Gli over 65 stiano in casa

I ristoranti, la spesa, il lavoro. Le indicazioni del nuovo decreto

I ristoranti, la spesa, il lavoro. Le indicazioni del nuovo decreto
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Il nuovo Decreto della Presidenza del consiglio dei Ministri che include ulteriori misure restrittive per il contenimento e il contrasto del diffondersi del Coronavirus sull’intero territorio nazionale, specialmente in Lombardia, ha creato perplessità soprattutto per quanto riguarda l’attuazione delle nuove norme. A poche ore di distanza dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale ecco  le prime indicazioni di attuazione del documento:

  1. Dalla «zona di sicurezza» si può entrare e uscire «soltanto per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute». All’interno della “zona di sicurezza” non ci si può spostare da una provincia all’altra se non si hanno i motivi previsti dal decreto.
  2. Chi viene fermato dovrà dimostrare di avere le necessità di effettuare lo spostamento e dunque avere un certificato medico oppure una lettera del datore di lavoro o un documento comprovante l’esigenza lavorativa. I controlli devono essere effettuati dalle forze dell’ordine. Posti di blocco saranno organizzati ai caselli autostradali e controlli all’interno degli aeroporti e delle stazioni.
  3. Trasporti. Non ci sono limitazioni se non quella di mantenere il metro di distanza. I treni e gli aerei da e per le «zone arancioni» viaggiano regolarmente. Chi ne usufruisce dovrà però giustificare il viaggio.
  4. Bar e ristoranti: possono rimanere aperti dalle 6 alle 18. Le persone devono stare sempre sedute e va mantenuta la distanza di un metro tra il personale e i clienti e tra i clienti. Chi non la rispetta rischia la chiusura. Chi non ha la metratura sufficiente per rispettarla deve chiudere.
  5. Pizzerie d’asporto: sono aperte, facendo entrare poche persone per volta (dipende dalla superficie) e tenendo sempre le distanze. Gli alberghi possono servire la cena solo per gli ospiti e mantenendo le distanze.
  6. Attività commerciali. Sono aperte ma devono far rispettare la distanza di un metro. Centri commerciali e mercati devono chiudere il sabato e la domenica ad eccezione di farmacie, parafarmacie e negozi alimentari che devono comunque far rispettare la distanza.
  7. Estetiste, parrucchieri e dentisti: si è ancora in attesa di una risposta e di chiarimenti a livello territoriale, perché si tratta di attività che evidentemente non possono mantenere una distanza di un metro fra la persona e l’operatore.
  8. Bisogna evitare di andare a mangiare dai parenti, soprattutto se anziani. Non è uno spostamento necessario. La logica è quella di stare il più possibile a casa, con la propria famiglia, per evitare che il possibile contagio si diffonda e questo accade quando si frequentano gli altri, anche i componenti della propria famiglia allargata. Almeno fino al 3 aprile, cercate di sentirvi a distanza. In questo gli smartphone possono aiutarci.
  9. E’ possibile uscire di casa per fare una passeggiata con i bambini ma preferibilmente andando in campagna o in posti dove non c’è assembramento e mantenendo sempre le distanze. Non è vietato uscire, ma è da evitare il radunarsi in gruppetti (non familiari, cioè non di persone che vivono già nella stessa abitazione) tutti insieme.
  10. Gli spostamenti di lavoro sono consentiti (come ha confermato anche il governatore regionale lombardo Attilio Fontana), ma i datori di lavoro sono invitati a mettere in ferie le persone e a limitare l’attività a ciò che non è rimandabile. Sui luoghi di lavoro vanno prese tutte le precauzioni per evitare la diffusione del contagio.
  11. Prestare assistenza ai propri cari anziani non autosufficienti rappresenta una condizione di necessità. Va ricordato però che sono le persone più a rischio, quindi si deve cercare di proteggerle il più possibile.
  12. Tutte le persone sopra i 65 anni stiano in casa, non per sé stessi, ma per la collettività. E’ necessario il massimo impegno per convincere queste persone che la situazione è grave e bisogna agire con senso di responsabilità.
  13. Si può andare a fare la spesa in paese ma tutti i commercianti sono tenuti a stabilire un numero massimo di persone che può stare dentro il negozio (sulla base della superficie). Gli altri devono passare in un secondo momento o aspettare fuori, mantenendo la distanza di un metro gli uni dagli altri.

Ora più che mai, come più volte ribadito dalle autorità, è assolutamente necessario che ognuno di noi si metta una mano sulla coscienza e cambi in modo sostanziale il proprio stile di vita per tutto il tempo necessario a risolvere l’emergenza e a ridurre la diffusione del Coronavirus. Come ha denunciato ieri (sabato 7 marzo) il Coordinamento delle terapie intensive della Lombardia il rischio sarà, in assenza di tempestive ed adeguate disposizioni, «di affrontare un evento che potremo solo qualificare come una disastrosa calamità sanitaria». I posti in terapia intensiva stanno per finire, pur a fronte del loro aumento messo in atto in questi giorni. Il sistema sanitario per ora ha retto, ma è necessario uno scatto di responsabilità collettiva. Se così non sarà, gli ospedali non avranno più i posti letto necessari a curarci, indipendentemente dalle nostre patologie.

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