Le indagini sulla morte di Gianna Del Gaudio

Omicidio di Seriate, c'è la svolta? Sull'arma trovato il Dna del marito

Omicidio di Seriate, c'è la svolta? Sull'arma trovato il Dna del marito
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Una novità che, se confermata, potrebbe definitivamente cambiare il corso delle indagini relative all'omicidio di Gianna Del Gaudio, l'ex professoressa di 63 anni uccisa la notte tra il 26 e il 27 agosto nella sua villetta di Seriate. I Ris di Parma, infatti, avrebbero rinvenuto tracce di Dna di Antonio Tizzani, 68enne marito della vittima ed unico indagato, sull'arma del delitto, un cutter rinvenuto il 6 ottobre dentro un sacchetto nascosto in una siepe distante circa 600 metri dal luogo del delitto. Una novità rilevante, su cui però ancora non ci sono certezze, tant'è che nelle prossime ore il consulente dell'ex ferroviere Giorgio Portera assisterà, a tutela dell'indagato, a nuovi accertamenti tecnici irripetibili.

 

Gianna-Del-Gaudio

 

Data la minima quantità di Dna rinvenuto sul cutter, saranno proprio questi esami irripetibili a definire la natura della traccia genetica. Potrebbe trattarsi di sangue, ma anche di sudore o saliva, senza escludere l'ipotesi di una traccia da "contaminazione", come scrive L'Eco di Bergamo, ovvero trasferita sull'arma da un altro oggetto e non finita direttamente sul cutter. Fino ad oggi si pensava che sull'arma fosse presente soltanto il Dna della vittima: il sangue della Del Gaudio era molto, per questo è stato complicato rinvenire questa traccia genetica legata a Tizzani, talmente piccola, però, da necessitare di esami irripetibili per essere identificata.

 

omicidio gianna del gaudio seriate

 

Resta da capire, nel frattempo, a chi appartenga il Dna che è stato invece trovato sui guanti in lattice contenuti nello stesso sacchetto in cui c'era anche l'arma del delitto. Nonostante le forze dell'ordine abbiano infatti confrontato quelle tracce genetiche con quelle dei familiari, dei parenti, degli amici e anche dei soli conoscenti della vittima, nessuno è risultato essere compatibile. La certezza è che sia il sacchetto che l'arma provengano da casa Tizzani. Il primo, infatti, era un sacchetto usato per contenere delle mozzarelle, le stesse che venivano consegnate alla vittima e al marito. Eppure l'assenza di tracce dell'ex ferroviere sui guanti aveva riaperto con forza la pista del misterioso assassino incappucciato, da sempre sostenuta da Tizzani. Ora, invece, il Dna dell'uomo sul cutter potrebbe riportare con forza i sospetti su di lui. Gli inquirenti restano molto cauti, ci vorranno alcuni giorni per sapere la natura della traccia genetica rinvenuta sull'arma, e al momento affermano di non aver escluso alcuna pista investigativa. Certo è che la posizione di Tizzani, ora, è molto più complicata di pochi giorni fa.

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