Omicidi di Seriate e di Colognola, i medici legali: «Serial killer? Unica analogia le ferite alla gola»
Da un incontro in Procura avvenuto nel 2017 non sono emersi ulteriori dati significativi per ricondurre a uno stesso assassino i due omicidi
di Federico Rota
Oltre alla profonda ferita alla gola trovata sul corpo delle vittime, gli omicidi di Gianna Del Gaudio, la professoressa in pensione sgozzata nella sua abitazione di Seriate nell’agosto del 2016, e di Daniela Roveri, uccisa a dicembre dello stesso anno mentre si trovava nell’ingresso di casa a Colognola, non presentano altre analogie. È quanto è emerso dalle testimonianze dei medici legali chiamati a deporre questa mattina, martedì 11 febbraio, nell’aula della Corte d’Assise del Tribunale di Bergamo nel corso del processo che vede imputato Antonio Tizzani per l’omicidio della moglie (Gianna Del Gaudio).
I dottori hanno riferito di un incontro avvenuto a gennaio del 2017, voluto dall'allora procuratore capo Walter Mapelli, per trovare eventuali riscontri che potessero collegare le due scene del delitto. Tuttavia l’esito dell’incontro fu negativo. Come hanno sottolineato i medici, «dal confronto delle autopsie effettuate sui corpi delle due donne non sono emersi dati significativi per ricondurre a uno stesso assassino gli omicidi. L’unico elemento che i due casi hanno in comune è la profonda ferita da “scannamento” al collo (come è stata definita usando una terminologia tecnica, ndr.)». Così come lo sono la gran parte delle lesioni mortali di questo tipo. Pare quindi, almeno per il momento, tramontare l’ipotesi caldeggiata in passato di un presunto serial killer incappucciato che avrebbe sgozzato le due signore a distanza di pochi mesi l’una dall’altra.
L’interrogativo rimane però aperto. L’avvocato Giovanna Agnelli, difensore di Tizzani, nel corso delle prime udienze aveva chiesto che venissero acquisiti agli atti del processo due relazioni contenute in un fascicolo riguardante l’omicidio di Daniela Roveri e a cui fa riferimento il Ris di Parma nel procedimento contro Tizzani. Nelle carte emergerebbe un confronto tra il dna ignoto ritrovato sui guanti nei quali era avvolto il taglierino ritenuto essere l’arma con cui è stata uccisa Gianna Del Gaudio e un secondo profilo genetico, scoperto invece nell’ambito delle indagini sul caso Roveri. Delitti che, secondo la difesa, potrebbero dunque avere dei collegamenti. La richiesta era però stata respinta e, ad oggi, gli accertamenti non sono stati acquisiti agli atti, anche se non è stata esclusa dai giudici la possibilità che le due relazioni possano essere acquisite nel corso dell’istruttoria dibattimentale qualora se ne riscontrasse la necessità.