Anche la nuora ha mentito

Omicidio di Seriate, ecco la svolta Rinvenuta (forse) l'arma del delitto

Omicidio di Seriate, ecco la svolta Rinvenuta (forse) l'arma del delitto
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Potrebbe essere la svolta, anche se gli inquirenti, al momento, preferiscono non esporsi troppo. Ma un po' sì, visto che è stato proprio uno di loro a comunicare ad alcuni giornalisti che venerdì 23 settembre, durante la perquisizione nella casa di Paolo Tizzani, è stato rinvenuto un coltello a serramanico compatibile con l'arma che alle 00.43 del 27 agosto ha ucciso con un taglio netto alla gola Gianna Del Gaudio, l'ex professoressa di 63 anni brutalmente assassinata mentre si trovava nella sua abitazione di Seriate. Paolo è il figlio della vittima e di Antonio Tizzani, 68enne ex ferroviere al momento unico indagato per l'omicidio, sebbene la Procura abbia sempre precisato che la sua iscrizione al registro degli indagati sia «un atto dovuto».

 

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Potrebbe davvero essere l'arma del delitto. È ancora presto per dire che quel coltello è proprio l'arma del delitto, ma si tratta del primo oggetto di questo tipo rinvenuto dalle forze dell'ordine compatibile con la lesione alla gola che ha ucciso la Del Gaudio. La fonte interna agli investigatori che ha fatto trapelare la notizia ha anche precisato che il coltello a serramanico è stato trovato in un marsupio di proprietà di Antonio Tizzani, che da quando la sua abitazione è stata posta sotto sequestro è andato a vivere proprio nella casa del figlio Paolo, distante poche decine di metri dal luogo in cui è avvenuto il delitto. L'arma è stata inviata immediatamente ai Ris di Parma, i quali dovranno accertare se si tratta effettivamente della lama che ha ucciso la 63enne. Ma gli inquirenti paiono sicuri di essere giunti a un punto di svolta nel giallo. Erano giorni che battevano le zone limitrofe alla villetta dei coniugi Tizzani nella speranza di rinvenire l'arma del delitto, senza però alcun risultato. Poi, alle 15 circa di venerdì 23 settembre, la decisione di perquisire la casa di Paolo Tizzani, più precisamente la stanza ora occupata dal marito della vittima. Gli inquirenti erano in possesso di un mandato della Procura e all'attività di indagine hanno dunque partecipato anche lo stesso Tizzani con il suo avvocato Giovanna Agnelli. Al momento non è dato sapere qual è stata la sua reazione al momento del rinvenimento del coltello.

Le indiscrezioni filtrate dalle forze dell'ordine smentiscono dunque la prima versione ufficiale fornita lo stesso venerdì 23 settembre, secondo cui la perquisizione non aveva portato alcuna novità al caso. L'Eco di Bergamo riferisce che, oltre al coltello a serramanico compatibile con la ferita mortale inferta alla ex professoressa, i Carabinieri hanno anche sequestrato e inviato ai Ris altri oggetti personali di Tizzani, tra cui degli abiti e un mazzo di chiavi. In attesa dei risultati delle analisi su questi, a inizio ottobre dovrebbe arrivare sulla scrivania del pm Laura Cocucci la relazione della Scientifica riguardante i rilievi effettuati circa 20 giorni fa nella villetta in cui è avvenuto l'omicidio. Anche da questi documenti gli investigatori si aspettano risposte alle tante domande del giallo rimaste ancora senza risposta.

 

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La nuora ha mentito: nessuno stalker incappucciato. Nel frattempo, però, le forze dell'ordine non hanno abbandonato la pista fornita dalla versione raccontata da Tizzani stesso. L'uomo, infatti, ha sempre detto di esser sicuro che l'assassino sia un uomo incappucciato che lui ha colto in casa pochi istanti prima di rinvenire il corpo senza vita della moglie. Gli inquirenti hanno ascoltato testimoni e visionato decine e decine di filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza presenti in zona, ma in nessun modo si è riusciti ad avere una conferma di questa versione dei fatti. Il procuratore capo di Bergamo Walter Mapelli, intervenuto al programma di Rai 3 Chi l'ha visto?, ha dichiarato che non c'è alcuna prova, ad oggi, dell'esistenza di questo misterioso ladro incappucciato. L'unico elemento a supporto di questa versione era giunto dalla nuora di Tizzani, Elena, compagna proprio di Paolo. La donna, infatti, aveva raccontato di un misterioso stalker che per diverse settimane, durante i turni di lavoro notturni del suo compagno, si presentava incappucciato a notte fonda davanti al citofono della loro abitazione e cominciava a suonare il campanello. In realtà si è scoperto che era tutta una bugia: la donna ha infatti spiegato agli inquirenti di essersi inventata tutto perché impaurita a restare da sola a casa quando il marito faceva il turno di notte. Per questo non aveva mai presentato alcuna denuncia. E così la versione fornita da Antonio Tizzani perde un ulteriore elemento a suo supporto. Ma la svolta, forse, è vicina.

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