Nuova frattura in Noi Denunceremo, anche l'avvocato Locati lascia il comitato
I restroscena della vicenda sono stati descritti in un lungo post pubblicato su Facebook. Le ragioni dell'allontanamento sarebbero dovute, a detta del legale, alla piega progressivamente politica assunta dal comitato
Dopo il responsabile della comunicazione Robert Lingard, a rompere con il comitato “Noi Denunceremo” è l’avvocato Consuelo Locati, fin dall’inizio alla guida del team di legali che ha assistito i familiari delle vittime del Covid. La scelta di allontanarsi dal comitato e i retroscena che hanno portato alla decisione sono stati descritti oggi, lunedì 1 febbraio, dalla stessa avvocatessa in un lungo post su Facebook, nel quale ha sottolineato di farlo per rispetto e per onorare la memoria di suo padre Vincenzo, deceduto a marzo a causa del Covid, che oggi avrebbe compiuto 79 anni.
Ma anche per «rispetto a tutte le altre vittime e loro familiari che mi hanno dato fiducia come persona ma anche come professionista che nei fatti, dapprima ha rappresentato l'immagine del comitato, per quanto solo sotto il profilo legale e giudiziario, poi come portavoce dell’attuale team di legali che ho contribuito a formare nei mesi di maggio e giugno e che sono fiera di rappresentare».
Le ragioni di questo allontanamento sarebbero dovute, a detta di Consuelo Locati, alla piega progressivamente politica assunta dal presidente Luca Fusco, con il quale aveva redatto l’atto costitutivo e lo statuto del comitato «per iniziare una battaglia all’insegna della ricerca della verità e con il fine di ottenere per tutti, sottolineo tutti, giustizia – spiega -, per cercare una spiegazione a quelle morti strazianti e inconcepibili con l’animo di dare sostegno a tutte le persone che avevano subìto lutti devastanti nell'abbandono più totale e nella solitudine più struggente».
«Ormai da qualche settimana – prosegue Locati -, mio malgrado, ho realizzato che questa fede, questo credo, erano solo miei (e dei miei colleghi) perchè è stato evidente che il progetto nato con me e per cui era sorto il comitato e che aveva un unico e preciso scopo, non apparteneva proprio ai suoi membri fondatori i quali, probabilmente, non solo non ci avevano creduto fino in fondo ma lo avevano via via trasformato stravolgendolo, probabilmente intendendolo quale prodromico o strumentale ad altri progetti».
Consuelo Locati ricostruisce quindi i contorni della vicenda, partendo dalla commemorazione pubblica in memoria delle vittime del Covid celebrata a giugno al cimitero Monumentale di Bergamo. In occasione di un incontro con il sindaco Giorgio Gori, aveva chiesto che potessero parteciparvi non soltanto i sindaci della Bergamasca e i vertici istituzionali della Regione e dello stato, tra cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma anche una decina di rappresentanti del comitato. Questo per evitare che l’evento non si risolvesse in una «passerella politica», ma restasse un «momento dedicato alle vittime e ai familiari sopravvissuti per la celebrazione di funerali mai celebrati».
Alla fine, «il sindaco, solo il pomeriggio del giorno antecedente la commemorazione, concedeva la presenza all’evento solo del presidente del comitato, Luca Fusco che ha accettato l'invito nonostante la mia netta contrarietà e, per la verità, anche quella di suo figlio Stefano, in quanto simile partecipazione, a maggior ragione dopo avere appreso della presenza anche del presidente della Regione, si sarebbe posta in aperta contraddizione con le responsabilità che fino a quel momento avevamo contribuito a far emergere proprio nei confronti di alcune figure politiche».
L’avvocatessa ripercorre poi le tappe che hanno portato ai tre denuncia-day, durante i quali sono stati depositati in Procura a Bergamo centinaia di esposti, e alla notifica dell’atto di citazione in sede civile nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero della Salute e della Presidenza di Regione Lombardia, chiedendo un risarcimento multi milionario.
Si arriva al 7 dicembre, giorno in cui il presidente del comitato ha comunicato «la sua intenzione di abbandonare lentamente ma in tempi estremamente brevi l'aspetto giudiziario (ormai esaurito a suo dire) e far nascere ufficialmente un movimento di opinione similpolitico, ufficializzandolo probabilmente a decorrere dai primi mesi dell'anno 2021 – prosegue Consuelo Locati -. Di fronte alla netta opposizione e contrarietà a simile decisione, il presidente ha dichiarato che avrebbe “corso” in politica da solo al che, non ho potuto fare altro che specificare, per quanto mi concerneva, sarebbe stato libero di portare avanti le sue scelte a condizione che non coinvolgesse comitato».
L’avvocato puntualizza anche un aspetto legato alla causa civile e all’aumento della quota di partecipazione: «Il comitato ha comunicato la possibilità di agire civilmente a novembre 2020, ha stabilito nuove quote per l'adesione od il rinnovo per l’adesione 2021, tra cui euro 50,00 per usufruire delle convenzioni legali (che vengono considerate al pari di altre convenzioni commerciali peraltro), il 6 gennaio 2021 ha informato della possibilità di intervenire nel giudizio civile (già radicato da dicembre 2020) ed il 29 gennaio 2021 si è dissociato dall'azione giudiziaria civile, tuttavia omettendo di informare che a titolo personale ha continuato a farne parte. A riguardo mi astengo da qualunque mia personale considerazione di carattere etico».
I rapporti, via via deteriorati, avrebbero portato a un progressivo allontanamento di Consuelo Locati dal direttivo del comitato. La spaccatura definitiva arriva però dopo un messaggio pubblicato lo scorso 15 gennaio sui social dal vicepresidente Stefano Fusco, nel quale si faceva riferimento ai tempi dell’inchiesta in corso per epidemia colposa condotta dalla Procura di Bergamo. Un post dal quale sia il responsabile della comunicazione, sia il team di legali si erano dissociato pubblicamente. «Di fatto – aggiunge Locati -, dopo il comunicato del giorno successivo è iniziata un'opera di demolizione della mia immagine, a partire dalla mia esclusione immediata dai social del comitato».
«Mi sono messa a disposizione per dare a chi si sente solo il mio aiuto – conclude l’avvocatessa -, personale e professionale, attraverso anche i miei colleghi del team, splendide persone e meravigliosi professionisti seri e competenti, e non posso permettere che la fiducia di queste persone venga tradita, non posso permettere che a queste persone non si porti rispetto, e che si sentano, ancora, abbandonate».