Obbligo di denuncia al borgomastro per chi affitta abitazioni ai profughi

Sapere per controllare e quindi prevenire. Questo è il principio sulla base del quale il sindaco Corrado Centurelli ha deciso di agire per non subire supinamente l’emergenza profughi che, attraverso gli arrivi e le sistemazioni nei cosiddetti «cas» (appartamenti adibiti a centri di accoglienza straordinaria) interessa anche Terno d’Isola come il resto dei paesi della Bergamasca. È di venerdì 15 settembre, la pubblicazione di un’ordinanza con cui il borgomastro impone a chiunque possieda e disponga in paese di beni immobili di avvertire l’Amministrazione locale nel caso sottoscriva contratti con soggetti impegnati a dare ospitalità ai richiedenti asilo. «Con tutto quello che sta succedendo in giro per il mondo - spiega Centurelli - sapere cosa succede nel nostro territorio per poter garantire ai cittadini maggior sicurezza possibile è più che lecito». Richiamando i doveri del sindaco in quanto «autorità sanitaria locale», l’ordinanza gli ascrive la prerogativa di «adottare provvedimenti urgenti per far fronte a situazioni impellenti e non prevedibili nelle ipotesi di emergenza sanitaria o di igiene pubblica a carattere locale». «Ora - ha proseguito il primo cittadino - in paese ci sono tre profughi, ma prima erano cinque. Due, infatti, sono stati mandati via perché la locazione dell’associazione che li ospitava non era idonea per quel numero di persone».
D’ora in poi sarà necessario, per i soggetti privati contraenti accordi di affitto destinati all’insediamento di «Cas», comunicare l’organizzazione interna della struttura, che comprende anche la dichiarazione del numero degli individui che vi alloggiano, la loro condizione di salute e la provenienza. A garantire l’osservanza delle disposizioni di quest’ordinanza, che avrà validità fino al 31 dicembre 2017, sarà la Polizia locale di Terno d’Isola di concerto con le altre Forze dell’Ordine: la violazione degli obblighi previsti comporterà per i responsabili una sanzione amministrativa da 25 a 500 euro. Chi fosse contrario al provvedimento, però, potrà far ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia a Brescia entro il 14 novembre, altrimenti al Presidente della Repubblica entro il 13 gennaio.