Omicidio di Bottanuco, Gianbattista Corna ha dato in escandescenze per 20 euro
Il 54enne avrebbe aggredito i genitori per avere i soldi. Mentre distruggeva degli oggetti, il padre Paolo avrebbe afferrato il coltello
Una ventina di euro: così poco sarebbe alla base della tragedia che sabato 2 settembre scorso ha sconvolto Bottanuco quando Paolo Corna, 77 anni, ha ucciso il figlio Gianbattista di 54 a coltellate nella loro abitazione di via Castelrotto 24.
La vittima infatti li avrebbe chiesti ai genitori, ma al loro rifiuto avrebbe dato in escandescenze, come spesso accadeva negli ultimi tempi, fino al terribile epilogo di quel pomeriggio. La vicenda ricorda quella di Federico Gaibotti, che uccise dopo un litigio il padre Umberto a Cavernago. Anche lì, il problema era la droga.
Una vita rovinata dalla droga
Gianbattista, per la gente in paese "Tita", era caduto nel tunnel della droga anni fa, quando era giovane. Poi con l'esperienza in comunità era riuscito a uscirne, aveva preso casa in paese dopo aver aperto un mutuo, si era sposato e aveva avuto un figlio, che adesso ha 12 anni. Tuttavia, quando ormai sembrava che ce l'avesse fatta è stato risucchiato di nuovo nella spirale della tossicodipendenza, si era separato dalla moglie e, a causa della sua situazione, il ragazzino era stato dato in affidamento a una delle sorelle.
Dopo un altro periodo in comunità, la madre e il padre gli erano stati sempre vicino. L'anziano, ex operaio ora in pensione, oggetto di un incidente sul lavoro anni fa nel quale aveva perso quattro dita di una mano (gli era rimasto solo il pollice), lo aveva accolto in casa e aiutato a trovare un impiego. Da quel momento, il figlio aveva infatti iniziato a lavorare alla ditta Magnetti di Carvico e, ogni mese, consegnava lo stipendio ai suoi genitori ed erano loro a decidere quanto dargli ogni giorno.
La lite per i soldi
Quella mattina, aveva ricevuto venti euro ed era andato al bar vicino al Municipio, dove spesso trascorreva i momenti liberi. C'era stato per diverso tempo, poi era andato via per pranzare e poco dopo c'era ritornato. Al rientro a casa, aveva però chiesto altri venti euro. Già in precedenza c'erano state discussioni e episodi di agitazione del 54enne, che in certi casi avevano avuto come esito la chiamata ai carabinieri.
Anche stavolta, dopo che aveva dato in escandescenze e spinto la madre e il padre, erano dovuti intervenire i militari dell'Arma, che però avevano trovato Gianbattista in camera sua, tranquillo nel letto. Non potendo fare altro, se n'erano quindi andati. Ma poco dopo i problemi erano ricominciati: in preda alla furia, aveva ancora spinto prima la donna, poi il padre intervenuto in sua difesa e aveva iniziato a lanciare e rompere oggetti nella sua stanza.
L'uccisione con un coltello
Proprio in quel momento, Paolo avrebbe afferrato il coltello che si trovava in cucina e lo avrebbe colpito per tre volte all'addome, di cui una al centro e due laterali. In seguito, è stato lui stesso a chiamare il 112 raccontando ciò che aveva fatto. I carabinieri di Treviglio lo hanno trovato davanti casa ad aspettarli alle 19.30 e arrestato per omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela.
Portato in caserma, l'anziano ha ammesso le proprie responsabilità davanti al pm Letizia Aloisio. Ad assisterlo sarà l'avvocato Barbara Bruni, che oggi (martedì 5 settembre) incontrerà l'uomo nel carcere di Bergamo.