La vicinanza dello zio alla nipote: «Me ne prenderò cura, nel ricordo di Manuela»
Il fratello di Manuela Guerini ieri ha parlato con i cronisti davanti all'abitazione in cui è avvenuto il delitto. Una città attonita
«Sarai sempre al mio fianco e io ti proteggerò come sempre». Tra i tanti messaggi di condoglianze inviati da amici e conoscenti, ciò che ha scritto Mirko Guerini, fratello di Manuela, la quarantatreenne uccisa a Treviglio sabato scorso con una coltellata alla schiena, suona come una promessa. Un voto nei confronti della sorella e della nipote, arrestata per aver sferrato il fendente fatale al termine di una lite domestica. Un impegno ribadito anche ai cronisti che lunedì sono riusciti a parlare con lui.
«Manuela non c'è più, ma c’è mia nipote - ha commentato ieri, davanti ai colleghi di PrimaTreviglio e alle telecamere dei cronisti fuori dal luogo del delitto -. Sono l’unico zio e quindi è giusto che mi prenda carico di lei, anche nel ricordo di mia sorella». Anche perché se venisse abbandonata a se stessa la giovane, 15 anni, non avrebbe più nessuno su cui poter contare. L'omicidio è avvenuto in un appartamento di una corte di via Bernardino Butinone, nel centro storico di Treviglio. Qui vivevano Manuela, 43 anni, impiegata nello studio di un commercialista trevigliese, e la figlia, che aveva deciso di crescere da sola con l'aiuto dei familiari.
La discussione sabato è nata dal montaggio di un elettrodomestico, un incarico che la donna aveva dato alla figlia ma che si è rivelato più difficile del previsto. Da qui la lite e il raptus, un colpo alla schiena con un coltello da cucina. A chiamare il 118 è stata la ragazza stessa: «Ho fatto del male alla mamma», ha detto all'operatore.
La preoccupazione dello zio è che la nipote ora non si perda. Vuole che la ragazzina non si senta sola nell’affrontare le conseguenze del suo gesto. Mirko aveva visto la sorella per l’ultima volta un paio di settimane prima; la sera della tragedia era al mare, appena saputa la notizia è tornato a Treviglio. Un pensiero è andato anche alla madre anziana, che domenica compirà 81 anni.
Il fatto di sangue ha scosso tutta la città, non soltanto chi conosceva Manuela e sua figlia, che oggi è stata ascoltata dal Gip per la convalida del fermo. Tra madre e figlia erano capitate discussioni, ma come spesso accade tra genitori e figli adolescenti, nulla di più. Al cancello dell’abitazione è stata appesa una rosa bianca, a terra sono stati posati fiori rosa, una candela bianca e un foglio con una scritta a penna: «Ciao Manù». Chi conosceva Manuela racconta come fosse una donna solare che viveva per la sua "bambina".
La ragazzina, all’indomani del delitto, è stata portata in un istituto protetto riservato ai minori; una comunità adatta per poter gestire casi delicati come questo. L’autopsia sul corpo della madre, trasportato al Papa Giovanni XXIII, è in programma mercoledì.