Omicidio di Carol Maltesi, il killer: «Uccisa mentre giravamo un video hard»
Nuovi dettagli sul delitto dalla confessione di Davide Fontana, incastrato anche grazie al direttore di un giornale locale
Un delitto terribile quello che ha per vittima Carol Maltesi, in arte Charlotte Angie, pornoattrice di 26 anni uccisa e fatta a pezzi dal reo confesso Davide Fontana, 43 anni, bancario e travel/food blogger a tempo perso. Lo è ancor di più se si considerano i nuovi, macabri dettagli venuti fuori dall’interrogatorio davanti al gip, in carcere, dell’uomo: l’omicidio non sarebbe avvenuto infatti a seguito di un litigio, come affermato da lui inizialmente, ma durante le riprese di un filmato hard amatoriale.
Maltesi e Fontana avevano avuto una relazione circa un anno e mezzo fa: tuttavia, il rapporto tra Carol e il bancario non era durato a lungo, sebbene i due avessero continuato a frequentarsi, nel contesto di un rapporto di “amicizia” particolare: la passione per la fotografia lo rendeva utile per scattare immagini sue e delle sue colleghe, da portare poi ai provini o caricare sui siti. A quanto pare avevano continuato anche nell’intimità, in maniera occasionale, almeno stando al racconto di una vicina di casa.
Proprio mentre giravano alcuni video amatoriali, nell’appartamento dove la donna viveva, si sarebbe consumato l’omicidio. Dopo aver terminato le riprese di un primo filmato più “soft”, i due sarebbero saliti al piano di sopra, nella camera da letto dove si trovava un palo da lap dance. A quello Fontana avrebbe legato i polsi della ragazza con del nastro telato, facendo poi lo stesso con i piedi e mettendogli un sacco di plastica nero sulla testa. A questo punto il racconto non è molto chiaro: il “copione” secondo l’assassino prevedeva che la colpisse in modo leggero con un martello, ma arrivato alla testa avrebbe perso il controllo e incominciato a ferirla gravemente. Rimasta in fin di vita, l’avrebbe poi uccisa con una ferita alla gola, utilizzando un coltello.
Avrebbe poi cancellato il video dal cellulare, ma gli inquirenti stanno cercando di recuperarlo con l’utilizzo di appositi software, anche per controllare la veridicità delle sue affermazioni. Fontana sarebbe poi andato al Bricoman di Rescaldina, dove avrebbe acquistato un’accetta e un seghetto professionali, utilizzati per sezionare il cadavere a più riprese nei tre giorni successivi, per poi conservarlo in un freezer a pozzetto ordinato su Amazon e installato nell’appartamento della vittima. Ci sarebbero poi stati alcuni tentativi da parte dell’uomo, nelle giornate successive, di disfarsi del corpo bruciandone i pezzi con alcol e benzina, nell’area grill di un bed&breakfast di Vararo, ma senza successo. A quel punto la decisione di abbandonarli a Paline di Borno, località montana del bresciano al confine con Bergamo, scelta perché luogo delle vacanze di famiglia quando era bambino. Per due mesi avrebbe risposto ai messaggi al posto di Carol e risposto al suo telefono ad amici e conoscenti, dicendo che aveva chiuso col porno e forse era andata a Padova. Tutto questo fino alla svolta a inizio settimana, quando durante l’interrogatorio è crollato e ha confessato l’omicidio, spiegando di non poter più convivere con il senso di colpa.
Un contributo significativo alle indagini è arrivato da Andrea Tortelli, direttore di Bsnews.it, il quale sabato in seguito alle segnalazioni di ammiratori di Charlotte Angie, che avevano notato la corrispondenza tra alcuni tatuaggi della vittima e quelli dell’attrice, ha cercato di contattarla dopo aver recuperato il suo numero. Al telefono non rispondeva, ma su Whatsapp invece sì: in realtà, come si è poi scoperto, non era altri che il killer. Aveva cercato di rassicurare il giornalista che stesse bene, ma alla richiesta di un vocale aveva abbandonato la chat. Così insospettito, Tortelli aveva deciso di contattare i carabinieri, che hanno proseguito su quella pista arrivando infine alla chiusura del caso.