Romano

Occhio alla truffa della frutta: «Così stamattina han cercato di fregarmi»

«Ciao, ti ricordi di me? Apri il baule che ti regalo qualche arancia»

Occhio alla truffa della frutta: «Così stamattina han cercato di fregarmi»
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«Ciao, ti ricordi di me? Sono il figlio del muratore Antonio Russo… Come stai? Sto aprendo un negozio di frutta e verdura, lo sai? Apri il baule che ti regalo qualche arancia». Non fosse stato per il ricordo della lettura di un vecchio articolo di CremascoWeek risalente allo scorso anno, forse il tentativo di truffa di ieri mattina, lunedì 26 ottonre, a Romano, in viale Duca d’Aosta, sarebbe andato a segno. Ma la vittima, un 50enne residente in città, ha subito capito che i due giovani incrociati per strada stavano cercando di fregarlo. E così ha sventato la truffa e allertato i carabinieri.

Le arance “in regalo”. Tutto è cominciato attorno alle 8.30. Il romanese era in giro per lavoro e stava per ripartire a bordo della propria automobile, parcheggiata nei pressi dell’ex Enel. All’improvviso è stato fermato da due ragazzi. Italiani, accento del Sud, apparentemente sui trent’anni. «Viaggiavano su un furgonato bianco di quelli da lavoro, con due posti e un vano chiuso dietro, forse un Fiorino o un mezzo simile: non ho memorizzato il modello – ha raccontato la vittima – Uno dei due mi ha avvicinato, mi ha salutato calorosamente e mi ha detto di essere il figlio di un muratore che mi conosce, Antonio Russo. Capirai, io conosco un sacco di gente e anche molti muratori… Però quel nome non mi diceva granché». Ed è andata bene: il nome del presunto papà, infatti, non è probabilmente casuale: Russo è il terzo cognome italiano più diffuso e Antonio il terzo nome più diffuso. Inutile dire che se l’erano inventato di sana pianta.

«Abbiamo aperto un nuovo negozio…». I due si sono presentati come imprenditori. «Mi hanno detto che stavano per aprire un negozio di frutta e verdura a Romano e che, vista la mia amicizia con papà, mi avrebbero regalato volentieri qualche arancia», prosegue il romanese. Non hanno perso tempo, anzi: in quattro e quattro otto avevano  già tirato fuori dal  mezzo due casse di frutta, ed erano pronti ad aprire il baule dell’uomo per caricargliele in auto. «Per fortuna mi sono subito ricordato di quella vicenda letta sul giornale l’anno scorso: una truffa di questi venditori di frutta… – ha continuato la vittima – E quindi ho capito e immediatamente ho declinato l’offerta. Li ho congedati bruscamente prima che avessero il tempo di caricare la frutta e probabilmente di chiedermi dei soldi, e sono ripartito in auto. Poi, ripensandoci  a freddo, ho davvero realizzato cosa sarebbe potuto succedere e che tutto sommato chissà quanti altri romanesi avrebbero potuto fregare. Così sono andato dai carabinieri e ho segnalato l’accaduto. Spero che vengano presi, e nel frattempo raccomando a tutti di stare attenti».

Vailate: settanta euro per quattro casse. La vicenda cui l’uomo fa riferimento è in effetti  l’ultima truffa  con questa dinamica,  avvenuta ne Cremasco, di cui abbiamo avuto notizia, nel marzo del 2019. Cercando online si trovano centinaia di articoli di cronaca identici avvenuti un po’ in tutta Italia anche più di recente. In quel caso, il truffatore aveva agganciato un vailatese fingendosi un vecchio amico.  Gli aveva detto di avere aperto un negozio di frutta e verdura a Cassano d’Adda, offrendogli poi un frutto per constatare la bontà del prodotto. Gli aveva quindi offerto gratuitamente una cassetta di arance «in cambio di un po’ di pubblicità». Alla fine, di chiacchiera in chiacchiera, il truffatore era riuscito a convincere l’uomo a salire sul furgone e a farsi accompagnare a casa. Qui, gli aveva piazzato nel cortile due casse di mandarini, una di arance e una di mele. In regalo? Ovviamente no: conquistata la fiducia dell’uomo, il truffatore gli ha chiesto una mancia. “Venti euro?” – “Va bene, ma non ne avresti altri dieci?” – “Beh, no ho solo una banconota da cinquanta” – “Ok, stai qui che ti porto il resto…”. Immaginabile come sia finita: quattro casse di frutta mezza marcia erano finite per costare 70 euro.

Calusco: due denunce a gennaio 2019 (con un Doblò bianco). Qualche mese prima un episodio simile era avvenuto a Calusco, ma in quel caso i carabinieri erano riusciti a identificare due responsabili. Era il gennaio del 2019.  I due erano rispettivamente un 47enne e un 35enne di Afragola, e stando a quanto emerso giravano l’Italia con il loro furgone alla ricerca di facili prede. Si presentavano agli anziani come agricoltori che vendevano frutta dei loro campi, proponendo intere casse a solo dieci euro e poi pagavano il resto con soldi falsi. In quel caso, i due viaggiavano su un Doblò bianco, descritto dalle vittime dettagliatamente all’Arma che ha stretto il cerchio attorno ai due per poi farli riconoscere alle vittime. Finì con una denuncia per truffa e spendita di banconote false.

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