Processo

Omicidio di via Novelli, la madre di Patelli: «Se non l’avessi svegliato non sarebbe successo nulla»

In aula oggi a Bergamo ci sono state le deposizioni dei testimoni dell’accusa, l’imputato si trova attualmente ai domiciliari

Omicidio di via Novelli, la madre di Patelli: «Se non l’avessi svegliato non sarebbe successo nulla»
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Nella giornata di oggi (mercoledì 13 luglio) in Tribunale a Bergamo si è svolta l’udienza per le deposizioni dei testimoni dell’accusa nel processo ad Alessandro Patelli, giardiniere 19enne accusato di aver ucciso con diverse coltellate il 34enne tunisino Marwen Tayari in via Novelli l’8 agosto dell’anno scorso.

Tra le persone chiamate al banco c’è stata anche la madre dell’imputato, Maria Deho, che ha raccontato alcuni particolari del giorno in cui è avvenuto l’omicidio: quella mattina lei, il marito e l’altro figlio Matteo si trovavano a Trescore, dove la famiglia possiede un terreno agricolo e stavano facendo alcuni lavori. Ad un certo punto Matteo si è infortunato mentre utilizzava una sega, per cui i genitori l’hanno dovuto accompagnare al pronto soccorso di Seriate per essere medicato: Deho decide quindi, intorno alle ore 11, di telefonare al figlio, che stava ancora dormendo a casa, chiedendogli di avvisare la nonna che sarebbero arrivati tardi a pranzo. L’intenzione era quella di non far preoccupare l’anziana 88enne (in seguito anche lei ha testimoniato in aula), dato che essendo sorda non avrebbe sentito il telefono squillare. «Se non l’avessi svegliato, non sarebbe accaduto nulla di tutto quello che è accaduto» ha dichiarato la donna.

«In casa nostra non si dorme più, tutto è cambiato e non abbiamo più una vita normale – ha continuato nella sua deposizione -. Non ho mai scritto una lettera di scuse, ma mi dispiace veramente per quello che è successo, il nostro è un dolore vero. Mio figlio è un introverso, è distrutto dal dolore, mi ha detto che se potesse tornare indietro cancellerebbe tutto». In quella calda giornata di agosto, Patelli incontrò alle 13,30 Tayari all’ingresso del condominio dove abitava, seduto sulle scale esterne insieme alla moglie ed alle figlie. Aveva accidentalmente urtato la maggiore, per cui era nata una discussione con il tunisino. Il giovane era poi salito al suo appartamento, tornando poi al pianterreno con il casco in testa e un coltello, che usava per i lavori nel campo di Trescore, in mano. C’era stata una colluttazione con la vittima la quale, colpita con diversi fendenti, era poi stramazzata a terra.

La madre dell’imputato ha anche affermato che il figlio, che si trova attualmente agli arresti domiciliari nella loro abitazione, si sente in colpa per quanto accaduto ed è dispiaciuto per i dolore arrecato ai familiari di Tayari. La prossima udienza si terrà il 16 settembre.

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