Omicidio di Luciano Muttoni a Valbrembo, fermati due giovani: una rapina finita male
I carabinieri hanno portato in carcere a Bergamo un classe 2000 e un classe 2001. Il primo ha confessato l'assassinio, il secondo è stato suo complice

La tanto attesa svolta, che sembrava vicina già nelle prime ore di oggi (lunedì 10 marzo), è arrivata: due uomini sono stati fermati dai carabinieri di Bergamo con l'accusa di aver ucciso Luciano Muttoni, il 58enne originario di Bracca rivenuto senza vita nell'appartamento di via Rossini a Valbrembo che affittava come casa vacanza.
I due fermati e l'arma del delitto
I fermati sono un italiano residente a Bergamo, classe 2000 e con precedenti penali, e il suo presunto complice, un ragazzo del 2001 di origini polacche residente in provincia di Monza Brianza (pare proprio a Monza).
Come riferiscono gli inquirenti, a parlare, ammettendo le proprie responsabilità nel caso, è stato il bergamasco, che nella giornata di ieri ha prima fornito le indicazioni utili al ritrovamento del suo giubbotto insanguinato e di alcuni documenti della vittima - rinvenuti a Solza, nei pressi del cimitero - e nelle successive dichiarazioni fornite ai carabinieri ha anche spiegato dove aveva lasciato l’arma del delitto, una pistola scacciacani con cui avrebbe colpito più volte la vittima alla testa, causando le gravi ferite rivelatesi poi fatali. Il classe 2000 ha anche indicato l'altro giovane come suo complice.
Quest'ultimo è stato prelevato la mattina di oggi in una comunità terapeutica in Brianza, dove svolgeva l'attività di aiuto educatore. Ascoltato dai carabinieri, il 24enne ha reso spontanee dichiarazioni, di fatto confermando il racconto dell'altro indagato.
Una rapina finita male

Secondo le informazioni raccolte, l'omicidio sarebbe avvenuto durante un tentativo di rapina finito male. Muttoni, infatti, avrebbe reagito, causando la reazione degli aggressori. I due sono poi scappati a bordo dell'auto della vittima, che non era stata più vista dai vicini di casa del 58enne dal pomeriggio di venerdì. I presunti assassini avevano anche portato via il cellulare, le carte di credito e i pochi contanti che Muttoni aveva con sé, per poi disfarsi di alcuni di quegli oggetti e dell'arma del delitto nei campi e nei boschi tra Valbrembo e Solza.
Il sequestro dell'auto rubata

A permettere l'individuazione della coppia è stata una "casualità": nella notta tra sabato 8 e domenica 9 marzo (prima del ritrovamento del cadavere quindi, avvenuto la mattina di ieri), i carabinieri di Monza, durante un controllo di routine sul territorio, avevano fermato l'auto della vittima, su cui viaggiavano i due presunti colpevoli con altre due persone. Dato che la vettura non era loro e non erano stati in grado di giustificare il possesso del mezzo, i militari hanno denunciato tutti i soggetti a bordo per ricettazione e avevano provveduto a sequestrare il veicolo.
Nelle indagini iniziate la mattina di ieri per la morte di Muttoni, gli inquirenti, esaminando le immagini delle telecamere di videosorveglianza dei vicini della vittima e attraverso le testimonianze di alcuni testimoni, hanno capito che uno dei presunti assassini era proprio l'uomo alla guida del veicolo fermato la sera prima a Biassono. A quel punto, il giovane è stato raggiunto e interrogato. Davanti ai carabinieri, ha confessato l'omicidio, ricostruendo quanto accaduto. Grazie alle sue parole e a quelle fornite da altre persone ascoltate nella notte tra ieri e oggi alla stazione dei carabinieri di Villa d'Almè, i militari sono riusciti a risalire all'individuazione del complice, fermato la mattina di oggi.
In carcere a Bergamo
Nel pomeriggio, il pubblico ministero della Procura di Bergamo ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di entrambi i sospettati, che si trovano ora in carcere a Bergamo, in attesa dell’udienza di convalida del Gip. I carabinieri riferiscono che, nel frattempo, le indagini proseguono «allo scopo di accertare eventuali ulteriori responsabilità a carico di altre persone che potrebbero aver concorso o favorito la commissione del reato».
La LEGGE ITALIANA è ormai nelle mani di individui che pensano più ad attaccare qualsiasi cosa faccia l'attuale Governo, anzichè punire i delinquenti; anzi li difendono. Presto tra condizionali, scarcerazioni per buona condotta, oppure facendosi passare per poveri disadattati, li rivedremo presto. Povera Italia, nemmeno della magistratura e dei giudici ci si può ormai fidare.
Se la giustizia è severa non va bene ai politici, e da qui lo scempio di riforme della Giustizia, atte a complicare sempre di più il lavoro della Magistratura. Quindi delle due opzioni dovete scegliere: o smettete di votare Lega o FDI e forse i Magistrati avranno la possibilità di fare il proprio mestiere (anche se dall'altra parte, non sono troppo diversi), oppure votate Lega e FDI ma non lamentatevi che poi la giustizia sia debole con i forti, potente con i deboli, ma lasci comunque delle maglie talmente larghe che anche i peggiori tra i criminali, riescono a scampare.
giustizia fai da te senza nessuna denuncia! Ci stanno portando a questo. Riposa in pace sig Muttoni!
Adesso faranno ricorso alla cassazione( scritta in minuscolo visto le sentenza che fanno) così otterranno un risarcimento perche verranno privati della loro libertà.
davvero assurdo morire in questo modo !! la mancanza di provvedimenti seri e non interpretabili lascia ormai spazio a qualsiasi genere di violenza, che nel 90% dei casi rimane impunita !!! non se ne può più !! o si arriva ad una svolta oppure non voglio nemmeno pensare dove andremo a finire !!