subito scattare le verifiche del caso ed è emerso che l'unica fonte che ha garantito sulla veridicità dei fatti riportati è l'associazione Agitalia, già nota per la diffusione di notizie totalmente inventate. La giornalista Elena Tartaglione ha quindi deciso di indagare più a fondo, contattando l'ufficio stampa della prefettura di Milano, che ha prontamente risposto di non sapere nulla sui fatti raccontati, e che ogni tentativo di contattare Agitalia è stato vano.
Il deputato Alessandro Zan intanto aveva davvero presentato un'interrogazione, che però chiedeva in primis di accertare la veridicità dei fatti e, interpellato dal noto giornalista Paolo Attivissimo, ha spiegato di aver appreso la notizia dall'agenzia ADNKronos, che a sua volta ne sarebbe venuta a conoscenza dal giudice di pace di Pavia. Né l'agenzia né il giudice di pace hanno però risposto alle richieste di chiarimenti, confermando quella che fin dall'inizio sembrava essere una vera e propria bufala, rimbalzata senza controllo sui vari giornali online.
2. Le mele biologiche ricoperte da uno strato di cera
https://www.youtube.com/watch?v=Ty249cBANsY
Un video caricato su Youtube mostrerebbe in maniera evidente che alcune mele vendute nella nota catena di supermercati Esselunga, e certificate come biologiche, sarebbero tutt'altro che naturali. Il principale elemento di sospetto è legato innanzitutto al colore del frutto: le mele infatti, secondo quanto dichiara il creatore del video, sarebbero troppo lucide per essere veramente bio. E la condizione sarebbe merito di una sostanza chimica simile alla cera: grattando la superficie di una di queste mele, viene mostrato un materiale di colore bianco che coprirebbe la vera buccia; la somiglianza con la cera viene poi dimostrata dando fuoco ad un mucchietto di questa sostanza.
Il primo istituto ad attivarsi per verificare la situazione è stata la Federbio, che ha commissionato un esperimento al consorzio ortofrutticolo della Val Venosta, che in un video ha mostrato come lo stesso esperimento abbia uguale risultato anche se svolto su una mela non trattata. Diversamente da quanto sostenuto dagli accusatori, la sostanza che si forma grattando la buccia della mela non è paraffina, ma una sostanza cerosa che viene prodotta naturalmente da alcune piante per proteggerne i frutti.
Ha spiegato questo fenomeno Giovanni Lercker, professore ordinario della Facoltà di Agraria presso l'Università di Bologna: «È opportuno premettere che nelle mele, più che in altri frutti, l’epidermide è ricoperta naturalmente da una patina di materiale ceroso costituito in prevalenza da composti organici particolari: acidi grassi liberi, alcoli grassi e idrocarburi oltre a sostanze cerose vere e proprie prodotte spontaneamente. La funzione di questi composti è di ridurre la velocità della perdita di acqua dal frutto e di proteggerlo da patogeni in campo (ma attivi anche nel post-raccolta)».
3. L'esercito iracheno ha abbattuto due aerei britannici che trasportavano armi per l'ISIS
La scorsa settimana ha avuto grande eco sui social network una notizia, riportata principalmente da blog di dubbia affidabilità, secondo la quale forze irachene avrebbero comunicato di aver abbattuto due aerei britannici «che rifornivano di armi il gruppo terrorista dello Stato Islamico (Isis)». Ad annunciarlo sarebbe stato il parlamentare iracheno Hakem al-Zamili e confermerebbe una delle tante teorie del complotto, secondo la quale alcuni Paesi occidentali sarebbero segretamente alleati dei vertici del gruppo terroristico.
La prima agenzia a battere la notizia è stata l'iraniana FARS, nota però alle cronache per altre enormi cantonate, come quella in cui, traducendo un articolo di un sito satirico, comunicò che secondo un sondaggio i cittadini americani avrebbero preferito votare il leader iraniano Ahmadinejad piuttosto che Barack Obama, o come quando annunciò l'invenzione da parte di un cittadino iraniano della macchina del tempo.
Il parlamentare indicato come fonte della notizia, Hakem al-Zamili, ha davvero parlato di un evento simile, ma quasi un anno fa, e non in riferimento ad aerei inglesi, ma ad aerei iracheni che avrebbero commesso un errore nella consegna di rifornimenti al proprio esercito. Secondo quanto riportato all'epoca dei fatti, alcuni piloti, invece che rilasciare questi rifornimenti sopra l'area dell'esercito iracheno, li sganciarono sopra l'area controllata dai combattenti dell'Isis, a causa di un errore umano e probabilmente dell'inesperienza dei militari impiegati.
4. La maglietta dei tifosi del Feyenoord che minaccia i tifosi della Roma
#JeSuisFountain #Feyenoord #Feyrom #Feyasr pic.twitter.com/7uivSXOegR
— ed (@sunsfield) 25 Febbraio 2015
Dopo lo scandalo degli sfregi alla Barcaccia del Bernini, compiuta da un esercito di vandali giunti a Roma con la scusa della partita di Europa League tra Roma e Feyenoord, in molti avevano espresso la propria preoccupazione per le eventuali ritorsioni ad opera delle frange più calde del tifo romano. Forse per questo motivo ha avuto enorme risalto la fotografia di una maglietta, diffusa sui social network, che i tifosi del Feyenoord avrebbero preparato per la sfida di ritorno a Rotterdam, vinta poi dalla Roma. Sulla t-shirt viene mostrata la fontana del Bernini, con la scritta «Je suis fountain», un messaggio di solidarietà subito sconfessato nella scritta sottostante che recita: «Stavamo scherzando, ci vediamo giovedì, accoltellatori feccia della Roma».
Nessun passo indietro quindi su quanto causato prima della gara di andata, ma anzi un insulto, richiamando la cattiva fama dei tifosi romani in Europa, a cui vengono attribuiti episodi di accoltellamenti, e una sorta di non troppo velata minaccia. L'immagine è stata diffusa da un account Twitter collegato alla tifoseria del Feyenoord, ma nonostante tutti i principali media abbiano abbondantemente trattato l'episodio, nessuno si è preoccupato di verificarne la veridicità. Simone Spetia, giornalista di Radio 24, ha avuto l'ottima e semplice idea di contattare il proprietario dell'account in questione, chiedendo se davvero la tifoseria del Feyenoord avesse preparato quella maglietta o se fosse una semplice immagine ritoccata con Photoshop. La risposta è stata immediata e divertita: «Ahah bella domanda, quesito intelligente, il primo oggi. Photoshop naturalmente».
5. Tinge il gatto di rosa per abbinarlo all'abito: l'animale muore avvelenato
Secondo quanto riportato da diversi siti d'informazione online, una scrittrice e modella russa, Lena Lenina, avrebbe colorato il proprio gatto di rosa, il suo colore preferito, in occasione di una festa che aveva come tema proprio questa nuance. L'animale però sarebbe deceduto poco dopo a causa della tossicità della sostanza utilizzata, ingerita leccandosi il pelo. La modella si sarebbe giustificata assicurando che il suo veterinario avrebbe garantito sulla non tossicità del colorante e il dottore avrebbe addirittura attribuito al colore rosa proprietà curative, essendo in grado in qualche modo di rafforzare il pelo. La superficialità del gesto e l'assurdità delle giustificazione sono bastate per scatenare l'ira degli animalisti, che hanno condiviso in maniera virale la notizia, esprimendo tutto il proprio sdegno e augurando alla donna le più atroci pene.
La notizia è vera per metà, infatti la modella ha davvero colorato il proprio gatto, ma il felino non ha riportato alcuna conseguenza sulla propria salute, e sono presenti sul web le foto in cui si può notare come il pelo stia lentamente tornando al suo colore naturale.